Leave - Film (2022)

Ragazza americana, abbandonata quand'era ancora in fasce in un cimitero, si reca in Norvegia alla ricerca della madre biologica; la attendono macabre sorprese. Paranormal mystery graficamente ben impaginato ma contenutisticamente stantio, che ricorre a espedienti narrativi tipici del genere (ambigui rapporti familiari, diari segreti, delitti impuniti, fantasmi senza pace che fanno tanta paura ma in realtà cercano solo di dare una mano) senza riuscire a gestirli in maniera accattivante. Un paio di momenti ansiogeni e un piccolo plot twist non bastano. Guardabile ma di scarso impatto.

Abbandonata in un cimitero in fasce "sataniche" da piccola, cresciuta in America, da adolescente torna a cercare la verità in Norvegia. Sembrerebbe un horror a base di sette sataniche, ma i retroscena riguardano il mondo del rock/black metal norvegese con riferimenti (neanche troppo impliciti) a celebri personaggi. Con questi presupposti sembrerebbe già tutto definito, ma la pellicola riserva alcuni colpi di scena e contrasti tra bigottismo e ribellione. Le carte ci sarebbero, ma il gioco non esalta e alla lunga sa di déjà vu. Vedibile senza pretese.

L'idea poteva funzionare: mettere in campo tutti gli elementi tali da far pensare a un horror a base di satanismo heavy metal per poi insinuare dubbi sulla vera natura del male con cui deve fare i conti la protagonista che, abbandonata in fasce in un cimitero, è volata dagli USA in Norvegia per rintracciare i suoi genitori biologici. Idea buona, sceneggiatura e regia non all'altezza: il ritmo è sonnacchioso, l'ambientazione nordica mal sfruttata, le interpretazioni solo sufficienti e, soprattutto, non scatta mai quel coinvolgimento in grado di rendere avvincente la trama.

Francamente non porta niente di nuovo nell'ambito nel quale si colloca e anche le svolte narrative sono piuttosto prevedibili, compreso quello che dovrebbe essere il principale colpo di scena. Esteticamente è abbastanza anonimo e neanche il "fantasma" riesce a sortire un minimo di meraviglia. Sì salvano gli attori, tutti estremamente professionali e in parte le musiche, ma l'impressione è quella di un'occasione mancata.