La strega in amore - Film (1966)

La strega in amore
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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/02/08 DAL BENEMERITO HOMESICK
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Homesick 3/02/08 17:33 - 5737 commenti

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Dal romanzo “Aura” di Fuentes, una storia di streghe, malìe, prodigiose erbe messicane e reincarnazioni dalla trama eccessivamente prolissa ma fotografata in eleganti chiaroscuri che richiamano certe pellicole gotiche italiane coeve; anzi, stanze e corridoi fanno venire in mente quelle del futuro Segno del comando. Tuttavia Damiani resta nel dramma e le implicazioni horror-fantastiche sono solo accennate. Musiche esotico-rituali di Bacalov accompagnano i sensuali incantesimi della Schiaffino e della Ferrati.
MEMORABILE: L’amplesso «senza usare le mani» tra la Schiaffino e Johnson.

Ronax 18/10/11 01:50 - 1248 commenti

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Prima di accreditarsi come il mafiologo ufficiale del cinema italiano, Damiani ha battuto varie strade compreso questo singolare gotico-fantastico venato di torbido erotismo. Ambientato in un fatiscente palazzo nobilare nel cuore di Roma, il film ha i suoi punti di forza nella enigmatica e sensuale Rosanna Schiaffino e nella luciferina Sarah Ferrati, ma inciampa in un cast maschile poco convincente a partire da uno spaesato Volontè. Di gran classe la livida fotografia in bianco e nero, funzionale all'atmosfera mortuaria che avvolge la vicenda.
MEMORABILE: La scatenata danza rituale delle due donne di fronte all'allibito Richard Johnson.

Cotola 9/12/11 14:00 - 9013 commenti

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Affascinante pellicola di Damiani, che intriga ed inquieta nonostante ritmi abbastanza dilatati e sviluppi narrativi non del tutto imprevedibili (e il titolo non aiuta). Parzialmente incompiuto da un punto di vista narrativo (specie riguardo il rapporto Consuelo-Aura), può invece contare su una confezione curatissima e di grande valore: in particolare la magnifica fotografia di Leonida Barboni.Bella anche la colonna sonora di Bacalov, spaziante in diversi generi musicali; convincenti le prove delle due protagoniste femminili. Deludente il cast maschile.

Il Gobbo 24/05/12 09:30 - 3015 commenti

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Gioiello del fantastique italiano, che partendo dal bellissimo racconto lungo di Fuentes (ma prendendosi molte libertà) riesce allo stesso tempo a emanciparsi dal gotico nazionale e a rivisitarne alcuni stilemi, in particolare la figura femminile. Il tutto in veste elegante, con soluzioni visive, scenografiche e sonore raffinate. Indimenticabile. Occhio, c'è anche Scratuglia!
MEMORABILE: La danza.

Dusso 27/06/12 08:36 - 1566 commenti

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Oggi molto datato (il titolo dice già tutto), il film scorre ripetivo. Le premesse erano sicuramente migliori, quindi per lo svolgimento un po' di delusione resta. Splendido il bianco e nero comunque (a colori il film avrebbe perso davvero moltissimo), mentr ottima la Ferrati che affossa la Schiaffino; deliziosa Ester Carloni come antiquaria.

Lucius 5/12/12 18:31 - 3015 commenti

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Un titolo dozzinale cela invece una pellicola ricca di occulto e ambiguità. L'interpretazione della Schiaffino risulta fascinosa e stravagante, come richiesto dal suo personaggio; ottima anche quella della vera protagonista del film. Un'antica residenza romana racchiude un terribile segreto. Tra polvere e antichi testi e un'erotismo giustamente mai pruriginoso, ma calibrato, per evitare di stemperare la magia e il fascino dell'ambiguità e del mistero, lo spettatore si addentrerà in un viaggio ancestrale. Hai mai sentito parlare di streghe?

Saintgifts 12/01/13 09:22 - 4098 commenti

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Il mito dell'eterna giovinezza unito a quello dell'uomo di trovare la donna ideale (dal lato prettamente sessuale e stregante, appunto), il tutto tratto da un racconto di Fuentes, danno il la a Damiani per un film che cattura per diversi motivi. Intanto la necessità di capire i comportamenti femminili (quelli maschili sono da subito fin troppo evidenti) e poi di vedere dove si andrà a parare e, una volta vista, la conclusione sarà l'unica accettabile, oltre che spettacolarmente filmica. Buona la scelta della Schiaffino e di un torbido Volontè.

Giùan 2/05/17 11:37 - 4540 commenti

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Controversa e destabilizzante commistione tra linee narrative del gotico all'italiana e le atmosfere morboso-decadenti di certa autorialità anni '60 (mi vien da pensare ad alcuni film di Bolognini, soprattutto). Damiani centra particolarmente il mood funereo del film, venato però da un pervadente erotismo ovviamente "thanatosiano". Il ticket Schiaffino (di palpitante carica sensuale)/Ferrati (megera stregonesca) è riuscitissimo, riducendo a inerme controparte un Johnson comunque credibile e un esasperatamente kafkiano Volontè. Intrigante score di Bacalov.

Alex1988 2/05/19 18:34 - 728 commenti

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Conturbante opera di Damiano Damiani, trae spunto dal romanzo di Carlos Fuentes, "Aura" (il nome della protagonista femminile). La confezione è più che buona e anche gli interpreti, in particolare la Schiaffino, riescono a dare il giusto spessore ai loro personaggi. Probabilmente i prodotti che Damiani realizzerà in seguito gli hanno sottratto il blasone che meritava. Da vedere.

Minitina80 12/03/20 19:21 - 2980 commenti

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Un gotico a tutti gli effetti, traslato in epoca moderna ma con tutti i crismi che hanno contraddistinto il genere al loro posto. Soffre un ritmo eccessivamente blando e una ripetitività di fondo che rendono la visione pesante, lasciando affiorare la noia. Difetti che in parte vengono compensati da un bianco e nero gradevole, anche se datato e legato agli anni Sessanta. Migliore il cast femminile, più smaliziato e maggiormente in parte rispetto a quello maschile, meno incisivo. Dura quei dieci minuti in più di troppo.

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Faggi 18/08/20 12:23 - 1549 commenti

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In un antico e labirintico palazzo romano, tra ombre livide e luci d'acquario, sulle note preziose di Bacalov... Consuelo, inquietante e dall'età imperscrutabile; Aura, giovane e bella. Tra loro gli uomini, soggiogati. Aura ammalia, nebulizza erotismo e seduce all'istante; appare e scompare misteriosamente. Chi è? L'enigma è in atto. Damiani alle prese con l'oscurità, l'eterna giovinezza e l'eterno femminino, l'amore folle e la stregoneria. Il film è buono, con segmenti notevoli (gli amplessi, la sessione di scherma, le danze inebriate - per esempio). Rosanna Schiaffino splendida.

Nicola81 3/11/20 16:58 - 2840 commenti

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Poco prima di lanciarsi con ottimi risultati nel cinema di denuncia, Damiani firma quello che probabilmente è il suo film più anomalo, un mix di gotico e fantastico dalle venature morbose. Indubbiamente originale e ben confezionato (fotografia di Barboni, musiche di Bacalov), risulta però penalizzato da una certa piattezza sia in termini di ritmo che di prevedibilità degli eventi. Splendida la Schiaffino, ottima la Ferrati in una delle sue rarissime apparizioni sul grande schermo, Johnson se la cava, peccato per Volontè sprecato in un personaggio secondario e non nelle sue corde.

Anthonyvm 14/01/21 15:55 - 5640 commenti

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Noir psicologico vestito da racconto gotico, il film di Damiani incanta col suo avvolgente bianco e nero e con la sua atmosfera decadente, in un riuscito connubio di erotismo (elegantemente soffuso ma vivido, quasi spinto per l'epoca) e sovrannaturale. Nel confronto fra i due sessi, a risaltare sono soprattutto le fragilità e le meschinità di entrambi, tra vanità, opportunismo e rozza brutalità. Il ritmo lento e la lunghezza eccessiva inducono qualche sbadiglio, anche perché il "colpo di scena" è intuibile sin dal titolo, ma il buon cast e la confezione pregevole si fanno gradire.
MEMORABILE: Aura che si spoglia; Lo scontro fra Volonté e Johnson; Il corpo sulle rotaie; Il ballo delle due donne; La particina di Ivan Rassimov; Il cupo finale.

Zampanò 12/04/21 17:10 - 381 commenti

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Damiani e Liberatore tentano il thriller esoterico adattando un romanzo di Fuentes. La prima parte ammalia, la seconda si avvita, però il coupe de théâtre infiamma il finale. Ferraro e Schiaffino danzano a tempo sul copione, Johnson monoespressivo; inoltre non si perdona mai a un personaggio ciò che lo spettatore ha capito da un pezzo. Buona prova di Volontè, schermidore affatturato. Tra gli autori degli effetti speciali anche Carlo Rambaldi. Non male, ma forse si poteva osare di più.

Noodles 14/03/22 08:22 - 2204 commenti

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Film assolutamente atipico nella filmografia di Damiano Damiani, una pellicola il cui genere è difficile individuare tanto è bravo il regista a passare dal dramma ad atmosfere torbide e a contesti gotici come niente fosse e sempre con la medesima maestria. È strano anche vedere Gian Maria Volontè in un ruolo diverso dal solito. Cast molto valido, fotografia bellissima. È da sottolineare però che il ritmo cala spesso e che alcune parti si concentrano troppo sui dialoghi, diventando soporifere. Il castello morboso che regge tutto, però, tiene sino alla fine. Curioso e consigliato.
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