La morte cavalca a Rio Bravo - Film (1961)

La morte cavalca a Rio Bravo
Locandina La morte cavalca a Rio Bravo - Film (1961)
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Titolo originale: The Deadly Companions
Anno: 1961
Genere: western (colore)

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Tutti i commenti e le recensioni di La morte cavalca a Rio Bravo

TITOLO INSERITO IL GIORNO 8/02/14 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 8/02/14 07:09 - 4946 commenti

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Dopo averle ammazzato per errore il figlio, ex sergente sudista accompagna entraineuse a seppellirlo in una città fantasma. Intanto porta avanti una sua vendetta personale. Pur tra violenti condizionamenti produttivi e vincoli di genere (gli indiani, l’innamoramento obbligato), l’esordio nel lungo di Peckinpah si segnala sia per l’introduzione di alcuni futuri leitmotiv (la figura femminile scissa, i rigurgiti di violenza di Yellowleg)) che per la diffusa crepuscolarità (tutto il film è la lunga elaborazione di due lutti). Convincente Keith, fulgida Maureen.
MEMORABILE: Maureen O’Hara “ammollo”; La ricerca della tomba nel cimitero.

Saintgifts 11/02/14 00:34 - 4098 commenti

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Disconosciuto dal regista per gli interventi della produzione, è il primo lungometraggio di Sam Peckinpah. Vendetta e perdono ricercati attraverso un lungo percorso che porterà verso la conoscenza più intima dei due protagonisti. Rimane impressa una fotografia molto solare, in contrasto con il carattere dei personaggi e luoghi molto suggestivi. La particolare bellezza della O'Hara qui è valorizzata al massimo con inquadrature piuttosto classiche ma ugualmente nuove per la loro incisività. Keith manca di personalità ma si guadagna la sufficienza.

Homesick 14/02/14 16:25 - 5737 commenti

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L’esordio alla regia di Peckinpah rimastica i luoghi comuni del western classico – immancabili i pellerossa e l’amore per una donna - e si trova ancora lontano da quell’enfasi sulla violenza che segnerà indelebilmente le sue pellicole future e più conosciute. Nel ruolo stereotipato del cowboy rude dal cuor gentile Keith è piuttosto smorto, ma gli giova parecchio il doppiaggio italiano di Francesco Pannofino; più coloriti i personaggi di Cochran e Wills, tanto che i loro momenti umoristici funzionano meglio del film in sé **/**!
MEMORABILE: I tre cowboys in chiesa; Keith che non vuole mai levarsi il cappello.

Alex1988 24/10/16 18:08 - 728 commenti

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Esordio sul grande schermo per il futuro "Bloody Sam" Peckinpah. In seguito, non ne riconoscerà la paternità, viste le continue pressioni produttive. Tutti gli elementi che caratterizzano il suo cinema sono (quasi) del tutto assenti; è tuttavia presente un certo crepuscolarismo nella messa in scena, particolare presente in tutti i suoi western. Interessante.

Daniela 14/03/18 11:43 - 13284 commenti

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Esordio rinnegato dall'autore che si trovò messo in un angolo in post-produzione, è un western dai limiti evidenti - in particolare, certi snodi sono convenzionali o affrettati, mentre la colonna sonora sembra procedere per conto proprio - ma che reca anche segni premonitori dei futuri capolavori del regista, soprattutto nella scelta dei protagonisti, entrambi emarginati in cerca di riscatto: un uomo divorato dalla sete di vendetta e poi dai sensi di colpa per aver ucciso per errore un bambino, una vedova considerata di facili costumi che ha appena perso il figlio per mano del primo.
MEMORABILE: L'ex disertore con il suo sogno di fondare un nuovo Stato dopo aver formato un esercito con schiavi indiani

Minitina80 12/06/17 12:05 - 3214 commenti

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Per quanto lo stile di Peckinpah non sia ancora formato, qualcosa già si intravede, dimostrando almeno nelle intenzioni di voler prendere le distanze dal classico western a stelle e strisce. È introspettivo e l’ambientazione western sembra un fattore contingente poiché la storia si muove in autonomia. Keith, per quanto in parte, sembra distante e poco consono allo stile di Peckinpah. Una melanconica chitarra classica non fa eccezione nell’accompagnare i protagonisti in un viaggio decisamente particolare. Imperfetto, ma non denigrabile in toto.

Vito 20/09/17 19:40 - 695 commenti

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Primo film del grande Bloody Sam, a quanto pare completamente stravolto dalla produzione. Tuttavia rimane una buona storia d'avventura, con ottimi interpreti e temi cari al regista che qua e là affiorano. Antieroi disillusi e nichilisti, ombre mai svanite della guerra di secessione, una certa violenza e toni crepuscolari. Straordinario Brian Keith. Niente male.

Puppigallo 28/10/18 19:22 - 5490 commenti

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Tremendo western con personaggi, o ultracaricaturali (il demente, che vuole comprarsi un esercito), o semplicemente fuori parte, come il protagonista e il pistolero, più pistola, alla fine, che pistolero. L'unica a cavarsela dignitosamente è la donna, che dopo averne passate di cotte e di crude, compreso il dramma del figlio, deve pure raddrizzare lo scalpoleso. A completare poi il "bel" quadro ci pensa la colonna sonora, buttata lì, persino quando parte la marcetta per sottolineare la follia dell'ex combattente disertore. Filmaccio.
MEMORABILE: Il nostro eroe esce a testa bassa, trascinando i piedi, dopo aver preso la decisione giusta (se ci fosse stato un palo, l'avrebbe preso in pieno).

Tarabas 28/07/20 23:04 - 1888 commenti

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I mille guai della produzione non levano fascino a questa opera prima di Peckinpah, che probabilmente sarebbe stata più radicale, ma anche così mostra già i segni caratteristici del regista, che ben prima della new wave western capovolge i ruoli di eroi e cattivi, crea una stranissima coppia come conseguenza dell'uccisione (involontaria) del figlio di lei da parte di lui, usa come coprotagonista uno svanito reduce sudista che vuole rifondare la Confederazione. Notevoli contributi anche dai ruoli minori (il dottore, il predicatore). Notevole.
MEMORABILE: La "cravatta" del baro fatta con gli assi di troppo del suo mazzo.

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