Discendente diretto del western e dei suoi eroi solitari, malinconici e misteriosi che vengono dal nulla e nel nulla scompaiono a missione compiuta, l’esordio alla regia di Hill ne rivela già il talento per la realistica descrizione del contesto urbano e sociale – i bassifondi della New Orleans anni Trenta – e il ritmo sostenuto e costante impresso all’azione, specie durante gli incontri clandestini di boxe, sempre tesi e avvincenti. Azzeccatissimi Bronson e Coburn, opposti per fisicità e carattere: granitico, taciturno e prudente il primo; plastico, ciarliero e spavaldo il secondo.
MEMORABILE: Bronson in spedizione punitiva; l’incontro in gabbia con Robert Tessier.
Film assai importante, modello per i vari Lionheart, Fighting, I gladiatori della strada e simili, insomma iniziatore di un genere, quello dei combattimenti clandestini. In realtà gli aggiornamenti degli ultimi vent'anni hanno aggiunto davvero poco, dato che qui c'è già tutto (compresi ritmo e violenza), con in più quel tono melanconico, crepuscolare e pessimistico particolarmente seventies. Bronson perfetto per il ruolo, bravo Coburn.
Nella New Orleans degli anni 30 si praticano incontri di lotta clandestina. Un taciturno e non più giovane pugile di strada è ancora il migliore sulla piazza, ma il suo impresario sbruffone dalle mani bucate lo metterà nei guai. L’esordio di Hill sulla scia de L’imperatore del Nord, è un film antieroico per spiriti duri e puri che credono ancora nella lealtà e nell’amicizia virile. Bronson sfrutta la meglio il suo minimalismo recitativo, Coburn è una simpatica canaglia in un mondo di perdenti e gli incontri sono girati con sobrietà e realismo.
MEMORABILE: La sfida con Uovo Sodo; L’incontro con il campione venuto da Chicago; “Non pensi che dovremmo dirci qualcosa?”; “Andiamo a prendere il gatto”.
Il debutto alla regia di Walter Hill è discreto, ma di certo non memorabile. Il difetto maggiore della pellicola risiede nel fatto che non si prova molto interesse verso gli avvenimenti narrati o sulla sorte dei protagonisti, forse anche per la scelta di non narrare nulla sul loro passato o sui loro pensieri/sentimenti. Le interpretazioni sono più che corrette (Bronson nel ruolo del duro è un super classico) e la regia solida. Abbastanza inutile il personaggio interpretato dalla Ireland (all'epoca moglie dell'attore principale, e quasi sempre presente nei suoi film). Così così.
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HomevideoRocchiola • 10/02/20 08:36 Call center Davinotti - 1324 interventi
Il DVD marchiato Columbia è vecchiotto ma buono. Video panoramico 2.35 piuttosto pulito con sporadiche spuntinature, una definizione più che discreta e colori vivi ed equilibrati. Audio mono di media potenza e chiarezza. Purtroppo fuori catalogo incomincia a costare parecchio anche ricercandolo in rete.