FALSI D'AUTORE-Perduti e ritrovati
Bizzarro e strampalato noir girato in quel del canton Ticino (sembra un film italiano a tutti gli effetti, in realtà di produzione svizzera con il contributo della televisione elvetica), tra Fiat 500, Fiat 127 e motocarri rottamosi, cascinali abbandonati, scrittori solitari e misantropi, dark lady spuntate dal nulla in una notte di tregenda, poliziotti di confine corrotti, bruttine non poi tanto stagionate che giocano a fare le vamp e sacche piene zeppe di soldi sporchi.
La regia di Kuert (artista a tutto tondo , che quì non lo fa notare) è solida e apprezzabile, attenta ai particolari e alla psicologia dei personaggi
Quello che manca è il manico, cioè una sceneggiatura solida.
Tutto e confuso e farraginoso, e si sente l'indecisione di Kuert su che film avrebbe voluto fare (dramma sentimentale? Noir? ), pasticciando con i generi ma , alla fine, risolvendo con ben poco di fatto.
Atmosfere quasi avatiane, sapori di chiaroscuri alla
Una Pura formalità (il confronto notturno, nel cascinale, mentre fuori imperversa il diluvio, tra la Ricci e Glowna), un occultamento di cadavere che sembra quello coeniano di
Blood Simple, scarpe col tacco perse e ritrovate e fatte indossare a forza tra i vuoti di damigiane, amori passionali e non corrisposti, funerali con bande del paese, una vecchia che stà tutto il giorno davanti alla tv a vedersi film giapponesi(sic!)
Un'opera sgangherata , ben diretta ma dallo script informe e balordo (il finale con la valigia piena di banconote sulla strada di campagna, da dove viene la Ricci? Chì è in realtà? Non ci e dato sapere)
Titolo truffaldino (perchè L'assassina?) che avrebbe anche buoni spunti (la Ricci, all'inizio, sembra una proiezione mentale dello scrittore), vanificati da una narrazione impacciata e sconclusionata, che, alla fine dei giochi, non porta praticamente a nulla.
Bravissima la Ricci (che canta anche un'inquietante filastrocca sotto la pioggia, che apre e chiude il film), misteriosa , melliflua e enigmatica "dark lady" che sembra uscita dai noir anni '40, spesso a piedi nudi e con i seni di fuori.
Non male anche la Mazzantini (bruttina ma dal fascino sensuale non indifferente, soprattutto quando "gioca" a fare la fashion lady davanti allo specchio, guardandosi i seni e carezzandosi le gambe, sfilandosi i sandaletti che ha indossato per tutto il giorno)
Al di là del lato gineceo del film, rimane ben poco, se non un senso di inintelligibilità e di pochezza a livello di sceneggiatura
Peccato, perchè Kuert (che dirige, scrive, produce e monta) il talento c'è l'ha pure, ma manca tutto il resto, in primis il coinvolgimento e l'emozione.
Nota di merito per le verdi e montuose location svizzere.