Il terzetto di protagonisti è realmente ben assortito e ha il merito di sostenere una pellicola che, pur non decollando mai, riesce a farsi apprezzare nella sua interezza. Come in una tra le più appassionanti sottotrame di Capitol, la politica sacrifica la vita privata all'altare del suo successo. Charme, sex appeal e maestria in tre parole: lui, lei, l'altra, in un ambizioso progetto a sfondo politico. Una relazione segreta che scotta in una vita troppo irreprensibile per essere tale. Intrigante.
Debolissimo apologo sull'arrivismo politico. Il film fallisce sia nel mostrare i bassi intrighi del potere (la rappresentazione è molto semplicistica) sia le difficoltà del protagonista nella gestione della sua travagliata vita personale. Anche la storia d'amore sa di poco, un po' facilotta anch'essa. Delon e la Moreau fanno quello che possono, la Rome è (come dirlo con parole dolci?) deliziosamente inadeguata.
Politico rampante che briga per essere nominato ministro antepone le sue ambizioni di carriera alla vita privata, trascurando la moglie depressa, il figliolo sbalestrato e persino la top model che pure dichiara ad ogni pié sospinto di amare... Forse il peggior film del regista, gravato da un handicap pesantissimo. Non si tratta della sceneggiatura, nonostante sia piuttosto banale, né di Delon, adatto al ruolo, e tanto meno di Moreau, abile nel tratteggiare un personaggio che agisce tra le quinte, ma di Sydne Rome, del tutto inadeguata, soprattutto quando la trama assume risvolti drammatici.
MEMORABILE: In negativo: certe battute di Sydne Rome che si doppia da sé nella versione in italiano, con risultati che fanno dolere le orecchie
Non disprezzabile questa, forse anche banale, analisi della vita di un politico rampante, ben interpretato da Delon, disposto a sacrificare tutto pur di assicurarsi un ministero. Buona anche la prova fornita dalla Moreau, mentre la Rome si dimostra, per quanto splendida, del tutto inadeguata a reggere il ruolo. Il ritmo è molto lento e le situazioni risultano abbastanza ripetitive, ma risultano azzeccate le scelte di narrare tutto in flashback e di costellare Parigi con le immagini pubblicitarie della Rome, che "ossessionano" Delon. Lontano dal capolavoro, ma un prodotto dignitoso.
L'intreccio vive di tanti flashback. Delon è il politico preso nella stretta del suo mandato vocativo, a cui obbedisce per ragioni "supreme". Il personaggio Delon non è tuttavia cattivo. Vuole il potere interpretando il cambiamento dei tempi. La dedizione alla propria mission è sacra, a pagarne le spese sono state la madre, la moglie e ora l'ultima fiamma, la Rome. La rottura dell'amore è vissuta in chiave razionale, grazie allo sguardo obbligato dell'amata. Delon è in gran forma e anche la Rome. Una storia sentimentale che può appartenere a tanti. Il finale è fastidioso, eccessivo.
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