Corto di 25’ che racconta di continuità e divisioni, ricordi e prospettive, speranze e rimorsi. Il tutto all’interno di una Tokyo notturna e spettrale dove i frammenti di storie passate si affastellano e si compenetrano strato su strato in uno split-screen straniante e azzeccato. Un bell’esercizio di stile ma con qualcosa di più. Affascinante e bellissima la protagonista Luchino Fujisaki.
Un uomo, la giovane amante, la moglie morta e due pesciolini rossi: sono gli elementi che nutrono un bellissimo cortometraggio sul sentimento, sulla memoria, sull’assenza. Una raffinatissima composizione realizzata con un ritmo rarefatto di attesa e sospensione davvero eccellente, e con lo schermo diviso in due che gioca in maniera sottilissima su separazione, individualità e distanza e al tempo stesso ricomposizione di una storia “a pezzi”. Insomma, un lavoro eccellente, che regala composte emozioni e lieve trepidazione.
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