Il sasso in bocca - Film (1970)

Docu-fiction sulla mafia, dalle origini fino ai giorni nostri (beh, quelli del 1970 ovviamente). Non proprio un film nel senso classico del termine, siamo dalle parti di un lavoro televisivo che procede più per accumulo che non per sviluppo. Comunque non annoia, anche se ho passato il tempo più a cercare i soliti volti del nostro cinema che non a seguire la trama. Ci sono parecchie sequenze riprese da Salvatore Giuliano, come del resto viene specificato sui titoli di testa.

Pseudo mondo movie a tema mafia, che ti entra dentro come una lama di coltello affilata sin dall'incipit con i bulbi oculari asportati e ben esibiti alla mdp (tipico del Ferrara esasperare l'aspetto grandguignolesco della vicenda di sangue). Da Costello a Giuliano, dalla borsa a Scelba, un susseguirsi di codici e infrazioni ai medesimi, di uomini d'onore e relative punizioni (per tutte la morte del capo di Cosa Nostra sol perché calabrese e non siculo). Stupendo!

Primo film di Ferrara, mescola convulsamente filmati di repertorio e scene ricostruite, talora in modo serratissimo. Importante come documento, risulta inficiato da parti molto grossolane specialmente nella seconda parte, quella di ambiente siciliano, il che mina - forse oltre il demerito - la credibilità di alcune situazioni. Varie sequenze sono prese da Salvatore Giuliano, di Rosi.

Più che un film potremmo definirlo un ottimo documentario, che ripercorre i cruenti anni di mafia e i suoi ovvi legami con l'America e il mondo politico. Qui Ferrara alla sua prima opera di rilievo mostra a tutti il suo modo di fare cinema senza fronzoli e aderendo il più possibile ai fatti accaduti realmente. Per il sottoscritto è anche l'occasione di vedere una Palermo completamente diversa, in cui però il boom edilizio aveva già (ahimè) lasciato tracce importanti nel suo assetto urbanistico.

Fin dai suoi esordi, Ferrara dimostra un coraggio non comune nell'affrontare argomenti scottanti e realizza un vero e proprio bignami sulla mafia siciliana e d'oltreoceano, che va dal fascismo alla fine degli anni '60. Inevitabilmente sbrigativo, in qualche frangente anche grossolano, ma istruttivo nelle sequenze documentaristiche (con annessa voce narrante) e serrato in quelle cinematografiche. Non è un film in senso stretto, ma essendo da sempre interessato all'argomento, l'ho apprezzato comunque.

Sorta di documentario sulla Mafia analizzata dal punto di vista storico, questo film di Ferrara si riduce a una sequenza frammentata di filmati di repertorio, ricostruzioni e "prestiti" da altri film. Forse la carne al fuoco è troppa e a ogni avvenimento non viene dato il giusto risalto per cui alla fine, senza un background, della Mafia come fenomeno unitario si capisce poco. Ha il coraggio di aver parlato con cognizione di causa e precisione storica di un fenomeno di cui certa politica ancora negava l'esistenza. Utile a scopo didattico.