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Tutti i commenti e le recensioni di Il processo di Verona

TITOLO INSERITO IL GIORNO 19/05/08 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 20/05/08 01:08 - 5686 commenti

I gusti di B. Legnani

Premessa forte e chiara: è un bel film. Ciò detto, molte sono le perplessità. La premiata Mangano è grintosa come Edda, ma è la Mangano, non Edda (meglio Wolff, come aderenza al personaggio). Gora non ha nulla del vero giudice Cersosimo (a lungo intervistato da Zavoli): meglio Randone che fa Fortunato. Forse nel ’63 non si poteva che sceneggiare in pieno anti-fascismo militante, ma dire che a ottobre ’43 le valli veronesi ribollono di partigiani è un falso storico (altre rilievi nelle Curiosità).
MEMORABILE: La scena della fucilazione ripete in maniera straordinaria l'esistente documento filmato (dato dalla RAI anche in Combat film).

Cotola 22/07/10 21:03 - 9612 commenti

I gusti di Cotola

Solido film storico-spettacolare di Lizzani cui si perdonano alcune libertà grazie alla capacità del regista di tenere sul filo lo spettatore per tutta la durata della sua pellicola (nonostante la fine di Ciano sia nota). Merito sicuramente della sceneggiatura scritta a più mani ma anche di un cast di attori in grande spolvero (forse solo Wolf un po’ monoespressivo) su cui spicca una Mangano meravigliosa. Tra i migliori del regista.
MEMORABILE: La telefonata di Edda al padre con tanto di sfuriata

Capannelle 6/12/10 11:07 - 4595 commenti

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Godibilissima ricostruzione dei fatti che portarono alla fucilazione di Ciano e che già erano emblematici del clima da guerra civile. Lizzani sviluppa in parallelo le violente rese dei conti tra gerarchi fascisti e i drammi personali nella famiglia Ciano: ne esce ingigantità la figura di Edda (ma era così in realtà?), senza alcun rispetto le figure dei miserabili capi e capetti della repubblica sociale. Valenti tutti gli attori.
MEMORABILE: La folla che vorrebbe linciare Ciano, tenuta a guardia e ammutolita dai tedeschi. La telefonata di Edda a suo padre.

Nicola81 7/10/15 15:54 - 3014 commenti

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Un bravo regista e un ottimo cast ricostruiscono il processo farsa con cui il fascismo di Salò regolò i suoi conti con quei gerarchi che avevano provocato la caduta del regime. Qualche licenza rispetto alla storia c'è, ma la vivacità della narrazione coinvolge lo spettatore fino in fondo, sebbene l'epilogo sia noto. Curiosa e forse non azzeccatissima la scelta di non fare comparire mai Mussolini, mentre al personaggio di sua figlia Edda (benché interpretato da una bravissima Mangano) di spazio forse ne è stato concesso fin troppo...

Rufus68 2/03/16 22:29 - 3978 commenti

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Buona ricostruzione del processo intentato ai gerarchi che sfiduciarono Mussolini: fra loro il genero del duce, Ciano. Lizzani sa il fatto suo: è scabro e secco; concede qualcosa alle proprie preoccupazioni ideologiche (oggi datate), ma ciò è trascurabile a fronte di uno svolgimento narrativo che non concede nulla al luogo comune. Wolff è in parte; troppo aspra la Mangano (in assoluto, non rispetto alla Edda storica).

Gmriccard 18/12/18 13:06 - 121 commenti

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Lizzani non fa di nome Florestano purtroppo, ma sforna comunque un film che non annoia nonostante si appropinqui alle due ore. Esclusa la compiantissima Mangano e un sorprendente D'Orsi, le prove attoriali sono in generale un po' loffie: magari proprio quei cuori di leone i congiurati non erano, però... Azzeccatissime le parti sulla pervicacia della magistratura e sul pilatesco iter di diniego delle domande di grazia.

Keyser3 11/06/20 23:25 - 444 commenti

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Ricostruzione dei convulsi fatti post 25 luglio culminati nel processo-farsa di Verona che dà il titolo al film, accurata e rigorosa come da tradizione di Lizzani, che inframmezza il girato anche con immagini di repertorio. Ottimo il lavoro fatto con il compianto Frank Wolff, la cui somiglianza col vero Ciano è impressionante, e grande prova di Silvana Mangano, tormentata e tenace nel tentativo di salvare il marito. Nel complesso sicuramente da rivalutare, non essendo fra i lavori più noti del regista.
MEMORABILE: La drammatica telefonata fra Edda ed il padre.

Zampanò 29/01/21 19:54 - 386 commenti

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La Mangano ruggisce in una delle sue prove più assolute; impersona un'Edda implacabile, sorda alle ragioni della Storia. Non demerita Wolff, azzimato e senza zanne, "confermato" alla sbarra dopo l'avvelenato Pisciotta di Salvatore Giuliano. Film secco, filologico, tenue solo negli inserti della signorina Gestapo. Tra i comprimari si nota D'Orsi, in carattere tragico poco usuale, e il sempre ineffabilmente perfido Gora. Plausibile l'idea di Pirro e Lizzani di non far apparire il Duce, entità demiurgica già diffusa in ogni atto, sillaba, canna di fucile, di questa vicenda.
MEMORABILE: La telefonata di Edda Mussolini al padre.

Daniela 20/04/21 16:25 - 13376 commenti

I gusti di Daniela

Uno di quei film per cui è difficile non scindere in due il giudizio, valutandone separatamente il valore dal punto di vista della ricostruzione storica e l'impatto spettacolare. Se appare infatti discutibile l'adozione del punto di vista di Edda Ciano con la conseguente riduzione dell'evento storico nell'alveo di un dramma familiare, d'altra è proprio questa scelta a sostenere una tensione quasi da thriller, nonostante i fatti siano ben noti. Questa ed altre perplessità sono comunque fugate nella sequenza della fucilazione, rigorosa e verosimile. Buona la prova corale del cast.  

Silvia75 13/05/22 23:32 - 188 commenti

I gusti di Silvia75

Bellissimo film di Carlo Lizzani che ricostruisce con grande rigore storico il processo di condanna a morte di Galeazzo Ciano nel 1943, genero di Mussolini. La storia è incentrata sulla moglie Edda che fa di tutto per salvarlo senza riuscirci e su Mussolini che fa fucilare il genero. Eccellente interpretazione di Silvana Mangano ma anche gli altri attori sono eccellenti. Ottima la serrata regia quasi documentarista di Carlo Lizzani, ben attento agli stati d'animo dei personaggi.
MEMORABILE: La telefonata di Edda.

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Giùan 28/05/22 14:19 - 4997 commenti

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Lizzani conferma il proprio eclettico magistero con questa volitiva cronaca storica di un cardinale episodio della rovinosa débâcle fascista, riuscendo a renderne col giusto piglio il morboso contorcimento familistico istituzionale. Sfruttando lo script di Pirro e Amidei, il film lascia sullo sfondo, senza però sbiadirlo e preferendo riverberarlo, il contesto storico, concentrandosi sulla tragedia shakespeariana dei personaggi. Se Wolff/Ciano ha l'occhio un po' troppo sbarrato, la Mangano infonde alla sua Edda un risentimento "infedele" alla Storia ma cinematograficamente intenso.
MEMORABILE: Il Fortunato di Randone; I dialoghi tra Edda e la madre.

Apoffaldin 20/07/24 15:19 - 308 commenti

I gusti di Apoffaldin

Il periodo storico narrato è quello che va dal Gran Consiglio della notte tra il 24 e il 25 luglio 1943 al processo farsa di Verona con conseguente condanna degli imputati. Non privo di forzature e inesattezze storiche, che nulla tolgono alla condanna morale e storica del regime fascista, il film è comunque buono grazie alla scelta di Pirro e Lizzani di affidarlo principalmente alla magnifica coppia Mangano-Wolff. Buona anche l'idea di presentare Mussolini come una sorta di convitato di pietra: sempre presente pur non comparendo mai. Memorabile la scena finale.
MEMORABILE: Il cast; Mussolini convitato di pietra; Il finale.

Paulaster 10/09/24 18:08 - 4968 commenti

I gusti di Paulaster

Dopo la caduta di Mussolini un gruppo di fascisti viene processato per tradimento. Rilettura dei fatti storici che dà importanza alle componenti emotive di Edda e Galeazzo Ciano. Grande prova della Mangano, che sa essere combattiva senza sfociare nel melodramma. Anche le connotazioni politiche si attestano sui fatti e lievemente danno faziosamente il senso degli eventi. Il processo in sé non è molto approfondito e discreta è la chiusura.
MEMORABILE: Ciao dall’”estero” all’”interno” in carcere; La chiamata al padre Mussolini; La fucilazione di spalle.
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  • Curiosità B. Legnani • 20/05/08 01:20
    Pianificazione e progetti - 15255 interventi
    Continuo quanto detto nel mio commento.
    Errato il tono stentoreo di Vecchini (un ottimo Tino Bianchi) nel leggere la sentenza (è notorio che in realtà quasi sussurrò). Edda, inoltre, non parlò mai per telefono col padre: gli scrisse delle lettere.
    Passi, invece, per alcune semplificazioni, come quella del palleggio delle domande di grazia, che in realtà fu molto più complesso.
    Di importanza zero, ma buffo, l’errore di sponda gardesana: le ragazze di Gargnano vengono fatte parlare in veneto anziché in bresciano...
    ***
    Due parole su Pisenti, ministro della Giustizia, dal cui breve ritratto del film emerge un personaggio non negativo. Acuto uomo di legge, non costituì a Brescia la Corte di Cassazione, ma la denominò come sezione staccata da Roma. Ciò permise, a Italia riunita, che le sentenze della Cassazione bresciana fossero ritenute valide.
  • Curiosità Apoffaldin • 24/07/24 10:38
    Magazziniere - 317 interventi
    SALTA LA PRIMA MA SOLO DI UN GIORNO

    La prima mondiale del film che avrebbe dovuto svolgersi al cinema San Marco di Venezia la sera del 1 marzo 1963 saltò in seguito a due istanze di sequestro presentate al pretore della città dagli avvocati di Italo Vianini (ex console generale della milizia fascista) e Edda Ciano (moglie di Galeazzo e figlia di Benito Mussolini).

    Il primo chiedeva lo stralcio di alcune scene del film, soprattutto quella in cui lui stesso respinge la domanda di grazia per i condannati a morte del processo. Il regista Carlo Lizzani e lo sceneggiatore Ugo Pirro obiettarono che la scena era stata scritta basandosi sul testo di un memoriale dello stesso Vianini.
    Edda Ciano, oltre a contestare il modo in cui venivano presentati nel film lei, Galeazzo Ciano e Benito Mussolini, accusava di falsità storica tre scene. Nella prima viene mostrata una manifestazione al grido di "a morte Ciano!" che non ci sarebbe mai stata perché gli occupanti nazisti non l'avrebbero permessa.
    La seconda presenta Farinacci che depone in aula mentre lo fece soltanto in fase istruttoria.
    La terza è quella che la vede entrare (interpretata da Silvana Mangano) nell'aula del processo e lei disse di non averlo mai fatto.
    Dino De Laurentiis si disse sorpreso dalla richiesta di sequestro avanzata da Edda Ciano anche perché lei aveva già avuto modo di vedere privatamente il film "senza avere niente da ridire".
    Gli avvocati del produttore provarono a chiedere il blocco del sequestro ma, essendo impossibilitati a far arrivare la pellicola in città in tempo per consentire al pretore una preventiva visione privata, rinunciarono.

    FONTI: B.R., Vietata a Venezia la proiezione del film "Il processo di Verona", in Corriere della sera, 2 marzo 1963, pag.9.
    Il ricorso di Edda Ciano contro il film di Lizzani. Ibidem.

    La prima fu rimandata soltanto di un giorno perché gli avvocati di De Laurentiis e del distributore contattarono subito il pretore di Mestre che gli assicurò che il sequestro era valido soltanto per Venezia e lui era favorevole alla proiezione del film. Perciò già la mattina del 2 marzo il film fu mostrato alla stampa al cinema Corso di Mestre e nel pomeriggio iniziò la sua normale programmazione per il pubblico.

    FONTE: I legali di Edda Ciano colti alla sprovvista, in Corriere della sera, 3 marzo 1963, pag.9.

    Il 6 aprile 1963 la richiesta di sequestro di Edda Ciano fu definitivamente respinta dal pretore capo Lignola per una questione procedurale e per "inattività della parte ricorrente".
    FONTE: Respinta la richiesta Edda Ciano per il sequestro del "Processo di Verona", in La stampa, 7 aprile 1963, pag.11.

    Quest'ultima fonte è consultabile qui.
  • Discussione Apoffaldin • 24/07/24 10:42
    Magazziniere - 317 interventi
    Piccolo "giallo" a margine, che le fonti sollevano senza risolvere.
    Ho recentemente visto la copia del film disponibile on line.
    Di tutte le scene accusate di falso storico l'unica che non ho trovato è quella nella quale Silvana Mangano (Edda Ciano) entrerebbe nell'aula del processo.
    Nelle fonti consultate De Laurentiis, Lizzani e Pirro non fanno nessun riferimento al fatto che la scena non esistesse: sarebbe stata la difesa più semplice ed efficace.
    Perciò un'ipotesi possibile (possibile non probabile) è che la scena, presente nelle primissime versioni, e magari anche in quella visionata privatamente da Edda Ciano, sia stata successivamente rimossa, magari nel tentativo di rendere più morbida la donna in quanto "parte ricorrente" contro il film.

  • Discussione B. Legnani • 24/07/24 10:46
    Pianificazione e progetti - 15255 interventi
    Apoffaldin ebbe a dire:
    Piccolo "giallo" a margine, che le fonti sollevano senza risolvere.
    Ho recentemente visto la copia del film disponibile on line.
    Di tutte le scene accusate di falso storico l'unica che non ho trovato è quella nella quale Silvana Mangano (Edda Ciano) entrerebbe nell'aula del processo.



    Questo sarebbe stato un falso storico indifendibile.
  • Discussione Apoffaldin • 24/07/24 10:50
    Magazziniere - 317 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    Apoffaldin ebbe a dire:
    Piccolo "giallo" a margine, che le fonti sollevano senza risolvere.
    Ho recentemente visto la copia del film disponibile on line.
    Di tutte le scene accusate di falso storico l'unica che non ho trovato è quella nella quale Silvana Mangano (Edda Ciano) entrerebbe nell'aula del processo.



    Questo sarebbe stato un falso storico indifendibile.
    Sono d'accordo con te.
    Tanto più mi ha stupito non trovare nelle fonti nessuna dichiarazione di De Laurentiis, Pirro e/o Lizzani sul fatto che la scena non ci fosse.



  • Discussione Apoffaldin • 24/07/24 11:12
    Magazziniere - 317 interventi
    Apoffaldin ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Apoffaldin ebbe a dire:
    Piccolo "giallo" a margine, che le fonti sollevano senza risolvere.
    Ho recentemente visto la copia del film disponibile on line.
    Di tutte le scene accusate di falso storico l'unica che non ho trovato è quella nella quale Silvana Mangano (Edda Ciano) entrerebbe nell'aula del processo.



    Questo sarebbe stato un falso storico indifendibile.
    Sono d'accordo con te.
    Tanto più mi ha stupito non trovare nelle fonti nessuna dichiarazione di De Laurentiis, Pirro e/o Lizzani sul fatto che la scena non ci fosse.




    Per completezza riporto citando alla lettera il punto che ci interessa tra quelli contestati da Edda Ciano nella sua richiesta di sequestro. Questa citazione è tratta da "La Stampa" ed è liberamente consultabile tramite ricerca nell'archivio storico on-line.
    "Nel film Edda Ciano, in contrasto con quanto avvenuto nella realtà, assiste sia pur fugacemente al dibattimento".
    In Questi i motivi della richiesta, in La stampa, 2 marzo 1963, pag.5.
  • Discussione B. Legnani • 24/07/24 11:16
    Pianificazione e progetti - 15255 interventi
    Apoffaldin ebbe a dire:
    Apoffaldin ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    Apoffaldin ebbe a dire:
    Piccolo "giallo" a margine, che le fonti sollevano senza risolvere.
    Ho recentemente visto la copia del film disponibile on line.
    Di tutte le scene accusate di falso storico l'unica che non ho trovato è quella nella quale Silvana Mangano (Edda Ciano) entrerebbe nell'aula del processo.



    Questo sarebbe stato un falso storico indifendibile.
    Sono d'accordo con te.
    Tanto più mi ha stupito non trovare nelle fonti nessuna dichiarazione di De Laurentiis, Pirro e/o Lizzani sul fatto che la scena non ci fosse.




    Per completezza riporto citando alla lettera il punto che ci interessa tra quelli contestati da Edda Ciano nella sua richiesta di sequestro. Questa citazione è tratta da "La Stampa" ed è liberamente consultabile tramite ricerca nell'archivio storico on-line.
    "Nel film Edda Ciano, in contrasto con quanto avvenuto nella realtà, assiste sia pur fugacemente al dibattimento".
    In Questi i motivi della richiesta, in La stampa, 2 marzo 1963, pag.5.

    Incredibile.