Intenso, drammatico e bellissimo film di Robert Mulligan, probabilmente il suo migliore. Ci racconta il declino del boss malavitoso definito "l'uomo chiave" in quanto considerato il tramite per ogni affare poco pulito da concludersi in città. I tempi però cambiano, il gangster che non ha più il potere di un tempo teme per la proprio vita: sarà il giovane cowboy che lo affianca a doverlo eliminare o è tutto frutto di una sua paranoia? Ritmi lenti ed introspezione psicologica sono elementi portanti di questa ottima pellicola, da recuperare.
Si salvano l'abito di Hopkins (quasi uguale a quello di Voigt in Un uomo da marciapiede) e un incubo a occhi aperti; per il resto il regista gioca male le sue carte, poiché l'intera durata del film verte solo sulle pressioni subite dal protagonista per una strada tutta in salita nel concretizzare un affare di ampliamento dei suoi locali, per i suoi loschi traffici. Pochissima azione, tanti incroci di personaggi con brevi dialoghi e un finale quasi telefonato. Pur essendo un buon regista, Mulligan ha sbagliato l'ambito d'applicazione dei suoi strumenti.
MEMORABILE: La colluttazione nell'ascensore; La violenta discussione iniziale.
Regista dalla personalità fuori moda, Mulligan firma un cripto noir ammantato di una nostalgia che, senza mai rendersi fastidiosa, avvolge progressivamente nelle sue funeree spire. Coadiuvato dal conciso script di Roth e dal quasi esibito low budget, il film costruisce inesorabilmente l'empatia col protagonista (il tormentato Miller, reduce dall'Esorcista), San Pietro di un mondo criminale le cui leggi son superate dai tempi e dalla malavita "finanziaria". Nel superiore cast a supporto, da segnalare la giovane Haynes e l'inquietante smargiasso di Hopkins.
MEMORABILE: Il sogno in cui Cooper "vede" la fidanzata uccisa da Turner.
L'"uomo delle chiavi", il padrone della Quinta strada: Cooper, un boss di medio livello che media fra polizia e malavita, sente il terreno mancargli sotto i piedi quanto un affare importante si rivela più complicato del previsto... Bel gangsteristico crepuscolare in cui l'azione cede il passo al ritratto ambientale e l'approfondimento psicologico. Per Miller il miglior ruolo in carriera, insieme a quello del prete nell'Esorcista, ma ben figurano anche Hillerman e soprattutto Hopkins, le cui apparizione bastano da sole ad alzare il livello della tensione. Bellissimo l'epilogo pieno di amarezza.
Un film dalle atmosfere tipicamente settantiane che comincia come il più classico dei gangster movie per poi virare verso atmosfere crepuscolari degne dei noir dei tempi d'oro. La storia descrive bene il declino di un "uomo chiave" ai margini della legge, forse non valorizzato a sufficienza da una prova non eccelsa di Miller cui l'antagonista Hopkins dà parecchi punti, grazie a una gamma espressiva decisamente più ampia. Corretta la regia di Mulligan attento anche ai dettagli e più che dignitosa la confezione, che regala qualche scorcio esterno degno di nota. Ampiamente guardabile.
Boss che gestisce merce rubata viene coinvolto in un affare. Soggetto insolito, per un gangster movie, in cui l'azione vera e propria non esiste e l'argomento principale è il sottobosco di relazioni e relativa tensione tra malviventi. Miller è adatto nel ruolo del tormentato e la sua paranoia è un crescendo giocato non benissimo nel finale; i tempi vengono dilatati rispetto a ciò che dovrebbe succedere. Comunque, la scelta di mantenere un clima asciutto e senza scene madri è azzeccata.
MEMORABILE: Le impronte in casa; Il sogno con la compagna uccisa.
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Ricevuta proprio oggi una copia da un mio caro amico. In questo caso l'emittente che meritoriamente lo trasmise è Italia7 TelePadova. E adesso posso fare l'accoppiata con Attento Sicario, ricreando quel prelibato double bill dell'edizione americana (ma con i nostri superbi doppiaggi tricolori!) SLURP!
Buiomega71 ebbe a dire: Io, grazie al buon Caesars, posseggo pure Il Mediatore Infatti mi è arrivato proprio Il Mediatore. E ora gradirei metter le mani - restando in tema di film che iniziano con Il - anche su Il Mascalzone e Il giustiziere. ;-)
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni (ciclo: "Registi di Hollywood", martedì 10 novembre 1981) di Il mediatore: