Nel '43 in Ungheria, due gemelli tredicenni vengono portati dalla madre in campagna presso la nonna contadina, pensando di metterli al riparo dai pericoli dalla guerra, ma sarà per loro un'esperienza durissima... Storia di un'educazione alla fame, al freddo, al dolore, alla crudeltà, alla morte, che non concede spazi alla fantasia dell'infanzia, se non quelli racchiusi nelle pagine del diario in cui i ragazzi descrivono fatti e propositi. Due corpi, una sola anima, András e László Gyémánt sono commoventi e spietati, mentre Molmar è una nonna-strega di impressionante protervia.
MEMORABILE: Il bombardamento, con le ombre degli aerei che incombono sulle strade del villaggio; La sequenza finale, con l'atroce calpestamento
Non è il primo film in cui sono protagonisti dei bambini sullo sfondo della guerra, ma in questo forse per la prima volta non si riesce a provare commozione. L'atroce sequenza di miserie alle quali sono esposti i due gemelli per l'intero film li indurisce a vista d'occhio, rendendoli agli occhi dello spettatore dei precoci adulti (in senso deteriore). Non c'è spazio emotivo per facili sentimentalismi. Almeno il linguaggio cantilenante del libro da cui il film è tratto, seppur ossessivo, ci ricordava di avere a che fare pur sempre con dei bambini.
Chi si è cimentato nella lettura della Trilogia della città di K si aspettava l'aria angosciante che si respira all'interno del film. Tutto è costruito per disorientare, per stordire, per non dare alcun tipo di riferimento se non temporale. Assistiamo impotenti all'educazione disumana e alienata di due gemelli parcheggiati dalla madre alle "cure" della nonna. Nessuno si salva in questo dramma, tanto da confondere più di una volta le vittime con i carnefici. Nessuna parola può giustificare o servire per comprendere tanta tristezza.
Adoro il primo capitolo della Trilogia e pertanto guardingo mi avvicino a questa sua versione filmata. Ottimo impatto iniziale con un cast efficace, a cominciare dai glaciali bimbi e fotografia assolutamente in linea con la mia personale immagine del racconto. Il regista non eccede in virtuosismi e con un tratto che mi ricorda il Kieslowski del Decalogo, lascia che siano le parole a stupire. Forse non lo ricoderemo per decenni, ma credo sia un buon motivo per spingerci verso quel capolavoro che è la Trilogia della città di K. E scusate se è poco!
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DiscussioneDaniela • 2/07/14 12:47 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Ah...questo me lo ero procurato per conto mio (ho letto il libro), domandandomene la qualità. Se lo consiglia Daniela, vado a colpo sicuro.
DiscussioneDaniela • 3/07/14 08:00 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Cotola ebbe a dire: Ah...questo me lo ero procurato per conto mio (ho letto il libro), domandandomene la qualità. Se lo consiglia Daniela, vado a colpo sicuro.
Io invece non ho letto il romanzo, ma la visione del film mi ha messo voglia di leggerlo...
Aspetto le vostre opinioni per un confronto :o)
Daniela ebbe a dire: Cotola ebbe a dire: Ah...questo me lo ero procurato per conto mio (ho letto il libro), domandandomene la qualità. Se lo consiglia Daniela, vado a colpo sicuro.
Io invece non ho letto il romanzo, ma la visione del film mi ha messo voglia di leggerlo...
Aspetto le vostre opinioni per un confronto :o)
Mi precipiterò sul film, il libro è uno dei miei preferiti da sempre e di sempre, non vorrei aver aspettative eccissivamente alte..
DiscussioneDaniela • 16/02/17 18:51 Gran Burattinaio - 5930 interventi
Redeyes ebbe a dire: Mi precipiterò sul film, il libro è uno dei miei preferiti da sempre e di sempre, non vorrei aver aspettative eccissivamente alte..
Il film è buono: crudo, molto disturbante, interpretato dalle facce giuste, resta impresso nella memoria. Io l'ho visto in originale con sub, speriamo che il doppiaggio non abbia fatto danni (ultimente mi sono capitate "cose" inascoltabili nel nostro idioma).
Certo che, come sempre accade, quando uno legge un romanzo se lo "visualizza" a modo suo e non è detto che la trasposizione, perfino nei casi in cui è più fedele nello spirito alla pagina scritta, corrisponda alle attese.