Mr. Fogg scommette con gli amici che riuscirà a compiere il giro del mondo in 80 giorni. Tratto dal celeberrimo romanzo di Jules Verne è una produzione hollywoodiana realizzata con ampia dovizia di mezzi. Ne deriva un film molto godibile e divertente, curatissimo nei particolari (impeccabili scenografia e fotografia) forse un po' limtato nella caratterizzazione dei personaggi che appaiono talora stereotipati. Nel ricco cast, spicca la presenza di gran classe di David Niven.
La scommessa sul giro del mondo in 80 giorni raccontata da Verne diventa un piacevole film, sostenuto in particolare dalla garbata simpatia di David Niven. L'opera è, per forza di cose, un fantasmagorico caleidoscopio di panorami e situazioni esotiche, che rimandano più alla 'meraviglia' che non all'avventura. Ma una soffusa ironia e leggerezza salvano la situazione rendendo tutto sommato gradevole la visione.
A parte qualche momento divertente, che a questo punto devo immaginare fortuito, il film l'ho trovato ampolloso, troppo ingessato; il demerito va ascritto secondo me a David Niven (l'oggetto misterioso). La parata di grandi artisti non alleggerisce. Il lettore rimane alquanto deluso della trasposizione del libro di Verne.
Discreta versione, forse la migliore, del bel romanzo di Jules Verne. L'avventura e l'interesse non mancano ma la durata è un po' eccessiva. Di gran classe ed opulenza il cast così come pure la confezione. Il divertimento va e viene ma alla fine il risultato è soddifascente.
Noiosa e datata trasposizione di uno dei più bei libri di Giulio Verne. Troppo carente sul piano del ritmo per poter competere con i film di oggi, oltretutto risulta esageratamente lungo. Da salvare c'è giusto qualche battuta; decisamente troppo poco anche per gli appassionati dello scrittore francese.
Delusione. Incredibilmente prolisso in troppi momenti (interminabili visioni di velieri e di binari), finisce coll'allungare il brodo al punto da sminuire anche i momenti azzeccati, che ci sono, specialmente per merito di David Niven (impeccabile sempre, delizioso quanto deve inalberare una sorta di imperturbabile stupore, aiutato per noi dalla voce di Nando Gazzolo) e di Robert Morley. Inutili apparizioni di grandi nomi. **
Flop colossale ieri, film di culto oggi grazie alle nutrite guest star internazionali dell'epoca che vi compaiono a sorpresa (c'è anche il francese Fernandel, in arte don Camillo!). Scegliere un comico spagnolo per interpretare un maggiordomo tuttofare francese è discutibile, però può andare come il viaggio in mongolfiera, anziché in treno. David Niven come sempre impeccabile e bravissimo, Shirley MacLaine bellissima e credibile principessa indiana. Fra le migliori trasposizioni cinematografiche dell'omonimo romanzo di Jules Verne.
Nel 1957 vinse addirittura l'Oscar di fronte a film dalla caratura senz'altro più elevata grazie all'innata capacità del suo produttore Mike Todd che fece confluire nel film decine di attori famosi per piccoli cameo partecipativi. Peccato che comparsate a parte il film sia ben poca cosa: carrellate infinite su tramonti, panorami, paesi lontani che esercitavano a loro tempo un fascino esotico ma che adesso annoiano lo spettatore e nulla più. La coppia Niven-Cantinflas vince ma non convince. Sicuramente sopravvalutato, ieri come oggi.
Nell'epoca in cui il film è stato girato, a viaggiare non erano in molti e quei tanti, per i quali viaggiare era un sogno, hanno avuto l'opportunità di farsi anche loro un giro del mondo. L'impassibilità inglese equilibrata dalla irruenza di Cantinflas, ottima scelta per affiancare il gentleman Niven. Non proprio fedele al romanzo di Verne, ma il cinema è un'arte visiva e ha le sue esigenze di spettacolarità. I tanti nomi famosi che hanno partecipato in piccole parti, o camei, sono un valore aggiunto e impreziosiscono un buon film. Notevole.
Ad oggi la migliore trasposizione del classico di Verne, una sarabanda attraverso continenti e paesi utilizzando un gran numero di mezzi di trasporto, spettacolare e abbastanza divertente, anche se un poco prolissa. Con la sua classe, Niven è perfetto nel ruolo di Phileas Fogg, incantevole la principessa indiana di MacLaine, non simpaticissimo ma efficace il comico messicano Cantinflas come Passepartout, ma a rendere il film una novità per i tempi è la parata di decine di stelle del cinema, impiegate in ruoli brevi o semplici comparse, che lo trasformano in una sorta di "chi l'ha visto?".
Kolossal d'avventura ancora oggi impressionante per la messa in scena e il dispiegamento di mezzi, tra comparse, meravigliose location e colori sgargianti. La durata è la pecca principale, che rallenta soprattutto il principio, con alcuni momenti folkloristici datati e pochi dialoghi. Ma poco a poco coinvolge, anche grazie alla coppia Niven/Cantinflas, inaspettatamente riuscita e alle tante comparse famose. La regia di Anderson sa come amalgamare i tanti ingredienti e nonostante qualche rallentamento, lo spettacolo regge.
Ad oggi la migliore trasposizione cinematografica del celebre romanzo di Verne è un film dalle due facce: pollice su per il tipico sapore british, rafforzato dalla presenza di Niven (attore che con David Tomlinson incarna maggiormente nell'immaginario collettivo il gentiluomo inglese) e per lo stuolo di stelle che, nonostante non siano calibrate benissimo, rendono il film ancora più interessante. Per contro, a fronte di quasi tre ore di spettacolo, vi sono punti morti notevoli, per altro evitabilissimi, che tendono a infiacchire il tutto.
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Per badare al cast animale (costitutivo di ben 855 specie) furono necessari 90 addestratori, primato cinematografico a oggi rimasto imbattuto e ineguagliato su scala mondiale. Il serraglio constava di 3800 pecore, 2488 bufali, 950 asini, 800 cavalli, 512 scimmie, 17 tori, 15 elefanti, 6 moffette e 4 struzzi.