Pigmalione in salsa padana, il film segue la metamorfosi e ascesa sociale della sgnaccherona Tirisin, notata da un professore che se la mette in casa e ne fa una donna con uso di mondo, che rivelerà peraltro doti non solo fisiche... Festa Campanile traspone Brera, cercando di renderne gli umori e le fissazioni, resta l'atmosfera grassoccia e carnalotta, ma alla resa dei conti il film non decolla. La Lilli Carati era bella assai, ma davvero non sapeva recitare. Trascurabile
Enrico Maria Salerno in un ruolo "sporcaccione" e depravato fa uno strano effetto. Ma la maschera del suo Professor Ulderico Quario è resa con i giusti toni (volgari e drammatici al tempo stesso). Teresa Aguzzi verrà "formata" (allegoria non casuale, date le doti fisiche della Carati) ad atteggiarsi e muoversi come femmina deve (dovrebbe). L'erotismo è affievolito dal prolungamento di vari "coito interruptus" sparpagliati sui 100 minuti che mettono in evidenza la pochezza delle location, degli altri attori e di una storia che non c'è.
Una storia boccaccesca narrata con la lirica sanguigna della sana e vecchia provincia, dove seguendo l'odore della lavanda di campagna si finiva col perdersi in quello stantio dei bordelli, tra disinfettante, lustrini e profumi ricavati col cognac... Pasquale Festa Campanile ricama una storia forse non esaltante, ma lo fa con piglio quasi letterario, senza ambizioni se non quella di raccontare una storia appunto, incarnata da una delle donne più belle che l'Italia di allora potesse annoverare: Lilli Carati. E che dire di Enrico Maria Salerno? Dovremmo aprire un capitolo a parte sulla sua bravura, ma non è questa la sede.
Tratto da un romanzo di Brera, a sua volta basato su un adattamento moderno di Pigmalione. La partecipazione di Salerno - fa sorridere il contrasto tra la sua voce e il suo portamento e le sconcezze che dice - tenta di nobilitare la bassezza della materia, in cui sfilano i soliti cortei di puttane orgogliose e guardoni senza età. La Carati è il corpo per eccellenza, ma denota pure un minimo di personalità. Peccato che il talento del povero Montagnani sia sempre umiliato da ruoli così squallidi.
Simpatica commedia che rielabora il mito di Pigmalione, qui inserito nella Mantova dei primi anno 50. La storia non è ovviamente nulla di originale, ma il film ha ritmo e tra qualche nudo di Lilli Carati e qualche battuta risulta molto godibile. Ottimo Enrico Maria Salerno, simpatico Montagnani in un ruolo secondario. Piacevoli musichette di Riz Ortolani.
Rivedere questo film alla luce della sofferta parabola della protagonista, la bella Ileana "Lilli Carati", mette una certa malinconia; anche per quel sapore retrò della pellicola, che annovera un eccezionale Enrico Maria Salerno, capace di nobilitare un ruolo così squallido dandogli una profondità degna di un film in 3D! Discorso a parte merita Renzo Montagnani, immenso attore ridotto a ruoli secondari e pecorecci; il suo è un caso che meriterebbe una biografia sincera. Film da contestualizzare al periodo.
Si fa perdonare il maschilismo di cui è infarcito grazie alla goliardia di cui è permeato e, per quanto se ne possa dire, ha protagonisti perfetti nei rispettivi ruoli. La storia è ambientata poco tempo prima dell'approvazione della Legge Merlin. In una Mantova ferma nel tempo si svolgono le scorribande sessuali e tragicomiche di una avvenente ragazza, di sua madre e di un facoltoso dottore. Un terzetto che ricorda la commedia di Eduardo. Iniezioni di kitsch e tanta voglia di far sesso. Benvenuti alla Grotta Azzurra.
Spiace dire che quella che poteva essere la pellicola di decollo della Carati nel cinema di Serie A fallì non solo per la mediocrità del risultato, ma specialmente per sua incapacità recitativa. Paradossalmente è proprio il fatto di dover impersonare una ragazza goffa che mette particolarmente in vista la sua goffaggine interpretativa. Per il resto Salerno bravissimo come sempre, ma finisce con l'essere pure lui come il film: lento, ripetitivo, noioso. Poco da salvare: oltre al protagonista, qualche tocco della Vazzoler, in un cast scarsotto.
La storia si riduce presto a una sorta di educazione pigmalionesca e si perdono subito le chance di un racconto padano che poteva evocare maggiori cattiverie e malinconie. Nonostante i riferimenti storici, non si afferra l'epoca del racconto (sospeso tra i '30 e i '50) e la chiusa è frettolosa e pecoreccia. Buon cast. La Carati spaesata ma, specie in abiti contadini, di enorme bellezza.
Da gustare. Non un film trascendentale ma con quello che circola oggi val sempre la pena di rivederlo. Salerno grande prova nel reggere tutto il film sulle proprie spalle, coadiuvato da un grande Montagnani. La Carati è l'unica a non lasciare un'impronta. E dire che il suo fisico è veramente statuario... Piacevole anche la presenza della Vazzoler governante dell'esimio professor Quario al quale aveva fatto da balia, governante e amante.
Tratto da un romanzo di Brera, il film è molto di piu di una commedia erotica, raccontando la storia di un attempato dannunziano che cerca di "educare" la bella contadinella ingenua negli ambienti altolocati di Pavia. Sullo sfondo un'Italia del nord provinciale, lontana dalle angherie della guerra, agreste, ma anche decadente. Un'opera di costume, insomma, che brilla della presenza di Lilli Carati, bellezza carismatica e misterica, nonché di Enrico Maria Salerno e Marisa Belli, quest'ultima nel ruolo di cinica romanaccia.
MEMORABILE: Le lezioni di portamento da parte del professore alla grezza e stupenda Teresin.
Sciapetta commediola provincialotta (nemmeno chissà che pruriginosa) che vive, soprattutto, nelle grazie, nelle autoreggenti e nel corpo della Carati, che se come attrice è qui un disastro, come icona sexy ha i suoi momenti. Meno volgare di certi prodotti similari (sorvolare sul peto ciceriano di Montagnani), con qualche trovata (il tavolo in vetro pulito con l'alito dalla Carati sdraiata, sotto la guida di Salerno) ma guastato da un erotismo blando, da dialoghi sfiancanti e da una musichetta atroce. Bordelli prebrassiani e convenzionali ritratti di un italietta zeppa di luoghi comuni.
MEMORABILE: La boccetta di pipì scambiata per un profumo dalla Carati; La Carati nuda che indossa le autoreggenti istruita da Salerno; Montando sull'Apecar.
Ragazza dai modi grossolani verrà istruita da un professore. Ambienti di provincia per una storia che racconta di ricchi annoiati e dannunziani e del popolo schiavo, che sa però ragionare. Le grazie della Carati sono al servizio di un giocoso Salerno, mentre il film sa elevare il plot almeno sopra il livello di un Brass, tanto che si preferisce la trama nei momenti in cui tratta dei modi dell’alta società. Qualche caduta di gusto con Montagnani, che agisce come in un B movie qualsiasi di quegli anni.
MEMORABILE: “Razza padana, chiappa sovrana”; Le finte flessioni; “Abbonato!” all'ingresso del bordello.
Film tratto da un romanzo del grande Gianni Brera. L'inizio è di quelli promettenti, con una bella ambientazione, un buon cast, le grazie della splendida Lilli Carati e qualche discreta idea. Poi però veniamo travolti da un mare di noia: la storia si fa ripetitiva, il ritmo lento e la musichetta principale insopportabile. Peccato: Enrico Maria Salerno ci prova a reggere il tutto ma non vi riesce totalmente perché la sceneggiatura non glielo consente. Tanti poi gli stereotipi. Non è un brutto film ma si sarebbe potuto girare e pensare meglio. Piccola delusione, ma non da buttare.
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Buiomega71 ebbe a dire: Ruber ebbe a dire: Ma non e mai uscito in dvd?? Incredibile pensavo di si, volevo comprarlo, diamine e pazzesco ero sicuro che ci fosse. La vhs non mi interessa spero esca prima o poi... peccato ci tenevo.
No, mai uscito in dvd, per ora (altrimenti non postavo la fascetta della mia vhs)
Speravo almeno in un uscita estera con audio italiano ma nulla.
Zender sono piu di tre.Ma penso sia meglio procedere con i fotogrammi cosi in futuro appena sarà possibile sara più semplice la cosa.Bisognerà solo sostituirli.
DiscussioneZender • 14/01/15 12:21 Capo scrivano - 48337 interventi
Eh no, bisognerà come sempre anche radarizzarli e sistemare il tutto, che è la cosa più lunga... Per quello dico scegli le tre più importanti, mettendo il fotpogramma e il minuto.
Markus le versioni che si trovano on line (ytb e simili) durano quasi tutte 1h40 con titoli di coda completi, ma Buio scrive che la sua vhs ne dura almeno due minuti in più, il tuo rip da vhs quanto dura? ti risultano tagli?
Fu provinato, per il ruolo di un camionista, un semi-sconosciuto Carlo Verdone che, all'epoca, stava iniziando a muovere i primi passi nello spettacolo con "Non stop". "Era un ruolo lontano 100.000 km da quello che sapevo fare io. Infatti l'ho fatto male, ringrazio Dio di averlo fatto male, m'hanno detto che non va bene".