Fuori dalla Hammer quel che rimane è la pauraDavvero delizioso questo fantaromance british impreziosito da una certa grazia e sensibilità, che sembra uscito da un episodio de
Ai confini della realtàCurioso e bizzarro non poco, dove anche il lato sentimentale riesce a conquistare per la sua sincerità (da antologia i battibecchi teatral/matrimoniali tra una Joan Collins al massimo dello splendore, e in uno dei suoi ruoli migliori, che si toglie di dosso gli ingombranti panni della femme fatale e uno smarrito nonchè angosciato Tom Bell) e l'universo parallelo (un 1971 completamente differente dall'attuale 1971, anche storicamente) e ben reso, con momenti a dir poco geniali (L'Everest inviolato, la guerra in Vietnam che non è mai esistita, così come l'assassinio di Kennedy e la medicina non è ancora arrivata alle operazioni a cuore aperto).
Tra maligne attricette (la telefonata della infida Gerry a Trafford, dove lui , il nuovo Trafford non sa chi sia) party andati a male (Trafford caccia via tutti malamente come farebbe Alberto Sordi nelle nostre ciniche commedie di costume), e una moglie rancorosa da (ri)conquistare, questa piacevolissima commedia ( con punte di melodramma e da lacrima movie) parafantascientifica conquista quasi all'istante, merito anche dell'affiatamento tra la Collins e Bell, in piccole e gustossissime scene da un matrimonio.
Qualche scheggia di inquietudine (la Collins al pianoforte che ricorda i suoi passaggi romantici in giro per il mondo con "l'altro" Trafford, prima che un malore la colga) e dialoghi ficcanti scritti con intelligenza.
Perde un pò quando Trafford ritorna nel "suo" 1971 e si getta alla spasmodica ricerca del doppio della Collins, dove si spezza un pò la magia della parte centrale, fino ad un finale sospeso.
Bellissimi i titoli di testa "saulbassiani" con i fiori che cambiano colore e incantevole la partitura musicale di Eric Rogers
Il film che non ti aspetti da Ralph Thomas (almeno avendo in testa la poco riuscita commedia sexy
Il complesso del trapianto) e tenuto a mente dal Coppola di
Peggy Sue si è sposata (lo svenimento che dà il via al cortocircuito spazio-temporale) e dal Robert Zemeckis di
Ritorno al futuro (DOC, alla fine, viene da quì).
Una piccola delizia da riscoprire.
Joan Collins ha sostituito Britt Ekland, e forse è stato meglio così.