Primo film del sommo Borò, girato in uno splendido b/n. Un film strano, dall'atmosfera sospesa che alleggia sull'isola, con tocchi surrealisti e infino Orwelliani, ben lontano dai furori erotici che seguiranno con il suo cinema. Si nota comunque un erotismo sottopelle, molto cerebrale. I temi di Borò, comunque, ci sono tutti: il feticismo, gli animali, il corpo femminile, gli amori burrascosi. Circolato pochissimo (in vhs uscì per la Vivivideo/d'essai) dimostra che Borò non era solo un maestro dell'erotismo, ma anche un degno erede di Bunuel.
MEMORABILE: La Branice sul suo cavallo, simbolo surrealista, che portano alla mente le vampire di Jean Rollin.
Bell'esordio di Borowczyck girato in un bianco e nero affascinante. Il regista polacco mostra già un certo gusto visivo nonché una propensione al simbolismo surrealista. I ritmi sono dilatati, quasi sospesi: eppure il film riesce ad intrigare ed interessare. La storia è ambientata su un'isola immaginaria ove vige una dittatura che è uno dei temi principali del film assieme a quello dell'avidità. Si iniziano anche ad intravedere scampoli di erotismo che poi si faranno ben più robusti nelle opere successive, diventando uno dei marchi di fabbrica di questo cineasta.
Una favola sporca, un orizzonte stretto negli anditi fatiscenti di una caserma-teatro-stalla in cui vivono personaggi grotteschi (il re, la regina fedifraga e il subdolo servo), a metà tra un incubo di Kafka e un delirio di Arrabal, zeppa di fetide mosche e oggetti da rigattiere, dove si celebrano riti incomprensibili di un potere logorato e squallide manovre di vigliacca rivalsa. È il mondo distopico di Borowicz al suo debutto disturbante, dove nel lurido b/n compaiono sprazzi di ripugnante colore, in un montaggio da singhiozzante cinema d’animazione.
Distopia post-apocalittica; in ambienti tetri, scalcinati e sporchi, simili ai magazzini di un teatro in disfacimento o di una caserma dismessa, si consumano riti e passioni deformi, capricciose farse politiche e sociali, allucinazioni, sogni e tragedie d'amore. La mdp lavora di classicismo, il montaggio tiene d'occhio il surrealismo; b/n livido, con improvvise e misteriose accensioni di colori forti o appassiti; suoni stranianti e lente sui dettagli completano l'espressività. Epilogo da brividi, crudo, erotico/tanatologico, tra la fatiscenza.
Isola come metafora dei totalitarismi e delle basse pulsioni che li abitano; tra avidità, propaganda e granai. Borowczyk agli esordi calibra gli elementi fondatori della sua poetica: anarchia visuale ed erotismo pittoresco (qui appena suggerito). Con qualche sbavatura nell'insieme, ben attinge dal teatro dell'assurdo e dalle riflessioni fiamminghe (Bosch, Bruegel), cercando uno sguardo profondo e allegorico della storia senza eccessive riflessioni psicologiche. Aleggiando tra surrealismo e grottesco, resta un ottimo esempio del terreno di sperimentazioni che furono gli anni '60.
MEMORABILE: Le lezioni del professore; Glossia che dorme; La sequenza dei bagni ripresa anche ne "I racconti immorali"; L'escuzione di Gra; L'acchiappamosche.
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Primo film di Borowczyk con attori in carne e ossa dopo aver bazzicato nel campo dell'animazione (che non smetterà comunque di frequentare).
HomevideoXtron • 6/10/14 20:20 Servizio caffè - 2232 interventi
Esiste il buon dvd RHV
Audio italiano e francese
Sottotitoli in italiano
Formato video 1.66:1 anamorfico
Durata 1h29m37s
Extra Trailer, 3 cortometraggi: "Les astronautes", "Escargot de venus" e "Scherzo infernal"
Zender, le info in Curiosità non sono corrette, Borowczyk ha continuato a realizzare cortometraggi di animazione per tutta la sua carriera, l'ultimo è il bellissimo Scherzo Infernal del 1984.
Rebis ebbe a dire: Zender, le info in Curiosità non sono corrette, Borowczyk ha continuato a realizzare cortometraggi di animazione per tutta la sua carriera, l'ultimo è il bellissimo Scherzo Infernal del 1984.
Non mi pare che la curiosità che postai all'epoca dica il contrario
Ho solo segnalato che Gotò è il suo primo lungometraggio dopo la militanza in corti di animazione
Cheppoi abbia continuato a realizzarli anche durante la sua carriera affermata e altro paio di maniche.
Non leggo da nessuna parte che abbia smesso di dedicarsi all'animazione
Goto non è forse il suo primo lungometraggio dopo i corti di animazione?
DiscussioneZender • 11/04/20 17:41 Capo scrivano - 48878 interventi
In effetti non è scritto che poi non ne ha più fatti, Rebis. Ho aggiunto comunque che non smetterà di frequentare il campo, così aggiungiamo una nozione.
Ok per come era scritto sembrava che si fosse lasciato l'animazione alle spalle. Credo che l'informazione corretta sia che Goto è il suo primo film con attori in carne e ossa (live), senza aggiungere altro.
Sono una persona sola, non siamo in molti, puoi darmi del tu.
Ho già spiegato perché quella frase per me è ambigua e può lasciare intendere qualcosa che non è, se per Zender va bene può rimanere tale e quale, non vedo perché aprire una polemica o farne una questione di lesa maestà.