Western poverissimo ma con più di una freccia al suo arco, bizzarro per come infila a forza nel plot un Mickey Hargitay che abbandonò il set poco dopo le prime riprese: è Mike Wood, che nel racconto in flashback iniziale trova una bambolina voodoo nella camera dove dorme per poi scomparire. Che fine ha fatto? Nessuno lo sa (tranne la produzione, che probabilmente non l'aveva pagato quanto stabilito). A cercarlo arriva da chissà dove suo fratello Ringo (Louis), pistolero sui generis e mezzo alcolizzato. Si mette di buzzo buono e intuisce che per capirci qualcosa deve parlare con Don Alonso (Gargano), il signorotto locale che se ne sta nella sua grande villa (la solita...Leggi tutto Villa Mussolini) e da lì non si muove mai: lui conosceva bene il buon Mike, ma non la racconta giusta, si capisce quasi subito. Ha pure una bella figlia, Pilar (Bomez), che non ci mette molto a finire a letto con Ringo per infrattarsi poi con lui appena può.
Ciò che tuttavia più conta è che in paese (paese si fa per dire, oltre alla villa e una scalcinata osteria non si vede altro, se si escludono i tanti esterni sulle colline) si è diffusa una strana epidemia, che colpisce a sorpresa e ti avvelena, facendoti uscire una bava bianca dalla bocca, stordendoti e lasciandoti in terra senza vita. A cosa è dovuta? Da dove proviene? E' legata alle bamboline voodoo che si ritrovano i protagonisti nelle stanze? Siamo in un horror o in un western? La cosa curiosa è proprio questa: siamo in un cross-over di generi che intorno al western inserisce elementi horror per declinarli successivamente in chiave gialla. Perché, incredibile a dirsi, esiste una soluzione logica a tutto ciò, e non è necessariamente detto sia riconducibile al misterioso personaggio di José Barrera, un ricattatore che minaccia Don Alonso a distanza e che nessuno ha mai visto. Parrebbe l'obiettivo ultimo da individuare, ma le cose sono più complicate di così perché il soggetto di Mario Pinzauti (al suo primo lungometraggio da regista) ha spunti discreti e un colpo di scena su cui puntare per il finale; che non farà gridare al miracolo ma un po' inatteso lo è.
E se anche in regia qualcosa da segnalare esiste (curiosa una zuffa ripresa dall'alto dell'albero da cui si lancia l'uomo che tende l'agguato), una delle migliori qualità del film è la colonna sonora di Felice di Stefano, onnipresente ma mai invadente, davvero un sostegno fondamentale per donare un po' di ritmo. Poi naturalmente non mancano i difetti tipici di certe produzioni a basso costo, a cominciare dalle immancabili scazzottate senza un perché (una delle quali conta pure un tizio che strombetta e sghignazza mentre osserva) e continuando con le interminabili scampagnate a cavallo. Jean Louis tuttavia, uso a ruoli da villain (e si nota), è un protagonista a sorpresa convincente proprio perché diverso dal solito pistolero muto e di buon cuore: un'altra freccia a favore di questo western da poco ma discretamente realizzato che, anche per l'anomala sequenza finale in cui l'ennesima cavalcata è mostrata goffamente in sovrapposizione a un divampante incendio, ha modo di farsi ricordare.
Curiosissimo film di Pinzauti che riesce a girare un western (poveristico) senza che mai per un attimo si veda un villaggio (!). Il film ha un suo fascino particolare dato da una trama curiosa basata pricipalmente sulla scomparsa misteriosa di un americano (Hargitay) e da buone musiche, con delitti preannunciati da bambolette di argilla. A parte la vicenda inusuale che riesce a creare un qualcosa di diverso, però, i difetti (anche nella recitazione) sono evidenti.
Mickey Hargitay HA RECITATO ANCHE IN...
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DiscussioneZender • 29/10/13 07:29 Capo scrivano - 47799 interventi
Dusso, noto che tutte le locandine dell'epoca riportano il titolo con un bell'errore di ortografia (ovvero il fu con l'apostrofo, o forse volevan metter l'accento chissà, visto che è maiuscolo). Sapresti dirmi se anche i titoli di testa lo riportano, per caso?
DiscussioneDusso • 29/10/13 08:36 Archivista in seconda - 1832 interventi
Non ti posso aiutare perchè la mia versione è muxata dal dvd Usa quindi con titolo in Americano. Circola anche un riversamento "schifoso" da super 8 presumo con titoli in Italiano quindi non sò se qualcuno ci possa aiutare...
Zender ebbe a dire: Dusso, noto che tutte le locandine dell'epoca riportano il titolo con un bell'errore di ortografia (ovvero il fu con l'apostrofo, o forse volevan metter l'accento chissà, visto che è maiuscolo). Sapresti dirmi se anche i titoli di testa lo riportano, per caso?
Incredibile.
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Anche se "fue" è forma arcaica di "fu", per cui l'apostrofo ci starebbe pure.... :-)))
Esempio: "La quarta cosa fue perch'egli fue trovato convinto in più articoli di eresìa contro alla fede..." (Storia Fiorentina, Ricordano Malespini, Giacotto Malespini, Vincenzio Follini, pagina 105)
B. Legnani ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Dusso, noto che tutte le locandine dell'epoca riportano il titolo con un bell'errore di ortografia (ovvero il fu con l'apostrofo, o forse volevan metter l'accento chissà, visto che è maiuscolo). Sapresti dirmi se anche i titoli di testa lo riportano, per caso?
Incredibile.
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Anche se "fue" è forma arcaica di "fu", per cui l'apostrofo ci starebbe pure.... :-)))
Esempio: "La quarta cosa fue perch'egli fue trovato convinto in più articoli di eresìa contro alla fede..." (Storia Fiorentina, Ricordano Malespini, Giacotto Malespini, Vincenzio Follini, pagina 105) ****
Aggiungo che Marco Giusti riporta una curiosa stroncatura: "Per J.J. Depuich (Saison 1972) sembra un feuilleton in dodici episodi del 1915".
DiscussioneZender • 30/10/13 07:31 Capo scrivano - 47799 interventi
Grazie Kanon, quindi errore solo dei locandieri. Io il fu con l'apostrofo proprio non l'ho mai visto, e soprattutto son convinto che volessero mettere l'accento, solo che in maiuscolo lo si mette spesso come apostrofo.
Zender ebbe a dire: Grazie Kanon, quindi errore solo dei locandieri. Io il fu con l'apostrofo proprio non l'ho mai visto, e soprattutto son convinto che volessero mettere l'accento, solo che in maiuscolo lo si mette spesso come apostrofo.