Una gran voglia di vivere - Film (2023)

Le vicende di una coppia in crisi, che tenta il riavvicinamento durante una vacanza in Norvegia con il figlio. Lo stile è quello dei libri di Volo (anche sceneggiatore), che cerca di mantenersi realistico senza rinunciare all'ironia e che racconta di piccoli momenti senza vere svolte. Funziona a tratti ma non annoia né disturba per un certo qualunquismo, anche perché la Puccini è molto brava e lui sguazza nel suo personaggio su misura. Molto belle le ambientazioni, regia della Andreozzi un po' statica.

Una coppia giovane con un figlio entra in crisi: riuscirà a ricucire il rapporto? In una società moderna in cui ci si si lascia con una facilità disarmante, piace pensare che esista l'eccezione alla regola: il problema è che non è che ci volesse un romanzo come fonte d'ispirazione, per una vicenda dallo snodo così poco originale: per dare giusto un esempio della pochezza d'idee presenti basta vedere a quale prevedibilissimo escamotage si ricorre pur di creare un trait d'union tra un marito e una moglie sempre più distanti l'uno dall'altra. Puccini sufficiente, Volo decisamente meglio.

Nella Milano dei giorni nostri, Anna e Marco sono in crisi e cercano di ritrovare motivazioni di coppia in un viaggio in Norvegia, fatto insieme al figlio. Tratta da un romanzo di Fabio Volo, una commedia sulla crisi dei rapporti che rimane sempre in superficie; le motivazioni dei personaggi sono vaghe e mai approfondite, e tutto sembra funzionale alla parte "on the road" e agli splendidi (ma anche questi freddi) scenari scandinavi. Anche la recitazione dei due protagonisti non prende più di tanto. Poco convincente e coinvolgente.

Film decisamente debole, non sfrutta in pieno la coppia Puccini e Volo, che appare sottotono. La storia non è mai coinvolgente se non in rare occasioni e non ha slancio neppure quando il film si sposta in terre scandinave, nonostante i bei paesaggi di contorno. La Andreozzi in regia se la cava discretamente, ma è il racconto che gira talvolta a vuoto. Così così.