Splendido tratteggio e descrizione dell’origine di una delle arti contemporanee più belle e, forse, sottovalutate. Non mi riesce di prendere le parti di nessuno... Un gran bel documentario, con ottimi momenti di intensità, ben congegnato e strutturato. Incipit memorabile.
Ottima sensibilizzazione per il pubblico nei confronti di un'arte tanto bella quanto incompresa. Molto più di un semplice imbrattare i muri, sono vere e proprie opere battibili ad un'asta. Montato dal famoso quanto misterioso Banksy per il suo amico Thierry (ma girato da quest'ultimo), saremo accompagnati nel mondo della "street art" permettendoci di renderci conto di ciò che ci circonda. Non guarderemo più un graffito con la stessa ottica, dopo la visione di questo documentario.
Considerevole piccolo disaster movie dedicato alla Street Art, fenonemo socio-culturale del graffitismo urbano che ha ottenuto nei giorni nostri non poca rilevanza nel campo della creatività. Quasi regista, Banksy, com'è da lui, non si dà tante arie qui limitandosi ad essere sì parte integrante del film ma non sempre "presente". Si mette in risalto la storia eccentrica del suo amico MBW, interessante, e una sostanziosa descrizione del mondo della guerrilla art. Informativo.
I graffiti sono arte o semplice vandalismo? Questo documentario ovviamente propende per la prima opzione, e devo dire che tutto sommato convince. La scena del manichino a Disneyland è un capolavoro della provocazione. Opera più che interessante.
Documentario dalla struttura sorprendente, soprattutto se non si conosce la storia di Thierry Guetta aka Mister Brainwash, che sembra rappresentare la parabola di quest'arte, da creativo vandalismo ad arte fighetta e lucrosa. Il guru Banksy firma la regia senza e con una frase lapidaria dà il suo giudizio all'intera faccenda. Un documentario mai noioso dove Banksy lascia molto spazio ai tanti suoi "colleghi", non facendo mai la prima donna e dando una virata narrativa a quello che sarebbe stato un mero videoclip di gente che scrive sui muri.
Documentario che non vuole né deve mostrare la street art per sollevare la questione obsoleta "vandalismo o arte?". Banksy non è banale né superficiale da doverne confezionare un film sul tema; qui si va molto più a fondo nella sottocultura, si conoscono i diversi protagonisti e in particolare MBW, la sua strana fissa della telecamera, produttore di arte chic ma "mostro" partorito captando e male interpretando il mondo che ha dovuto documentare (ma che poi di fatto non ha documentato). Stiloso, ben montato, coinvolgente e significativo.
Breve disamina sul fenomeno street art passando dagli stessi protagonisti. Banksy da soggetto a oggetto, facendo cultura moderna dove la firma conta più dell’opera e creando un movimento dove le idee bucano lo schermo. Mr. Brainwash ne è l’ultimo figlio, ma è creatura dello stesso Banksy? Il non saperlo accresce la leggenda del primogenito. Le immagini dei girati clandestini sono pura arte pop.
Un videomatore compulsivo riprende le imprese dei più famosi artisti di street art, finché Banksy si sostituisce a lui nel montaggio degli spezzoni girati, invitando l'altro a darsi all'arte... Durante la visione, tutte le volte che appare l'improbsabile mullet di La Guetta o la sagoma da affiliato alla Sacra Corona di Banksy viene il sospetto di trovarsi di fronte a una mistificazione: vero o falso che sia, il documentario comunque diverte e fa riflettere su come nella nostra sccietà del profitto anche lo sberleffo di protesta possa diventare un affare oggetto di compra-vendita.
Una panoramica sulle trasmigrazioni della street art dagli Stati Uniti all'Europa, attraverso l'ascesa fortunosa di un cineasta amatoriale compulsivo che dall'ossessione per l'immagine, su suggerimento di Banksy, si trasforma in un artista riconosciuto e ultrapagato, Mr. Brainwash. Non è ben chiaro nel documentario il discrimine tra invenzione e realtà documentata, in particolare l'enigmatica figura di Banksy che in sostanza rimane ai margini della storia narrata. Un montaggio efficace ma frenetico, tante tante parole inutili e situazioni altrettanto inutili tirate per le lunghe.
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Il titolo è Exit through the gift shop.
C'è un errore nella scheda: invece di "through" (che significa "attraverso") c'è stampato un bel nitido "trough" che vuol dire tutta un'altra cosa.
DiscussioneZender • 27/04/12 19:14 Capo scrivano - 48372 interventi
Grazie. In effetti anche se è vero che da www.imdb.it è tassativo copiare e incollare solo cast e regia, copiare anche i titoli inglesi non sarebbe una cattiva idea dopotutto :)
DiscussioneDaniela • 2/08/16 01:45 Gran Burattinaio - 5941 interventi
Al cast va aggiunto il francese Thierry Guetta nella parte di se stesso: è il videoamatore che, partito con l'intenzione di realizzare un documentario sulla street art, diventa artista a sua volta con lo pseudonimo di Mr.Brainwash ("MBW").