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La nostra recensione di Eterno visionario

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Da sempre innamorato di Pirandello, Placido porta questa volta su grande schermo (dopo svariati “incontri” teatrali) non un'opera ma l'uomo, lo scrittore, il grande letterato che vediamo correre in treno verso Stoccolma nel 1934, dove dovrà essere premiato con il Nobel. Un viaggio durante il quale, come fantasmi di tempi passati, si affacciano i ricordi di alcuni importanti momenti della sua vita. Placido (che per sé si ritaglia la marginale figura di Saul Colin, l'agente letterario del Maestro) divide quindi il suo film in tronconi temporali separati, lasciati e ripresi in quello che diventa il caratteristico frullato cronologico al quale il cinema di oggi sembra...Leggi tutto non poter rinunciare.

Dal 1934 si torna così indietro al 1925, quando Pirandello conobbe colei che ha appena definito la sua musa ispiratrice ovvero Marta Abba (Vincenti), attrice capace di conquistarlo immediatamente fin dal primo provino. Con lei vivrà un amore impossibile, castrato da una differenza d'età che scatenerà nello scrittore una triste depressione, rendendolo conscio dei limiti fisici di un uomo nel cui petto ancora batte forte un cuore giovane. Poi un tuffo ancora più indietro, nel 1918, quando in casa con lui e i figli viveva la moglie Antonietta Portulano (Bruni Tedeschi), afflitta da una grave malattia mentale che l'avrebbe condotta nel 1919 in clinica.

Marito lontano, padre quasi assente, Pirandello (al quale Fabrizio Bentivoglio conferisce straordinaria teatralità nei modi) proseguirà la sua vita tra grandi successi ma anche inattesi fallimenti, come quando dopo la prima al Teatro Valle di Roma di "Sei personaggi in cerca d'autore", testo troppo coraggioso e inadeguato al pubblico impreparato di allora, venne sommerso dai fischi; o la trasferta in Germania per parlare con Friedrich Murnau ("il regista di NOSFERATU!") in vista di una riduzione cinematografica da una sua opera, sognando di portare Marta Abba a concretizzare le sue aspirazioni di grande attrice.

Attraverso una ricostruzione storica non troppo convincente, il film ci riporta in pieno Ventennio (del Fascismo si avverte però l'eco senza che lasci troppo il segno) lasciando che sia la recitazione manierata, eccessiva ma vissuta di Bentivoglio a guidarci nelle varie fasi, assistito da un cast comunque diretto bene che però si appoggia a una sceneggiatura deludente, calligrafica, che non sa mai farsi coinvolgente come si vorrebbe e che non inquadra così bene il personaggio di Pirandello, la cui filosofia di vita poco emerge. Piatto il rapporto col figlio che più lo segue, da autentica spalla quello con la moglie pazza a cui la solita Bruni Tedeschi conferisce impressionante credibilità, assolutamente perfetta nella sua spiazzante imprevedibilità e personaggio cardine che più di ogni altro resta impresso.

Il relazionarsi con situazioni diverse dovrebbe aiutare a variare il registro, ma il tutto spesso si confonde e viene offuscato dall'alone di altezzosa autorialità di un Placido poco ispirato, che lascia all'interpretazione cadenzata, magistrale di Bentivoglio il compito di attrarre su di sé l'attenzione, dimenticando però di calarla in contesti che la possano valorizzare come meriterebbe. Sanno di riempitivo gli show al Club Casanova di Berlino (si segnala però l'esibizione della rediviva Ute Lemper), mentre la colpevole lentezza della conduzione di Placido ricade sulla godibilità del film, raramente piacevole e, quando accade, quasi esclusivamente per merito del cast. Si confronti con la vivace resa dei primi del XX secolo in QUI RIDO IO, dedicato nel 2021 da Mario Martone a Eduardo Scarpetta e ai fratelli De Filippo.

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Tutti i commenti e le recensioni di Eterno visionario

TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/11/24 DAL BENEMERITO CAESARS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 31/03/25
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Caesars 27/11/24 09:03 - 4000 commenti

I gusti di Caesars

Placido porta sullo schermo la vita e i tormenti del grande Luigi Pirandello, affidando la parte del protagonista a un convincente Fabrizio Bentivoglio. La pellicola ha momenti davvero "pesanti" e troppo metraggio è dedicato alla ricostruzione di rappresentazioni teatrali delle opere dell'autore, rendendo la visione non particolarmente agevole. D'altro canto le prove attoriali sono buone (ottima la Bruni Tedeschi) e la sceneggiatura risulta interessante e ben sviluppata. Placido non molto efficace nel piccolo ruolo che si ritaglia: qui è meglio come regista.

Reeves 29/11/24 00:10 - 3008 commenti

I gusti di Reeves

Fallimentare biografia immaginaria di Luigi Pirandello, verbosa e teatrale, tutta incentrata sull'esaltarne il talento e minimizzare le tante contraddizioni che hanno segnato il suo percorso artistico. Fabrizio Bentivoglio fa il suo compito e proprio niente di più, ma tutti gli attori sembrano frenati da una regia troppo manierata e desiderosa di mostrare una grande attenzione per l'arte.

Nando 16/04/25 17:08 - 3908 commenti

I gusti di Nando

Placido offre questa pellicola incentrata sul maestro Pirandello in cui narra la sua depressione, i suoi demoni, il suo amore platonico per la Abba e la sua assoluta modernità vista con occhi attuali. Bentivoglio regala un'ottima interpretazione ma soprattutto è la Bruni Tedeschi a mostrarsi in maniera quasi monumentale. Il viaggio verso Stoccolma diventa una ricostruzione di alcuni frammenti della vita del grande scrittore. Cameo per la Lemper.

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