Discreta versione del dramma di Pirandello che nelle mani di Bellocchio poteva appesantirsi di troppi psicologismi e che invece risulta abbastanza lineare allo spettatore ed il cui svolgimento è abbastanza fluido grazie ad una durata breve che non arriva nemmeno a novanta minuti. Peccato che il regista scelga di cambiare il testo e ciò soprattutto nel finale risulta inadeguato. Un pò di simboli e di anacronismi qua e là che lasciano il tempo che trovano. Al solito ottima la prova di Mastroianni. Belle le musiche di Piazzolla.
Vivere la vita o recitarla? Finzione o realtà, il tempo che non passa, vendette o fanciulleschi dispetti? In quella stranezza architettonica che è la Rocchetta Mattei, si svolge il dramma o la farsa del sempre ventiseienne Enrico IV (fuori di testa dopo una caduta da cavallo) nei panni appunto dell'imperatore. Bellocchio apporta qualche modifica al lavoro di Pirandello senza stravolgere il senso del dramma ma sottolineandone la teatralità, nella messa in scena e nello svolgimento, rivelando anche piccoli backstage allo spettatore.
MEMORABILE: Il piano escogitato dallo psichiatra (Leopoldo Trieste).
Quella del confine fra la normalità e la follia è sempre stata una delle tematiche portanti del cinema di Bellocchio, per cui il suo approccio a quest'opera di Pirandello appare piuttosto connaturale. Nel complesso il film, per quanto risulti marcatamente teatrale e le prestazioni attoriali siano piuttosto disomogenee, è interessante per la suggestiva ambientazione, la bella colonna sonora di Piazzolla e soprattutto per la prova magistrale di Mastroianni, commovente nell'espressione dell'amarezza che affiora fra le pieghe di una pazzia consapevolmente perseguita.
MEMORABILE: "Alzatevi pecore, avete ubbidito, potevate mettermi la camicia di forza!" ed il successivo monologo
Un superlativo Marcello Mastroianni per questa trasposizione da parte di Marco Bellocchio del dramma di Luigi Pirandello. In realtà molti dei monologhi originali sono stati accorciati proprio per dare un linguaggio più cinematografico alla messinscena. Ma Bellocchio, non sempre digeribile, è riuscito a dare, anche grazie all'apporto di Tonino Guerra in sceneggiatura, la giusta atmosfera drammaturgica senza annoiare troppo. Non male.
Leopoldo Trieste HA RECITATO ANCHE IN...
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L'ho visto l'ultima volta parecchi anni fa,la recensione la scriverò dopo averlo rivisto.Però è un film molto interessante,con una riflessione pirandelliana su verità e finzione non banale nè eccessivamente concettosa(come spesso Bellocchio sa essere).Mastroianni forse un po' istrionico,ma grandissimo.