El páramo - Terrore invisibile - Film (2021)

Produzione Netflix spagnola per l'esordiente Casadelmunt, sembrerebbe volersi situare nel solco tracciato da horror psicologici recenti come Babadook e The wind, da cui prende rispettivamente il rapporto madre/figlio contro il mostro misterioso e la follia indotta da una vita spesa isolati nel deserto aragonese; si gioca sul dubbio che gli eventi siano reali o immaginari e sulle superstizioni locali cercando di creare un'atmosfera desolata e febbricitante, tuttavia si traduce in un tedio diffuso che rende arduo mantenere l'attenzione, nonostante alcuni momenti visivamente d'effetto.

Ah, il magico mondo dell'inf'ansia! Terra di paranoie condivise arata da nemici immaginari, sogni a occhi aperti che forse non son sogni, l'aggressività attorno che riflette quella interiore e viceversa. E le madri! Beh, di mamma ce n'è una ed è una sòla: ti vuole per sempre legato alle tue paure ma più ancora alle proprie. Una volta inteso di chi è il leccapiatti, il motore filmico gira senza essere più accoppiato a un albero di trasmissione, il tragitto assume i connotati dell'interminabile, e si approda all'epilogo avendo in canna il colpo di sonno anziché quello apoplettico.

Dopo oltre un'ora di niente si comincia a intuire dove voglia andare a parare il regista, che - bontà sua - infine ci svela chi sia la "bestia" della storia, la quale - come da sottotitolo - è invisibile. Forse poteva essere un'idea discreta per un corto, 90 minuti rappresentano una tortura, dev'essere per questo che è catalogato come horror. L'unica parte veramente interessante era il conflitto padre/madre sull'educazione da impartire al bambino protagonista, ma il babbo scompare quasi subito, peraltro per una ragione pretestuosa. Il resto è una brughiera di tedio.