Deepwater - Film (2005)

Ci sono un motel isolato e un lago dove spariscono scomodi cadaveri, c'è una fotografia di struggente bellezza. Vagamente ispirata a Psycho, ma solo nelle location, la pellicola di Marfield colpisce per la cura dei dettagli, le ambientazioni isolate in una natura incontaminata e ovviamente per l'ottima interpretazione di Lucas Black. Un nero d'autore dove tutto è quel che non sembra.

Giovane vagabondo appena dimesso dall'ospedale viene assunto da un tipo che gestisce un motel in riva ad un lago e fa affari col vicino Casinò. Il tipo è strambo, fra l'amichevole ed il minaccioso. ed i suoi amici poco raccomandabili, ma ha una bella moglie, apparentemente disponibile... Uno di quei film che puntano tutto col colpo di scena finale che cambia totalmente le carte in tavola. Qui i conti tornano solo il parte, non per l'assenza di indizi (correttamente disseminati) quanto dal punto psicologico e per un paio di grosse incongruenze. La bella fotografia vale comunque la visione

Atmosfere lynchiane alla "Twin peaks" impreziosiscono questo dignitoso thriller, non sempre solido nella sceneggiatura ma sostenuto da un clima straniante di mistero che maniene la tensione senza molti cedimenti. Il twist finale non è del tutto imprevedibile, ma tutto sommato corretto ed organico allo svolgimento della trama. Spicca nel cast un buon Peter Coyote, perfetto nell'ambiguità del personaggio.

Sia pur su scala minore il film conserva un minimo di presa per via dell'atmosfera misteriosa di provincia e del contributo di Coyote (l'ennesimo attore americano di secondo/terzo livello che è comunque meglio di molti attori di casa nostra). Il twist finale gli dà quel sapore che ancora non aveva acquisito e controbilancia una complessiva incertezza registica nel progredire delle sequenze.

Inizia come una specie di Postino suona sempre due volte per la solita storia lurida di un triangolo ad alto rischio: un uomo maturo, la sua giovane donna e l'altro. Poi negli ultimi 20' getta la maschera e si rivela tutt'altro. Peccato per i tempi lenti e televisivi, visto che gli interpreti sono niente male (specie Lucas Black con la faccia giusta da ragazzo senz'arte né parte).

Giovanotto in cerca di fortuna si mette a lavorare per un potente malavitoso cui ha salvato la vita; innamoratosi della di lui moglie, complotta insieme a lei di derubarlo e ucciderlo. Parrebbe l'ennesima e scontata variazione sul tema de La fiamma del peccato, tuttavia l'enigmaticità che avvolge la vicenda preannuncia evoluzioni più inquietanti e inaspettate. In effetti il twist finale centra il bersaglio, lasciando nondimeno dietro di sé vari momenti di stanca e lungaggini. In ogni caso, se ci si abbandona ai flutti del clima mystery, armati di pazienza, il gioco vale la candela.