L'opera prima e unica dell'assistente regista di Pier Paolo Pasolini in Medea e di Giuseppe Patroni Griffi in Addio fratello crudele, è un drammone tanto enfatico nella recitazione quanto retorico nei dialoghi che mette in scena due pseudo intellettuali, melomani, privi d'ideali, alle prese con dive e divette dello star system. La mancanza d'ironia d'entrambi avrà il sopravvento sulla loro vita sentimentale. Per dirla con Pasolini: "le persone serie sono ridicole". Lino Capolicchio è bravo ma patetico.
MEMORABILE: Il secchio d'acqua che Luc Merenda getta in faccia a Milva.
Sei personaggi inconsistenti e odiosi e qui l'autore è presente. A Capolicchio mi è venuto da dire "sbrigati a suicidarti o prendo io un lanciafiamme". Dopo 10 parole di ogni dialogo mi innervosivo, perdevo il filo e dovevo tornar da capo, così 80 minuti mi son sembrati 4 ore... Una lobotomia da arteriosclerosi, una paranoia di film fastidiosissima. Si salva a malapena Milva, col suo fisico statuario e la sua verve all'inizio, ma ben presto pure lei affonda nello squallore.
MEMORABILE: L'incontro con Milva all'inizio e la scena della stazione quando Capolicchio rompe le balle con la filosofia perfino dal treno e Graziosi non capisce
Se già Patroni Griffi scambiava il cinema con il teatro, l'allievo Carunchio, alle prese con un vecchio testo del maestro superficialmente riattualizzato, esaspera questa propensione costringendo Capolicchio & Co. a mimare angosce e passioni fasulle con imbarazzante artificiosità. Non mancano inquadrature di una qualche suggestione, la musica di Morricone accompagna suadente la bella fotografia di Pogany, Milva e la Asti sono simpatiche, la Mangano magnetica e la Casini sempre stimolante, ma la sostanza del film è e resta soltanto noia.
MEMORABILE: La Casini aspirante attrice fa il suo esordio nel cinema con una scena erotica in coppia con Luc Merenda sulla ruota volante.
Ingabbiato nella sua struttura teatrale stagna, si consuma lento e vacuo in logorroici dialoghi intellettualoidi, traboccanti un'artificiosità che sembra quella di molto cinema d'autore italiano del giorno d'oggi. Gli interpreti hanno il nome e i numeri e Milva importa il suo charme da gran signora del palcoscenico, ma vengono anch'essi costretti a recitazioni così enfatiche e studiate da suonare fasulle, al pari delle psicologie dei loro personaggi. A guadagnarsi i meriti è solo l'abilità fotografica di Gábor Pogány, riflessa sul volto degli attori.
MEMORABILE: L'approccio di Milva a Capolicchio; Merenda e la Casini (e le mutande di quest'ultima) sulla ruota volante.
La struttura teatrale/romanzesca s’intuisce soprattutto dalla quantità industriale di straziati monologhi sull'amore (se così si può definire) lasciati a Capolicchio che, se da un lato persevera nel suo ruolo di sempre, dall'altra è naturalmente sminuito con involontaria comicità generata dall'improbabilità delle situazioni. Trascinati in questa ingessata melodrammaticità, tutta una serie di nomi altisonanti (Milva, Mangano) e di bellocci (Casini, Merenda). Sono da evidenziare le buone musiche e una particolare cura nelle mode di quegli anni.
All’inizio del film l’uomo è già defunto: per lei arde e si consuma, annichilendo contro gli scogli del suo frigido egoismo. Lei non è donna incapace nella carne; il deserto è nel suo cuore che non coglie il valore di un logos che su altre sarebbe più potente d’un incantesimo. Contagiato irrimediabilmente dal germe del dissidio atroce e disperato il povero innamorato giovane spasima, balbetta, si tortura. Avendo per ultimo sollievo le veementi note del “Trovatore” risolverà il suo male con il gesto estremo. Eros si congiunge a Thánatos.
MEMORABILE: Il viso dell'uomo contro lo specchio nel bagno del treno sulle ultime note del Trovatore.
Un punto di merito il film ce l'ha: aver formato un cast molto originale. Tutto però finisce qui e anche la peculiarità del cast finisce per rivolgersi contro le interpretazioni, che vedono, in diversi casi, fronteggiarsi attori incompatibili tra loro. Se si aggiunge a questo l'impianto teatrale del film, con dialoghi che arrivano a essere insopportabili, allora è inevitabile il disastro totale, o quasi. Niente di nuovo anche sul fronte dell'originalità; il senso di noia prevale facilmente su melense digressioni sentimentali.
L'appartamento vuoto richiama la Petra von Kant fassbinderiana e Capolicchio al telefono è simulacro della Magnani in L'amore di Rossellini: emulazioni non degne dei maestri. Merenda, parodiando Morissey (Trash, Flesh, Calore), è la brutta copia di Dallesandro, superstar di "Shit", sequel del trittico sopracitato, emblema delle bassezze del cinema, coronate da una Asti svampita e due impresari efebici. Alleggeriscono il macigno teatral-sentimentale la vamp dal rosso crine qui dirompente come nella sanremese "Uomini addosso" e il "Trovatore" di Rossini.
MEMORABILE: La seduzione sulla giostra: gli slip-trofeo sfilati, gettati dall'alto e recuperati dai bimbi; Il buco nello stomaco, con un malizioso doppio senso.
Dialoghi intellettualoidi e artificiosi sino al ridicolo bloccano le recitazioni in un teatrino da parodia bergmaniana. Nonostante tali pecche, che affonderebbero qualsiasi corazzata, i volti agiscono: Casini, Milva (amabilmente fuori registro), Mangano, Capolicchio ancorano tale pretenzioso melodramma (c'è pure Verdi nel calderone) alla nostra attenzione; anzi, dopo un poco, più le battute divengono gratuite ed enfatiche e più ci si diverte. Nostalgia dei bei tempi o sottile masochismo?
Silvana Mangano HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
Nella colonna sonora anche brani dal "Trovatore" diretto da Herbert Von Karajan e interpretato da Maria Callas. Le musiche sono di Ennio Morricone.
La canzone "D'amore si muore" è cantata da Milva.
https://www.youtube.com/watch?v=eGPMgctZXrs