Corrado Guzzanti: Millenovecentonovantadieci - Spettacolo teatrale (1998)

Corrado Guzzanti: Millenovecentonovantadieci
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MMJ Davinotti jr
Anno: 1998
Genere: teatro (colore)
Note: Registrato al Teatro del Giglio di Lucca

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Non si tratta di mettere in dubbio le qualità di un comico come Corrado Guzzanti, che nel suo campo ha saputo innovare come pochi dando vita a personaggi destinati a rimanere nella memoria di chi il suo tempo l'ha vissuto. Che fossero imitazioni (Fede, Funari...) o invenzioni autonome (Smitherson, Lorenzo, Quelo) c'era sempre in ognuno di loro qualcosa che sapeva a suo modo renderlo memorabile. Però era anche nel mascheramento, nella caricatura, nella parodia che Guzzanti trovava il guizzo capace di attrarre l'attenzione e le risate. Qui, dove almeno nella prima parte non usa alcun travestimento limitandosi a fingersi un uomo del futuro fuggito nel 1997 (anno dello spettacolo),...Leggi tutto i limiti sul lungo si avvertono. Non assistito da una partner valida e testata come la Dandini (che vediamo seduta in platea), Guzzanti fa coppia col fido Marco Marzocca, che però poco dà come spalla lasciando che sia ovviamente il “titolare” dello show a gestire i tempi e a dominare la scena. Nei panni del poliziotto che arresta l'uomo del futuro e redige a macchina un verbale nel quale quest'ultimo spiegherà come sarà il mondo nei decenni a venire, Marzocca si concede giusto un intervento ogni tanto per dare l'abbrivio. E Guzzanti, costretto a reggere da solo il palco, forse anche perché senza alle spalle un canovaccio valido si rifugia in gag e battute già sentite e strasentite interpretate con verve limitata, a dimostrazione del fatto che in assenza di un personaggio che possegga una sua peculiarità in grado di valorizzarne l'estro caricaturale, il nostro si trova un po' in imbarazzo, stingendo nell'anonimato. Qualche battuta buona non manca, certo, ma si spegne in un'interpretazione poco personale, piatta, che non si rianima nemmeno quando entra in scena (senza un perché) Rokko Smitherson, il regista di film "de paura", costretto a proseguire il racconto futurista infilandoci vaghi riferimenti al mondo del cinema che appaiono del tutto pretestuosi. Peggio si va con Emilio Fede: decontestualizzato da ogni aggancio televisivo, ripete fiaccamente i soliti tormentoni (Franca, Jolanda...) recuperando un po' quando viene raggiunto alla scrivania da Marzocca in versione "bambino" (la sua specialità), sul quale Fede può sfogare la prevedibile crudeltà politicamente scorretta. Ma è solo un lampo in una esibizione troppo lunga, così come valida ma di nuovo fuori luogo a teatro è la replica di Funari. La seconda parte è invece quasi per intero appannaggio di Lorenzo, il giovane coatto romano che si esprime a monosillabi sgrammaticati. Personaggio non tra i più divertenti, di norma (anche se tra i più noti e amati), si dimostra in questo caso più "universale" risultando meno inadeguato degli altri. Il meglio si riserva al "bis", con le domande e le risposte di Quelo, tra i tipi più geniali inventati da Guzzanti (ma manca Robertetti, il poeta, in assoluto forse il più originale e rivoluzionario). Due ore sono tante, decisamente troppe per quello che c'era da dire, e la sensazione netta è che preso in piccole dosi, o comunque inserito in contesti più specifici, Guzzanti riesca a dare il meglio di sé sintetizzando quanto invece in tempi così diluiti fatica a rendere in modo altrettanto felice. L'inserimento in un programma contenitore (o vario, si pensi all'indimenticabile esperienza del "Caso Scafroglia") è insomma fondamentale e ne sa incanalare meglio la verve. Inutile sottolineare, naturalmente, che visto al tempo lo spettacolo aveva tutt'altro impatto...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/04/10 DAL BENEMERITO TARABAS POI DAVINOTTATO IL GIORNO 20/02/21
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Tarabas 15/04/10 10:12 - 1878 commenti

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Un tale venuto dal futuro chiede asilo politico in un commissariato di Polizia, dove viene interrogato dal piantone di turno. Ne vengono fuori delle belle. Uscito solo in homevideo per problemi di distribuzione, lo spettacolo filmato di Guzzanti ripropone i personaggi a cui l'attore si dedicava all'epoca, Rokko Smitherson, Veltroni, Funari, Lorenzo, Emilio Fede. Il ritratto apocalittico dell'Italia futura lascia un po' il tempo che trova e dopo un po' l'espediente narrativo dell'interrogatorio mostra la corda. Si ride abbastanza, comunque.

Renato 11/06/10 12:49 - 1648 commenti

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Momenti notevoli nella registrazione di questo spettacolo teatrale ormai lontano nel tempo. Corrado Guzzanti ripropone sostanzialmente il suo repertorio televisivo, fatto di sferzanti imitazioni di molti volti noti (strepitose in particolare quelle di Veltroni e Funari) oltre ai suoi personaggi "classici", tipo il maturando ignorantone Lorenzo. Si ride, e tanto anche; ma a mio avviso il meglio di Guzzanti verrà dopo.

Pessoa 5/05/22 11:26 - 2476 commenti

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Pout-pourri dei personaggi di maggior successo di Guzzanti alternati sul palco senza troppa logica. All'inizio la satira politica (legata necessariamente al momento storico) farebbe anche ben sperare ma poi i personaggi si alternano in maniera sempre più scomposta. Ad un tratto il protagonista sembre tentare anche l'imitazione di qualche celebre personaggio verdoniano, ma con tutto il rispetto Guzzanti non è Verdone... Si ride moderatamente e a tratti ci si annoia, soprattutto se non si è fan sfegatati sel protagonista. Più simpatico forse Marzocca ma anche lì siamo nel già visto.

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