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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Il racconto di un avventuroso viaggio per mare da La Spezia alle Azzorre. Lo compie il sommergibile Cappellini della Regia Marina Militare italiana guidato dal comandante Salvatore Todaro. Siamo nel 1940, la guerra è da poco scoppiata e Todaro potrebbe starsene a godersi in pace la pensione, ma preferisce ripartire per una nuova missione e al porto di La Spezia passa in rassegna l'equipaggio scegliendo di far restare a terra un soldato che, si scoprirà poi, se fosse partito sarebbe morto nell'impossibilità di essere operato di appendicite. Un sintomo delle capacità divinatorie di un uomo fuori dal comune, che nel prologo - piuttosto superfluo - avevamo visto consumare...Leggi tutto le ultime ore con la propria compagna.

La tecnica di De Angelis in regia si nota subito nel lungo carrello che inquadra nella notte il sommergibile ancorato, in apparenza di lunghezza infinita. Si apprezzano la notevole fotografia, la capacità di ben disegnare la commozione sui volti delle donne che vedono partire i loro mariti sapendo come dalla guerra in mare pochissimi tornano. Poi comincia il lungo viaggio verso l'Atlantico, col pericoloso passaggio per Gibilterra. Gli imprevisti non sono poi troppi e scomodare i classici del genere vorrebbe dire identificare differenze fin troppo evidenti: la tensione, la paura, le bombe di profondità, i siluri... la guerra negli abissi e in superficie è racchiusa in questo caso in poche sequenze. Suggestive ma limitate, portandoci a capire quanto non sia l'impatto spettacolare quello a cui punta il film quanto la descrizione dell'atmosfera di genuino cameratismo che pervade l'ambiente, con i diversi dialetti che s'incrociano, i temperamenti caldi che si traducono talora in contrasti repressi in nome del bene comune, di un'obbedienza cieca a chi decide della tua vita.

Non c'è però molto di nuovo in tutto ciò, né l'intenzione di raccontarlo in modo originale. La bravura di Favino, l'incisività della sua ennesima performance impeccabile regala al film una buona ragione per vederlo, ma per il resto le considerazioni morali sull'atteggiamento positivo di fronte al nemico, le relazioni amichevoli che si stabiliscono mantenendo un rigore e un'impassibilità difficilmente scalfibile non vanno - nella scrittura dei dialoghi - molto oltre il prevedibile, il facilmente interpretabile tra le righe fin da subito, con inevitabili (e corretti, considerato il momento storico) rigurgiti di nazionalismo mediati da alte dosi di comune buon senso. La statica progressione del racconto viene spezzata solo dagli esterni in mare o dal momento chiave dell'affondamento della Kabalo, la nave belga da cui sortiranno i naufraghi destinati a cambiare il significato del film.

Scelto benissimo un cast i cui volti sembrano davvero, per una volta, uscire da quegli anni ed è indubbio che a tratti si intercetti il cinema alto. Ma la ricerca del verismo non giustifica una lentezza di fondo faticosamente sostenibile, che in due ore di proiezione si sente. Servivano più grinta nella messa in scena, un paio di guizzi registici capaci di lasciare il segno, magari non il solito mandolino mentre si canta tutti in coro "'O surdato 'nnammurato". Toccante, a sprazzi commovente, per buona parte del tempo tuttavia troppo anonimo e piatto per meritare solo elogi.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 10/11/23 DAL BENEMERITO SONOALCINE POI DAVINOTTATO IL GIORNO 12/11/23
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Sonoalcine 10/11/23 00:10 - 185 commenti

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La vera storia di Salvatore Todaro adattata in chiave moderna e contemporanea, in modo da creare un collante con gli attuali avvenimenti globali. Il tempo è mero strumento di passaggio, la guerra una lotta infrangibile e la coscienza dell'uomo della propria debolezza rispetto alla vastità del mare è lo spazio angusto del sommergibile, ben ripreso dalla grande messinscena di De Angelis. Gli attori sono grossomodo tutti all'altezza della situazione, formando un cerchio corale capace di stupire e creare pathos intrinsecamente emotivo, pur se statico.
MEMORABILE: "Non si può mai sapere... "; Lo schiaffeggiamento dei sabotatori; Il processo di preparazione delle patate fritte; Il monologo finale di Favino.

Gabigol 12/11/23 07:25 - 608 commenti

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La figura di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini durante la Seconda Guerra Mondiale, è adatta per tributare afflato internazionale a quello che è un buon film storico. Favino troneggia e il cast che lo attornia non è da meno; ottime le scenografie del sommergibile e consapevole la regia, capace di trasmettere lo sporco e la claustrofobia contrapposti alla ricerca d'umanità di persone "fasciste" solo perché arruolate per andare a morire in mare. Forse si poteva "sporcare" umanamente l'equipaggio italiano, per guadagnare di realismo. Emozionante la chiusa.
MEMORABILE: Il ragazzo che disincaglia il sommergibile; Gli schiaffoni per il sabotaggio; Le patatine fritte; Il lasciapassare dinnanzi alle navi inglesi.

Reeves 14/11/23 08:30 - 2414 commenti

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Apprezzabile la tesi di fondo (in mare bisogna salvare tutti, anche i nemici) e l'assenza di effetti speciali invadenti. Un po' fastidiosa invece l'inutile retorica degli italiani brava gente (ahinoi, non è stato sempre così) e poco spiegato l'improvviso afflato umanitario del comandante, così come l'ostilità di due naufraghi. Insomma si poteva fare di più, anche se Favino riesce a parlare un discreto veneto.

Torsolo 30/11/23 23:24 - 68 commenti

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Occasione sostanzialmente persa di fare un film storico diverso da quello che può offrire il convento nel panorama del cinema italiano attuale. Difatti pare improbabile che il valoroso comandante Todaro, perdipiù in tempo di guerra, debba sempre ricordare ciò che non sarebbe (e non è difficile indovinare cosa) perdendoci pure tempo. Farina dello sceneggiatore Veronesi, probabilmente. Favino è bravo e non mancano sequenze sopra la media (bassa) di oggi, ma poteva essere molto migliore, con più coraggio. Scadente il digitale.
MEMORABILE: L'arrivo alle Azzorre e il deposito dei superstiti del Kobalo; Non facile per Favino, ma convincente persino come veneto.

Caesars 13/12/23 11:59 - 3829 commenti

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Il film è ben realizzato, con alcune scelte registiche interessanti, Favino è assolutamente perfetto nel ruolo del comandante Todaro e è affiancato da facce "giuste"; però la pellicola non si può dire pienamente riuscita, perché paga il dazio di alcune situazioni infelici (in particolare la scena de "O surdato 'nnammurato " con tanto di mandolino, cosa che ci si potrebbe aspettare un un prodotto USA che parli di italiani) che fanno scadere inevitabilmente il risultato finale. Peccato perché De Angelis dimostra di padroneggiare bene il mezzo cinematografico.

Capannelle 16/02/24 23:12 - 4451 commenti

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Racconto tutto sommato prevedibile, dati anche gli spazi fisici e concettuali che la vicenda si trova a rispettare in due ore di durata. Fotografia e riprese denotano una certa personalità, il bravo Favino e alcuni tra i caratteri secondari danno un valore aggiunto, come a esempio il cuoco, almeno finché non gli mettono il mandolino in mano. Poi come storia e dialoghi ci sono meno frecce da scagliare, tutto rientra in canoni già visti e bisogna pagare dazio al cliché degli italiani brava gente.

Puppigallo 19/02/24 10:44 - 5341 commenti

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Il vero succo di questa pellicola sta nella frase del comandante: "Li tiremo su". Poi però entra in gioco la narrazione, qua e là didascalica, senza particolari guizzi registici; e con una caratterizzazione dei personaggi (equipaggio eterogeneo) che non aggiunge nulla di nuovo a quelle di precedenti film bellici se non il tocco di italianità, che non poteva certo mancare, visto il contesto (gente comune, semplice, ma eroi all'occorrenza). Comunque, resta girato con un certo mestiere e può contare su un Favino in parte. Un'occhiata, quindi, gliela si può sicuramente dare.
MEMORABILE: "Minchiata massima"; "Non si può mai sapere"; Le tranquille meduse nell'inferno della guerra; Lo scontro a fuoco notturno; Gli schiaffi.

Nando 22/02/24 12:05 - 3838 commenti

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La nota vicenda del Comandante Todaro in questa pellicola che si avvale di un ottimo Favino, ben coadiuvato dal resto del cast. Una narrazione talvolta rarefatta che coincide con i claustrofobici interni del sommergibile. Bella la caratterizzazione dei marinai imbarcati e toccanti le parole del protagonista. Indubbiamente un film di livello che, nonostante le due ore, non annoia; anzi, regala sopite emozioni.

Piero68 4/03/24 12:11 - 2962 commenti

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Pessimo! Hanno praticamente preso un soggetto senza quasi prendersi la briga di sviluppare la sceneggiatura. Figurarsi lo script, praticamente inesistente. Non basta mettere Favino interprete principale e scegliere una figura che possa richiamarsi a un personaggio "storico" per fare un buon film. Regia basica e dialoghi puerili. Favino predica nel deserto, dal momento che la recitazione per il resto è sotto gli standard e la figura del comandante nemico poco più di una macchietta.

Galbo 24/07/24 18:37 - 12465 commenti

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La storia del comandante Todaro meritava di essere raccontata; Edoardo De Angeles realizza un film tecnicamente pregevole, che non sfigura di fronte a opere dal budget più importante ma mantiene un "gusto" europeo, nella fotografia e nella messa in scena, più intimo e lontano dalla spettacolarità di tante produzioni. Favino è perfetto nel ruolo e anche gli altri membri del cast sono ben scelti. Il limite risiede in una certa staticità del racconto e nei troppi tempi morti che separano le parti più interessanti della storia.

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