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Tutti i commenti e le recensioni di Campo di battaglia

TITOLO INSERITO IL GIORNO 6/09/24 DAL BENEMERITO COTOLA
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Cotola 6/09/24 23:55 - 9586 commenti

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1918: in un ospedale militare Stefano un medico pro guerra non esita a rispedire al fronte furbi e simulatori; Giulio invece prova ad aiutare a tornare a casa alcuni di loro. Interessante film di Amelio, riuscito soprattutto nella prima parte in cui si mostrano gli orrori della guerra. Nella seconda c'è un calo ma si resta su buoni livelli. Ciò che risulta più riuscito è il ritratto dei due protagonisti, uno più intransigente (bravissimo Montesi), l'altro più umano (non pienamente convincente Borghi) ma entrambi dolenti e tormentati. E anche quello di Anna non manca di interesse.

Gabrius79 8/09/24 22:07 - 1522 commenti

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Un bel film di Amelio ricco di intensità e coinvolgente ambientato durante la Prima Guerra Mondiale. Bravissimi Montesi e Borghi calati nei panni di due medici (con idee differenti) alle prese con soldati ricoverati in ospedale. Brava la Rosellini ma il suo personaggio non è ben messo a fuoco. Notevole la prima parte con le interazioni fra medici e soldati, mentre nella seconda si avverte qualche flebile accenno di stanchezza che tuttavia non rovina il risultato.

Rebis 19/09/24 16:20 - 2482 commenti

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Il campo di battaglia è a casa, negli ospedali, per le strade, nelle zone di quarantena, dove la deontologia ippocratica combatte contro la legge marziale. Un presente assoluto che sospende la vita privata in nome della responsabilità civile. Amelio racconta di ieri per riflettere sull’oggi, osserva l’umanità con distacco clinico e una sobrietà stilistica che è insieme esercizio di umiltà e comprensione senza immedesimazione. Gli assunti morali lo trattengono in un algore che rasenta la mera osservazione. Borghi sempre più addentro a un esercizio di trasformismo vertiginoso.

Caesars 10/10/24 10:14 - 4015 commenti

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La storia vede contrapposti, in un ospedale militare alla fine della Prima Guerra Mondiale, due medici con opposte visioni sui feriti: uno vorrebbe che gli autolesionisti venissero puniti severamente, l'altro prova invece pietà e cerca di aiutarli a evitare il fronte. Tema interessante e ben sviluppato, almeno nella prima parte; perché la pellicola verso il finale cambia registro e introduce il tema della influenza "spagnola" (con evidenti richiami anche a quanto accaduto nel recentissimo passato) perdendo un po' di efficacia e lucidità. Comunque da vedere.

Gordon 24/11/24 23:46 - 275 commenti

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Amelio rimane sul sentiero che gli è più congeniale, confezionando una pellicola storica con tanti punti positivi, ma priva di una vicenda veramente travolgente, che catturi lo spettatore. Ad ogni modo, il film risulta ben fatto e le prove di Borghi e Montesi, alle prese con personaggi ostici da tratteggiare, non deludono affatto. Peccato per un leggero calo, di ritmo e di pathos, nella seconda parte. Eccessivo, infine, l'uso del dialetto, del quale pare si voglia calcare l'influenza ideologicamente.
MEMORABILE: Le "operazioni" clandestine di Borghi nella notte.

Beffardo57 7/01/25 09:58 - 309 commenti

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Del tutto degno di entrare nel novero dei grandi film sul terrificante macello della Grande guerra, visto questa volta dalle retrovie: l'ospedale militare in cui di confrontano due medici, dalle visioni - e dal comportamento - opposti (e un'infermiera che cambierà le sue idee). In uno dei due si prefigura il prevedibile percorso verso il fascismo. Raffigurata con sobria pietas la massa dei militari, giovanissimi, analfabeti, capaci solo di esprimersi in dialetto, precipitati in una catastrofe per loro incomprensibile. Stile asciutto, essenziale, senza compiacimenti autoriali.

Paulaster 7/01/25 18:06 - 4948 commenti

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In un ospedale militare, due medici vedono la situazione in modo diverso. Film sulle conseguenze belliche che ragiona sui limiti morali a cui si può arrivare. Amelio punta a una certa umanità, con le leggi marziali che impongono i massimi sacrifici. Buone le intenzioni pur in un contesto di obbligo e dovere civico. Discreta la confezione. La seconda parte riguarda l’epidemia della Spagnola e appiattisce il discorso precedente. Montesi è più nel ruolo, Borghi è sufficiente mentre la Rosellini ha poco spazio.
MEMORABILE: Il soldato finto pazzo; La ricerca sui batteri; I bambini malati.

Piero68 15/01/25 12:01 - 2999 commenti

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Lento, noioso e anche abbastanza pretenzioso. Sceneggiatura e dialoghi ridotti all'osso, regia in stile fiction Rai e personaggi tagliati con l'accetta. Non è dato infatti sapere chi siano, da dove nasca la loro amicizia e i rapporti intercorsi tra i tre protagonisti in gioventù. Anche la guerra si vede solo di striscio: qualche ferito qua e là ma senza urtare la suscettibilità con troppo sangue. Nel finale riesce anche a peggiorare grazie all'introduzione della "spagnola". Da salvare solo l'interpretazione di Borghi (almeno prova a metterci il cuore).

Pigro 3/03/25 09:24 - 10166 commenti

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Guerra e pandemia: siamo nel 1918 o adesso? Dal romanzo storico (profetico) di Patriarca un film tagliente nell’ambiguità passato/presente, dividendo la storia dei due dottori in due parti che dialogano tra loro sul piano della morale professionale e della pietas. Vera chiave del film (con un bel lavoro sui dialetti) non è l’antimilitarismo, ma la responsabilità del medico come cartina di tornasole in mezzo a un’umanità allo sbando per colpa della guerra-dovere o dell’epidemia-disgrazia, tra dubbi scrupoli sfide e casi di coscienza. Riflessivo.

Nando 7/03/25 20:28 - 3913 commenti

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Il maestro Amelio realizza questa pellicola in cui si evidenzia la barbarie della Grande Guerra, in cui giovani ragazzi, in un Italia ancora frammentata, venivano mandati al fronte senza senso. Due medici che la pensano diversamente e una donna legata a loro. Lucida analisi soprattutto nella prima parte, mentre nella seconda emerge una lieve retorica. Comunque appare tutto ben realizzato, con i tre protagonisti appropriati (Borghi appare il migliore).

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Capannelle 9/03/25 00:39 - 4586 commenti

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Amelio sceglie di mantenere il racconto drammatico esclusivamente sugli ospedali dei feriti e sui personaggii che all'interno di essi si confrontano. Non ci sono scene di battaglia o di sale operatorie ma un aspro confronto tra scuole di pensiero che vive su bravi attori e una prima parte efficace. Però l'asprezza piano piano si dilegua e si ha comunque la sensazione che al racconto manchi sempre qualcosa per decollare.

Luluke 9/04/25 06:42 - 882 commenti

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Molti i rimandi a Uomini contro. In ogni caso il film di Amelio ha il merito, in un periodo in cui si torna a parlare di guerra come opzione praticabile, di raccontarla per come è davvero a un pubblico indottrinato da anni di cinema USA, teso invece a evidenziarne il fascino. Qui non ci sono eroismi, ma la patetica contrapposizione tra due medici: uno (l'ottimo Borghi) che cerca di aiutare i soldati a farsi riformare, l'altro deciso a rispedirli nelle trincee. E una donna, forse innamorata del primo, certamente votata al più becero bellicismo, come se ne vedono sempre più spesso.
MEMORABILE: L'esecuzione di fronte ai ricoverati del soldato resosi cieco, che prima di morire pensa solo a correggere l'accento del suo cognome.
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