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TITOLO INSERITO IL GIORNO 9/03/07 DAL BENEMERITO B. LEGNANI
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B. Legnani 10/03/07 00:15 - 5530 commenti

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Film non facile, di un genere che non tutti amano. Pur non essendo un capolavoro, è comunque di livello assai notevole e di notevole regìa. Rossi Stuart è davvero molto bravo. Charlotte Rampling, con la sua "sottorecitazione", è semplicemente eccezionale. Commovente.

Homesick 18/06/07 18:39 - 5737 commenti

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Quasi un supplizio. Prolisso, noioso, deprimente, superficiale, con una recitazione biascicata ai limiti della comprensibilità che coinvolge persino la gloriosa Rampling, qui del tutto sprecata. In campo di bambini malati e sfortunati e in termini di coinvolgimento emotivo, sono molto meglio i lacrima-movies italiani degli Anni Settanta: semplici, schietti, diretti, senza tante pretese autoriali.

Cotola 3/12/07 02:22 - 9043 commenti

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Questo film di Amelio ha una qualità che ormai si riscontra sempre più raramente nel cinema contemporaneo: è girato da un vero regista che ha una sua idea di cinema e continua a perseguirla mantenendosi lontano tutte le mode che ormai imperversano. Amelio è, infatti, uno dei pochi che riesce ancora a parlare più che con le parole attraverso le immagini e le facce degli attori (bravi). Inoltre tratta un argomento molto delicato con grande garbo e senza tirare calci nello stomaco dello spettatore, come troppo spesso accade.

Galbo 12/04/08 17:21 - 12392 commenti

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Amelio affronta coraggiosamente un tema scottante come quello dei rapporti padri-figli portatori di handicap e lo fa con un film che non ha nulla di (auto)compiacente, ma va dritto al cuore dei problemi, prendendo di petto la scomoda (ma probabilmente assai reale) voglia del rifiuto del diverso, che diventa stimolo per un nuovo inizio. Bella sceneggiatura (tratta da un libro autobiografico di Pontiggia), efficace e straniante ambientazione (nella fredda ed ostile Berlino) e un grande attore, Kim Rossi Stuart.

Hackett 27/08/08 12:07 - 1867 commenti

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Sobrio e struggente, un film che guarda nell'anima senza dare giudizi. Una pellicola dal passo lento ma deciso, una istantanea lucida di una realtà che troppe volte le persone guardano di sfuggita. Cinema impegnato che non scade nella retorica. Ottimi gli interpreti. Una storia che lascia qualcosa e non è poco.

Pigro 28/11/09 10:02 - 9666 commenti

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Durante un viaggio verso un ospedale tedesco conosce per la prima volta il figlio, quindicenne handicappato, che non ha mai voluto vedere. Storia bellissima, tema importante, tocco registico delicato e coraggioso nel trattare senza remore la questione ma senza scadere nella retorica, scegliendo piuttosto la normalità di un rapporto padre-figlio e una sobria poesia. Intensa la fisicità così come il tono dimesso. Incredibilmente potente la personalità del ragazzino interpretato con grande freschezza da Andrea Rossi, che mette in ombra gli altri.

Tuxtucis 9/08/10 09:53 - 34 commenti

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"Le chiavi di casa" è il film che mi ha fatto perdere definitivamente fiducia nella critica cinematografica italiana. Non so come sia possibile parlare di capolavoro di fronte a un film senza sceneggiatura, sviluppo narrativo e spessore drammatico. Francamente sconcertante che i critici abbiano invocato la Coppa Volpi per Rossi Stuart, attore monocorde come pochi. Il film si accende solo con la presenza di Charlotte Rampling.

Nando 22/01/11 09:40 - 3814 commenti

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L'handicap ed il mai esistito rapporto tra padre e figlio narrati in questo pseudo on the road. Un viaggio per conoscersi nonostante le insormontabili difficoltà comunicative. Interessante anche se provvisto, talvolta, di situazioni troppo lunghe che meritavano un piccolo accenno. Brava la Rampling.

Giùan 29/11/11 18:21 - 4559 commenti

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La commozione, di cui questo film è cosi schiettamente colmo, nasce affatto dal patetismo per una condizione di diversità, bensì da uno sguardo, quello di Amelio, asciutto e partecipe, così lontano da ogni voyeurismo da rotocalco a cui siam ormai assuefatti. E’ ancora un cinema etico quello del regista siciliano, imperniato non a caso, per l’ennesima volta, sul tema centrale della sua opera: la paternità. Film di sguardi pudichi e di attori naturali: un intenso Rossi-Stuart, l’icona Rampling e Andrea Rossi in grado d’esser se stesso, non di recitar l'handicap.
MEMORABILE: La madre interpretata dalla Rampling che confessa di voler chiedere alla figlia “Perché non muori”; Il treno verso Berlino; “devo spicciare le faccende".

Caesars 7/03/12 09:34 - 3790 commenti

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Molto bello, anche se molto difficile da reggere. Ancora una volta Amelio ci parla del rapporto padre/figlio (tema centrale della sua filmografia) concentrandosi stavolta su quello tra un genitore che non ha mai voluto conoscere il figlio e quest'ultimo, portatore di handicap. Materia che poteva facilmente scivolare nel patetico, ma il regista schiva abilmente la trappola regalandoci un'opera sobria e sincera. Bravo Kim Rossi Stuart, eccezionale la Rampling e fantastico Andrea Rossi. ***!

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Ryo 26/12/13 15:09 - 2169 commenti

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Suggestivo e toccante dramma iperealista. Kim Rossi Stuart è un padre che dopo 15 anni sarà costretto a prendersi cura del figlio, che abbandonò alla nascita. Storia utile a sensibilizzare un pubblico estraneo a questa vita. Alquanto onesto, ma con una recitazione di Stuart a volte sregolata.
MEMORABILE: La presa di coscienza che avviene quando il bambino continuamente suona il clacson e tocca il volante dell'auto.

Gabrius79 1/03/15 23:50 - 1427 commenti

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Gianni Amelio racconta in modo asciutto e con una certa delicatezza il rapporto tra un figlio portatore di handicap e il padre. I due personaggi sono strepitosamente interpretati da Andrea Rossi e Kim Rossi Stuart e portano lo spettatore a commuoversi e a riflettere. Da non sottovalutare l'ottima performance di Charlotte Rampling. Per meditare.

Daniela 21/03/15 15:39 - 12660 commenti

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Non ha mai voluto vedere il figlio. L'occasione per il primo incontro avviene quando il ragazzino quindicenne deve essere portato a Berlino per alcune terapie mediche... Liberamente ispirato ad un libro in parte autobiografico di Pontiggia, Amelio affronta un tema difficile come il rapporto di un genitore con un figlio affetto da una grave menomazione. Se il film riesce ad evitare le trappole del patetico e dello scontato, risultando autenticamente commovente, lo si deve non solo alla sua pudica regia ma anche alle interpretazioni del sensibile Kim Rossi Stuart e del sorprendente Andrea Rossi

Paulaster 9/12/20 10:06 - 4417 commenti

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Un padre accompagna per delle cure il figlio (portatore di handicap) che aveva abbandonato. Con questo incedere Amelio riesce a intavolare argomenti complessi senza cadere in pietismi o giudizi emotivi. Merito anche del giovane protagonista e dei suoi modi pieni di tenerezza. Bene anche la Rampling che restituisce la versione adulta della prospettiva. Anche la conclusione mette al centro il problema della quotidianità e le difficoltà per chi non è preparato. Piccolo neo nella parte iniziale, in cui il primo incontro è privo d'emozione o imbarazzo.
MEMORABILE: La camminata con gli istruttori; In vasca insieme; Il clacson suonato a ripetizione; Sul treno da solo.
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