Ballo a tre passi - Film (2003)

Quattro episodi, uno per stagione, per tratteggiare con tenerezza e umanità i sentimenti dell'animo: l'emozione dei bambini che scoprono il mare; il delicato e silenzioso amore di un pastore per una turista; le inespresse sensazioni di una suora che torna a casa per un matrimonio; la solitudine di un anziano in cerca di compagnia, fino a uno struggente finale vagamente felliniano. È un'opera fatta di amore sconfinato nella Sardegna e nell'uomo, entrambi descritti con rispetto e partecipazione. Un film piccolo ma sincero.

Diviso in quattro cortometraggi annodati narrativamente tra loro. Si riesce ad apprezzare la recitazione degli attori, compresi quelli non professionisti che appaiono molto naturali con i loro accenti, modi di dire e di fare che contribuiscono a dare un tocco di realismo all'opera. Lo stile registico ricorda quello di Takeshi Kitano, sopratutto i primi due episodi in cui il mare è molto presente. Bellissimi scenari naturali accompagnati da una musica azzeccata (un po' ripetitiva "Cielito lindo" che non rappresenta proprio la cultura sarda).

Un buon esordio per Salvatore Mereu, che racconta una Sardegna da fiaba che ormai non esiste più e lo fa con passione, trasmettendola allo spettatore. Il film è diviso in quattro parti, una per stagione: le migliori sono le prime due, specialmente i bambini per la prima volta al mare. Poi un po' di poesia si perde per arrivare a un finale surreale, ma non completamente farina del sacco del regista. La parlata sarda per gran parte dell'opera contribuisce a un certo realismo. Bella la fotografia. Senza dubbio un buon film.

Interessante e bellissimo film di Mereu, che decide di raccontare quattro storie ambientate in un paesino della Sardegna nel quale esistono ancora persone che vivono con poco e in condizioni molto umili. L'autenticità è il marchio dell'opera, che coinvolge emotivamente in ogni racconto messo in scena e che fa capire come alcune realtà hanno bisogno di essere rappresentate al cinema per un discorso culturale molto importante. La regia è semplice, ma ciò dà quel senso di realismo di cui un film del genere ha bisogno. Da vedere.