Antiviral - Film (2012)

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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/03/13 DAL BENEMERITO SCHRAMM
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Greymouser 17/04/13 19:14 - 1458 commenti

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Non mi ha convinto per nulla questo estenuante, raffinatissimo ma gelido esercizio di stile: il rampollo Cronenberg ha evidentemente succhiato linfa paterna nella tematica e nel registro della sua opera prima, ma la lezione genitoriale sembra solo una forma vuota, stemperata e rarefatta e quindi resa inerte da eccessivo ed astratto intellettualismo. La visione di un futuro in cui la gente comune idolatra a tal punto le celebrità da volerne vivere le malattie sembra un filo grottesca, ma viene presa fin troppo sul serio: deludente.

Schramm 27/03/13 19:13 - 3495 commenti

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Mentre Crony senior conferisce alla Nuova Carne un substrato sempre più evanescente, Crony jr ricapitola le dolorose gioie del corpo postorganico postulato dal babbo, alla cui ombra ingombrante tiene dignitosamente testa: affascinante quanto tedioso, visivamente notevole ma tematicamente naif. Rincorre un'ambiguità che non si fa mai acchiappare, soffocata da una teoria troppo evidente e dichiarata. Il presupposto fa la figura suina che deve, ma poggia su una pedante cerebralità che non apre mai al carnale. Intanto il quesito rimane: Crony jr ci fa o ci è? Lo sapremo alla prossima puntata.

Mickes2 16/04/13 14:02 - 1670 commenti

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Pare il Cronenberg algido, visionario, asettico e ostico di Cosmopolis ricalibrato sulle tematiche degli albori. Ci sono spunti interessanti nell’esordio del Cronenberghino, un mondo futurista non troppo lontano in cui si rimescolano le ossessioni carnali/esistenziali “paterne” e le pulsioni fobiche e feticiste umane però decodificate tramite un’ottica personale. Il clima claustrofobico schiaccia però non solo il protagonista (un bravissimo Jones) ma anche lo spettatore, costretto a boccheggiare per più tratti fino a una degna conclusione.
MEMORABILE: Il cibo creato dalle cellule degli infetti; Nella stanza bianca.

Daniela 3/05/13 08:17 - 12699 commenti

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Chi può essere tanto grullo da pagare per farsi infettare da un virus proveniente dal corpo di una celebrità? Con lodevole immaginazione, C. jr mette in scena una clinica biancolatte dove Jones, con la sua faccia da vampiro anemico, propone l'acquisto di un herpex che invece di essere simplex in questo caso è celeber. Purtroppo, dopo un inizio intrigante, il film si incarta in ossessioni carnal-meccaniche nel tentativo di ricalcare le orme paterne. Un esordio non del tutto riuscito sul piano del racconto, ma visivamente stiloso, a tratti disturbante, che colpisce per la bizzarria dello spunto.
MEMORABILE: La "macelleria" in cui si vendono fettine di carne celebre coltivata in laboratorio - la stanza/cella tutta bianca con le gigantografie del volto

Cotola 29/09/16 23:56 - 9083 commenti

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L'idea di partenza può essere considerata folle e bislacca ma è sicuramente originale. E per un po' la pellicola procede bene fino a quando non sa bene come proseguire a causa di una sceneggiatura che non ha più carte buone nel suo mazzo anche se il finale è un discreto guizzo. L'esordio di Cronenberg jr, che a tratti ricalca (dal punto di vista tematico) le orme paterne è accettabile soprattutto nella forma che è già intrigante e controllata. Se migliora per ciò che concerne la sceneggiatura, ci sarà da divertirsi nelle opere successive.

Pumpkh75 4/10/16 13:21 - 1757 commenti

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Buon sangue non mente. Se il papà creava mutazioni della carne, il figliolo le vende e il profitto ottenuto è discreto: una idea geniale affiancata dal terrore intimo che non sia poi così fantascientifica, l’ambientazione gelida e asettica, intrecci metallici che quasi prestano il fianco alla spy story. Manca un po’ di fluidità e forse c’è troppo rigore nel tentar di rispettare i dettami genitoriali, ma premesse e promesse ci sono tutte. Bravo Jones novello Caronte di virus e sempre bellissima Sarah Gadon. Un buon vino novello.

Hackett 2/11/16 07:28 - 1868 commenti

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La "nuova carne" dei Cronenberg esordisce sugli schermi con una pellicola che riprende le tematiche infettive e morbose di papà David. Il risultato, pur con alcune incertezze, è sicuramente pregevole e ci regala l'enigmatica visione di una società morbosamente legata al culto della personalità, pronta a tutto pur di prendersi un pezzo dei propri idoli. Una visione allucinata, che ricorda la serie Black Mirror ma anche (grazie all'asettico bianco che domina la scenografia) le prima opere cronenberghiane, come Stereo e Crimes of the future.

Bubobubo 11/09/18 00:47 - 1847 commenti

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Lo spunto narrativo, vista e considerata la cronaca quotidiana, è meno bislacco e ingenuo di quanto potrebbe sembrare: certo non più del primo e già geniale David di metà anni '70, cui Brandon aspira - per il momento - vanamente. Detto dei postulati, rimane lo sviluppo, che sfortunatamente stenta a decollare: colpa di una fiacca storyline parallela a tinte noir e di ritmo medio-lento che mal si adatta ai risvolti futuristici della trama. Bisogna lavorarci sopra ancora a lungo, ma nel frattempo una certezza c'è: Brandon ha già i suoi attori.

Pinhead80 27/03/19 17:01 - 4805 commenti

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Arriverà il giorno in cui le persone pagheranno per infettarsi delle malattie dei personaggi famosi per sentirsi qualcuno? Questo tipo di deriva non sembra impossibile. Chi meglio del figlio di Cronenberg poteva sviscerare questa tematica assurda ma non impossibile in questo mondo dilaniato dalle mode e dal conformismo? Non tutto in questo film funziona alla meraviglia, ma l'idea è di quelle geniali. L'immagine diventa ancora il canale privilegiato per la trasformazione in altro da sé e il corpo muta sotto forma di malattia.

Herrkinski 1/05/24 16:25 - 8152 commenti

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L'esordio di Cronenberg Jr. già ne metteva in chiaro la cifra stilistica, destinata a essere poi affinata nei successivi due lavori; se l'eredità paterna è raccolta senza alcun indugio, con ulteriori e provocatori spunti sulla "nuova carne", nonché riflessioni caustiche sul rapporto morboso tra le celebrità e le masse, il regista riesce comunque a crearsi una sua poetica e porta avanti un'estetica più algida e moderna. Ottima anche la scelta del cast, l'evanescente Jones su tutti; lo script non è sempre immediato o a fuoco e limita il risultato finale, ma rimane un buon lavoro.

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