Un gruppo di giovani musiciste ospiti di un orfanotrofio nei pressi di Venezia ai primi dell'800 entrano in possesso di un pianoforte di ultima generazione. Scopriranno la musica pop con un largo secolo d'anticipo, ma suoneranno per la "Gloria!". C'è la delicatezza dello sguardo femminile ma c'è anche tanta risolutezza nel raccontare una storia eccentrica e audace. Un piccolo gioiello coprodotto da Rai Cinema, fresca la regia e i volti delle ragazze (brave). C'è anche un bel ritorno di Paolo Rossi al cinema nel ruolo del maestro cattivo. Cameo di Elio e le storie tese... Merita!
Nella Venezia di Vivaldi e Albinoni si respirano nuove sonorità. Complice la scoperta di un pianoforte, un gruppo di ragazze di un convitto musicale per orfane asseconda gli estri di una servetta che vi compone arie pop. Tutto mentre sta per arrivare il papa e il maestro della scuola deve preparare un componimento in suo onore. Ma è in piena crisi creativa. Gradevole nelle parti musicate, il film della giovane Vicario, di stampo avatiano, si perde un po' nel finale stile Sister act, ma nel complesso risulta un esordio convincente. Molto centrato Rossi nella parte di Perlina.
Nel periodo dell'infradiciamento definitivo delle fondamenta della Serenissima, in alcuni oscuri orfanotrofi per ragazze si faceva e si creava musica. La Vicario riesce nell'impresa di cogliere bene lo spirito dei tempi ma al tempo stesso di imbastire una storia originale, sì con qualche crepa narrativa ma viva e fresca. Merito anche di una regia matura, soprattutto nei momenti in cui musica e immagini si intrecciano e si completano. Brave le cinque protagoniste e il qui kinskiano Rossi. Mezza palla in più per l'audacia del progetto, molto fuori dai soliti schemi del cinema italiano.
Film fresco e gradevole, che sa rivitalizzare il cinema italiano creando un ibrido fra genere musicale e dramma storico senza rinunciare a un pizzico di ironia, ingrediente segreto di tanto buon cinema nostrano. La Vicario dirige bene e, pur se le svolte della storia son tutte prevedibili, si arriva alla fine soddisfatti, anche grazie alla bella colonna sonora e alla buona ricostruzione d'epoca. Brave le protagoniste, rivelazione la Lucchesi e incredibilmente azzeccato Rossi come "cattivo". Da vedere.
Giovani musiciste in un orfanotrofio femminile preparano il concerto per il papa agli albori dell’800: scheggia pseudo-verista che diventa appassionata favola esemplificativa della storia negata delle donne, un risarcimento dovuto, un’immaginaria sliding door femminista del passato, che parla di sorellanza ma anche di scontro tra tradizionalismo e modernità, attraverso la vivace battaglia tra la musica allineata e l’invenzione genialmente e deliziosamente anacronistica di una nuova musica che sa di pop e jazz. Frizzante opera prima.
La Vicario dimostra di saperci fare con le ricostruzioni e la fotografia dei luoghi, la direzione degli attori e soprattutto conferisce brio e originalità a un soggetto non propriamente facile. Applica il suo background musicale con sapienza e guida le protagoniste (stupenda fra di esse la Bellugi) a costruire un gruppo femminile di forte empatia e determinato a ribaltare le convenzioni del tempo. Una vicenda storicamente poco realistica ma che trova in questo film una sorprendente via espressiva per denunciare tematiche che fanno parte della stretta attualità.
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per i volti non saprei proprio come fare... per le location le cedo perchè non ho trovato praticamente nulla che non sia già noto in rete...l'ho trovato molto bello questo film, però.