Woman in prison che Bruno Mattei dirige con la consueta ferocia, soprattutto nella seconda parte. Anche nella prima comunque non si scherza, dal momento che appena arrivate alla colonia penale filippina chiamata “La casa delle anime perdute” le nuove detenute assistono a una punizione surreale: una prigioniera viene frustata selvaggiamente quando è già cadavere da un pezzo! Si comincia bene... Ci viene presentata l'aguzzina del posto (molto in carne) e subito dopo le detenute vengono piazzate nelle loro celle, dove si strepita e si urla in continuazione. Quando non sono le carceriere a provocarle ci pensano le compagne. Per un bel pezzo si procede così, senza una...Leggi tutto storia... Solo violenza su violenza; non sanguinaria ancora quanto piuttosto pugni, calci, bastonate e via dicendo. Scenograficamente sono da osservare i verdi scenari filippini, di un certo fascino esotico... Si sciorina l'intero campionario del genere, con belle ragazze orientali nude, seminude, in divisa, spogliate, sotto la doccia comunque sempre maltrattate in ogni modo. Quando gli va bene le spediscono al night a danzare. La più fiera del gruppo prova anche a resistere alle avance del boss locale, ma per tutta ricompensa le fanno pescare un bigliettino sul quale è scritto a che punizione ha indirettamente condannato una sua compagna di sventura rifiutandosi di andare col tipaccio: legata e piazzata davanti a un letto, vi ci vedrà sbattere sopra – nuda – l'altra detenuta, a sua volta legata e imbavagliata, destinata a trovarsi attaccata da due pericolosissimi serpentoni che le strisciano sopra sibilando. Un'altra viene spedita nella gabbia semisommersa coi ratti e via dicendo. La vera svolta si ha nella seconda parte, quando il piano di fuga di un gruppetto di ardimentose si concretizzerà in una caccia nella giungla dove loro sono le prede, inseguite da ghignanti cacciatori armati che gliene faranno passare di tutti i colori; e qui si scatena lo splatter di Mattei, memore dei vecchi cannibal movies, con almeno un paio di scene davvero “forti” (lingue tagliate, spalle staccate, mutilazioni, fucilate ravvicinate, coltellate, trappole mortali...). Le poverette non sembrano esattamente organizzate per la fuga e mal gliene incoglie. Attenzione però al finale a sorpresa... Niente di nuovo insomma per questo WIP che si mescola all'avventura, caratterizzato da dialoghi minimali (più che altro grida, ordini, minacce...) e tanta violenza. Bei volti femminili, ma alla fine nient'altro che un concentrato di nudità e ferocia, senza nulla che possa farlo ricordare rispetto ad altri film del filone. Mattei dirige con sufficiente professionalità ma non c'è un minimo di tensione o di drammaticità “vera”, e anche la fotografia piatta non aiuta. Asfittico.
Negli anni 2000, Mattei dirige come fossimo in pieni anni '80, non fosse per l'anemica fotografia digitale tipica del periodo, che comunque sembra di dieci anni prima; riprende il genere WIP più truce e gratuito - memore dei suoi trascorsi - per tutta la prima parte del film, salvo poi lanciarsi in un violentissimo tributo alle atmosfere cannibal nella seconda, dove gli effettacci splatter e il sadismo quasi torture-porn la fanno da padrone. Cast di locals, giungle filippine a go-go, trama inesistente, nudi e atrocità a volontà; fuori tempo massimo, ma di certo senza compromessi.
MEMORABILE: Donna torturata, con seno affettato alla Emanuelle in America; La donna presa a fucilate ripetutamente e poi, ancora viva, stuprata; Decapitazione.
Scritto con Antonio Tentori, il film si inserisce nel filone caro al regista Bruno Mattei dello splatter e della violenza gratuita. Dapprima in un carcere femminile, dove ci si finisce non si sa per quale ragione e dove i diritti umani sono calpestati a colpi di crasse risate dei sadici aguzzini, poi nella seconda parte - la migliore - l'opera si trasforma in un sanguinolento d'ambientazione foresta pluviale tutto sommato realizzato discretamente. Pur nell'ottica di una trash-movie decisamente ridanciano, qua e là si scorge ancora la sapienza del mestiere registico d'antan.
Bruno Mattei HA DIRETTO ANCHE...
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Anime perse (conosciuto anche con il titolo di:L'inferno delle donne) e un film direct-to-video (solo per home-video) diretto da Bruno Mattei e fa parte di quelle tre pellicole del regista ancora inedite in Italia ("Zombi:la creazione" e "L'isola dei morti viventi"
Finalmente vede la luce anche in Italia questo film, l'unico rimasto inedito del mitico Bruno Mattei. In uscita il 22/03 per la 30 Holding con il titolo "The Jail - Inferno delle donne".