Alice's tin pony - Corto (1925)

Alice's tin pony
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Titolo originale: Alice's tin pony
Anno: 1925
Genere: corto/mediometraggio (bianco e nero)
Note: Il corto fa parte delle "Alice comedies" girate da Disney tra il 1923 ed il 1927 ed è da considerarsi una sorta di parodia animata de "Il cavallo d'acciaio" di  John Ford (1924).

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 17/10/20 DAL BENEMERITO GIùAN
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Giùan 17/10/20 07:58 - 4559 commenti

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Alice e Julius devon guidare a destinazione un treno portavalori resistendo all'assalto della temibile banda di topastri capitanata dallo zoppo Pete. Ormai la serie ha "ingranato" la marcia e gli apporti di Iwerks e degli altri animatori destinati a diventare il nucleo storico della Disney si fa sempre più importante e irriverente, profittando della cornice western. Qui Bootleg Pete (nuovamente in versione topo e col moncone) rifiuta le avance di una discinta ballerina e fa fuori un non meno fastidioso ratto ubriaco. Bella anche la "cuccia" del trenino. Sempre più invisibile la Gay.

Fabbiu 28/02/21 12:21 - 2144 commenti

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Parodia western in questo corto in cui si continuano a sfruttare le gag di veicoli antropomorfi (i treni in questo caso) che diverranno quasi una costante. Nonostante alcune gag siano le solite, monotone (gli inseguimenti sulle montagne tra picchi e valle) e Alice (l'umana bambina) continui a essere una comparsa che affianca il vero protagonista (il gatto Julius), è molto piacevole per via delle gag col personaggio dell'orso Pete caratterizzato come bruto frequentatore di posti di malaffare che capeggia una banda di ratti. La scena dell'osteria è persino censurata in alcune versioni.

Pigro 16/05/22 09:43 - 9666 commenti

I gusti di Pigro

Il treno portavalori di Alice subisce l’assalto della gang di Gambadilegno. Più della storia, piuttosto vivace, funziona la sfrenata fantasia di Disney nel reinventare gli oggetti e le loro funzioni, in modo fluido e imprevedibile, come è ormai la sua cifra stilistica. Si precisa, inoltre, sempre più la preminenza delle caratterizzazioni fisse, a cominciare dal gatto sodale della ragazzina, mentre si perde sempre più l’interazione tra attrice e disegni. Si vede piuttosto bene, anche considerando la brevità e l’assenza di momenti memorabili.

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