Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 25

26 Ottobre 2009

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1998 (STAGIONE 25):


277. VERA (Die Tochter des Mörders)
** Ennesimo ricatto mafioso a un ristoratore che decide di reagire e si becca la pallottola di rito: il killer se ne scappa via, ma passa di casa giusto per ricevere gli insulti dell'incazzosa moglie e salutare la figlia, Vera, un'adolescente ovviamente turbata dalla situazione e pericolosamente vicina ai vegetali derrickiani tipici. Derrick s'impietosisce e si dedica a lei piazzandola dall'amica di turno (tale Lara), ma i mafiosi lo braccano. Il killer rivuole la figlia indietro e Lara non aiuta lasciando scorrazzare in bici Vera neò circondario senza problemi (giustamente Derrick la rimprovera). Indagini nulle, qui si tratta di aspettare che il babbo torni a riprendersi Vera e di pizzicarlo. Ma quello minaccia via telefono, spara alle finestre di Derrick e insomma, l'ispettore ormai c'ha un'età... Di certo al distretto non lo aiutano granché, visto che il solito Berger non ne combina una giusta (nemmeno è capace di scrivere a computer correttamente i nomi che gli dettano) e Harry gli fa capire di darsi una calmata che non è il tutore della ragazzina. Rendez vous sbrigativo in garage e finale da volemose bene che chiude un episodio modesto, stanco ma non del tutto disprezzabile. Certo con il giallo con c'entra poco... (Zender)

** A seguito dell’omicidio di un proprietario di un ristorante italiano da parte di un estorsore mafioso, l’assassino fugge e abbandona la figlia di nome Vera nel suo appartamento. Derrick si attiva per dare a Vera una casa e una persona che la possa accudire e rintraccia una sua amica (Lara) che la dà un valido aiuto ospitandola in casa.  Dopo un po’ di tempo, il padre inizia ricercare la figlia e lìi inizieranno i guai… Episodio piuttosto incredibile, pur con momenti diciamo efficaci, specie sul finale. Un po’ bolso il tutto: forse  Derrick ha più voglia di curar bambini che investigare; d’altronde la sua età era ormai più da carrozzella con nipotino al parco che da ispettore… (Markus)

**! Il proprietario del ristorante italiano "Cremona" non vuole pagare il pizzo e viene ucciso. L'assassino dapprima fugge poi vuole riprendersi la figlia che aveva abbandonato. Episodio che si suddivide in tre parti: i primi venti minuti, forse i migliori, raccontano bene le dinamiche di violenza, psicologica e reale, tra mafiosi "protettori" e vittime spesso impotenti. Quindi un lungo intermezzo incentrato sull'umanità di Derrick che prende a cuore il caso della figlia dell'assassino, nonostante i costanti borbottii di un poco empatico Harry. Infine il finale, persino movimentato per gli standard delle ultime stagioni. Tutto sommato un buon episodio, in cui il buon ispettore deve affrontare un avversario piuttosto scomodo: la distanza generazionale con Vera, le complicazioni e i fraintendimenti che ne derivano. (Eresiarca)


278. UNA DONNA SOLA (Anna Lakowski)
** Rapina in appartamento, col proprietario che tenta inutilmente di ribellarsi e lo spanciano. La domestica assiste e vede in faccia uno dei due ladri. Portata in distretto prova a ricostruire l'identikit e fallisce, ma Derrick capisce che comunque è meglio proteggerla e la fornisce di cellulare per chiamarlo. Lei ne abusa perché è la donna sola del titolo, e per l'ispettore ha un debole (quando Harry gli vuole spiegare come funziona il telefonino lei chiede che a spiegarglielo sia Derrick). Harry conclude presto che la signora è pazza, e lo ripeterà a tutti durante la puntata. Intanto un informatore individua dei sospetti in un night ricolmo di donnine nude (tra cui pure la sua fidanzata): tette al vento (e non solo) al ritmo di "Every Breath You Take" dei Police. Derrick ci conduce pure la triste domestica innamorata, che si domanda dove questi l'abbia portato... L'interesse della sceneggiatura sta tutta nella descrizione della donna sola e del suo rapporto con l'ispettore, con lunghe tirate sulla figlia della donna che studia al collegio. Derrick così la piazza dall'amica psicologa per tranquillizzarla, ma lei scappa. Ritmi lenti, una tenera love story abbozzata tra i due con cenetta al ristorante. Ci si risolleva però nel teso finale al parco con laghetto e pagoda, obiettivamente il massimo della tensione possibile, considerato che siamo alla fine della serie. Ci scappa pure il morto... (Zender)

** La triste solitudine di una domestica viene interrotta dall'omicidio del padrone. Mentre del morto ce ne scordiamo quasi subito, la donna in questione emerge sempre più come la protagonista dell'episodio, con la sua grande fragilità, anche mentale (si vedano i costanti riferimenti a una figlia probabilmente mai esistita) e il suo desiderio di attenzione che trova nel buon Derrick un bersaglio ideale. Uno degli ultimi episodi della serie, attori appesantiti e tanti capelli bianchi - o color mogano, nel caso di Harry - che mal si sposano con le numerose scene che si svolgono in un decadente night club, in cui si salvano solo la musica e, forse, un paio di ballerine. (Eresiarca)


279. IL RAPIMENTO  (Herr Kordes braucht eine Million)
**! Uno sformato padre di famiglia è sull'orlo del lastrico: deve pagare un milione di dollari se non vuole che la villa in cui vive con la madre e i due figli finisca all'asta. Decide di rapire così la giovane figlia di un riccastro, ma per ritirare i soldi del riscatto (niente polizia, mi raccomando, o la ragazza morirà)  sceglie un luogo insolito: la stazione di Monaco, dove ritirerà personalmente la valigia fingendo di averla trovata e di volerla consegnare agli oggetti smarriti. Un piano talmente assurdo che un ispettore capace avrebbe sbaragliato in un secondo. Ma Derrick è evidentemente alla frutta e con lui il buon Harry, che insieme progettano, per far confessare l'uomo, un piano ancor più idiota di quello del colpevole. Tra le due parti è difficile stabilire chi sia il più fesso, e la quantità di assurdità che permettono all'episodio di procedere non si contano. Alla squadra di folli si associano poi i genitori della rapita, che anche loro quanto a realismo e amore per la poveretta... Volendo accettare la sequela di ingenuità, comunque, se non altro non ci si annoia e lo spaesamento del rapitore lascia a suo modo il segno. Certo il finale ha veramente dell'incredibile... Scopriamo comunque che il caffè che fa Harry è, a detta del collega, "il peggiore di tutta Monaco". (Zender)

**! Un imprenditore è sull'orlo del fallimento. Per salvarsi dalla bancarotta organizza il rapimento della figlia di un miliardario e chiede a questi il riscatto di un milione di marchi. L’imprenditore dice al miliardario di lasciare la valigia con il denaro alla stazione ferroviaria di Monaco, ma quando ritira la valigia viene sorpreso da Derrick. L'uomo inventa che stava portando la valigia all’ufficio oggetti smarriti. Da lì inizieranno le indagini, che porteranno l’uomo incriminato a compiere degli errori… Episodio piuttosto angosciante e con un certo senso del ritmo. Debbo dire che lo stato d’animo ansioso del rapinatore è palpabile, pur con i limiti di una sceneggiatura piuttosto "stiracchiata" e adeguata all'evolversi degli eventi. (Markus)


280. LA VOCE DI ELISABETH  (Mama Kaputtke)
Un ornitologo, un po' come era capitato a John Travolta in Blow out, registra la lontana voce di una donna che viene uccisa "in diretta" nel bosco. E' Elisabeth, per l'appunto, che si scoprirà essere una prostituta. La vecchia madre della vittima arriva a Monaco dal paese e va dai due figli superstiti per scoprire che i tre, insieme, si davano allegramente a mignottaggio e ricatto. Una delusione che Derrick comprende, tanto che si scarrozzerà la donna in giro per le indagini lasciando Harry ad ammuffire in ufficio, alle prese coi soliti ritagli di giornale. Indagini stanche come lo è ormai Derrick, svogliato e pronto per la pensione. Il colpevole, al solito, gli cadrà dal cielo a due minuti dalla fine, in una confessione non richiesta che lascia di stucco pure l'ispettore: ma chi t'aveva accusato? Ragazzi, ve le andate proprio a cercare... (Zender)

* Episodio del crepuscolo della serie; non proprio riuscito, tratteggia morbosità (prostituzione, ricatti) ma senza incidere. Blando sia nelle indagini che nel disegno psichico dei personaggi, figurativamente insipido e narrativamente fastidioso nel finale (che è il momento peggiore: l'identità dell'assassino è disvelata maldestramente). L'ispettore sembra stanco e provato, Harry vegeta. C'è un riferimento a Cosa Nostra (che passa inosservato ed è comunque reso con superficialità). (Faggi)
 
*** Penultimo episodio, si colloca perfettamente nella stagione conclusiva per la prevalenza dei risvolti umani su quelli del classico giallo. Il ritmo è un po' compassato e lo sviluppo abbastanza prevedibile: a riscattare l'episodio sono la grande umanità di Derrick - che sceglie di defilarsi e lasciare la scena alla madre della ragazza -, la prova misurata e dolente della bravissima Sonja Sutter ma soprattutto il miracolo di tratteggiare con delicatezza storie e personaggi, senza scadere nel patetismo, che fa di questa serie un prodotto davvero unico nel suo genere. Considerando che il tutto avviene in una cinquantina di minuti, non è poco. (Kozincev)
 

281. ADDIO, ISPETTORE DERRICK
 (Das Abschiedsgeschenk)
*** Fondamentale. La serie si chiude con Derrick che viene promosso ad alti incarichi europei e lascia l'ufficio di Monaco. C'è un imprevisto però: qualcuno minaccia di rovinargli la cerimonia d'addio che dovrà presiedere annunciandogli che qualcuno proprio in quell'occasione lo farà fuori! La minaccia avviene da uno dei loschi tipi che Derrick ha messo al fresco e che, per una volta, sta ancora a marcire in prigione. Deve aver attivato le sue tante conoscenze, pensano in centrale, e incaricato qualcuno di uccidere l'odiato responsabile della sua condanna. Ecco così che anche l'addio al mestiere si tinge di giallo: Derrick non accetta di esser mandato in ferie anticipate dai suoi capi, non vuole una scorta e comincia le indagini di rito assistito dal fido Harry, interrogando i familiari del carcerato. Trova in questi grande ostilità, ovviamente, e nessuno pare voglia aiutarlo. Come uscire da quest'ultimo pericolo? Lo vedremo, ma l'interesse per una volta è tutto rivolto all'addio finale, che avviene tuttavia senza enfasi (giusto una lacrimuccia di Harry, un buffetto a Berger) e anzi un po' in sordina. La normalità innanzitutto, com'era giusto che fosse, nel pieno spirito della serie. Puntata ben sceneggiata e dialogata, correttamente interpretata ma che se non fosse per la sua importanza storica non si eleverebbe certo dalla media. Piacevole e niente più. Inutile dire che si aspettava un finale più scoppiettante.... (Zender)
 
*** Derrick è stato destinato a un importante incarico europeo (vista l'età sarebbe stata più logica la pensione, ma lasciamo perdere), ma un detenuto da lui spedito al fresco vorrebbe mandarlo al cimitero prima del tempo... Nemmeno al suo ultimo appuntamento la serie si concede uno strappo alla regola del basso profilo. Parlare di chiusura in tono minore sarebbe ingeneroso, dal momento che la puntata è senz'altro una delle più convincenti (o delle meno incolori) degli ultimi anni, però dopo venticinque stagioni e 281 episodi era lecito attendersi un epilogo più scoppiettante. Molto realismo, poca enfasi. Come sempre, insomma... (Nicola81)
 
***! Episodio pregevole, che chiude degnamente una serie di stupefacente e ammirevole longevità. L'epilogo è perfettamente in linea con le caratteristiche della serie: sobrio, sottilmente psicologico, con una vena filosofica mai pedante. Alzi la mano chi non si è un po' commosso insieme ad Harry nella sequenza finale. Addio Stephan. (Kozincev)

**! Dopo venticinque anni di onorata carriera Derrick va in pensione, ah no. L'ispettore, che non si sente affatto decrepito, si trasferisce ad alti incarichi europei. E questa è già una forzatura, perché sarebbe stata più logica una banale pensione. Per fortuna la banalità torna quando si scopre chi minaccia di morte, speriamo per l'ultima volta, il nostro eroe: l'ennesimo galeotto messo dentro proprio da lui! La puntata da qui si dipana senza troppi fronzoli e in modo piuttosto godibile, senza però segnalarsi per nulla di speciale. In conclusione, mentre viene proferito il solito sermone moraleggiante del nostro, è sgominata in un nonnulla la banda di malfattori, armata in modo inverosimile. Toccante, ma senza strafare, il saluto finale e gli occhi lucidi di Harry. (Gordon) 
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