Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 16
26 Ottobre 2009
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1989 (STAGIONE 16):171. L'AGENTE SEGRETO BODETZKI (Wie kriegen wir Bodetzki?)
** Un medico ferma due tizi che in un garage stanno trascinando un uomo disteso dentro a un auto: "Sono un medico, lo soccorro io!". Ops, l'uomo è morto. Il medico chiama l'ospedale ma intanto i due tizi si dileguano. L'avran mica ucciso loro? Al medico il sospetto gli prende (che genio...), mentre a Derrick tocca d'indagare sulla vittima, che si scopre esser stata avvelenata col cianuro. L'anziano padre del morto è intanto contattato alla casa di riposo da qualcuno che gli dà un appuntamento in un albergo, ma prima di andare crepa d'infarto e Derrick che fa? Chiama un collega in pensione semialcolizzato e gli fa recitare la parte del padre defunto in modo da andare all'appuntamento per capire cosa c'è dietro. Fin qui tutto bene, ma poi la trama si fa minuto dopo minuto più soporifera e confusa, con l'ispettore che abbocca a qualsiasi cosa gli dicano (non si capisce perché) e finirà per risolvere il caso "sulla fiducia". O forse è semplicemente l'ultima parte che è spiegata male, chissà. La verità è che quando ci son dietro i servizi segreti finisce quasi sempre tutto a schifio e anche in questo caso a una prima fase intrigante e ben condotta ne corrisponde una seconda altamente deludente. Il finale poi... (Zender)
*** Questo episodio, che appartiene a un'annata fertile e variegata, è un curioso e riuscito ibrido tra il giallo classico e il poliziesco. La storia è molto intricata (con richiami alla guerra fredda) ma si riesce a seguire con interesse e senza perdere il filo. Sebbene non tutto appaia verosimile, l'episodio nel complesso è buono, grazie a un Derrick convincente (e molto presente) e a un bel personaggio, quello dell'ex poliziotto ormai dedito all'alcool. La regia di Tappert è vivace e spigliata. Da vedere nella versione integrale, non in quella amputata trasmessa dalla Rai. (Kozincev)
** Cosa c'è nell'anello?" "Del cianuro...". Che potenza, Derrick. Gli basta questa frase per convincere un suo ex collega, convertito agli scacchi e all'alcol, a vestire i panni del padre di un giornalista assassinato - appunto - con un anello al veleno (espediente che tornerà anni dopo, in "Non dare la mano all'assassino"), per aiutarlo a risolvere il caso. Questo è forse il passaggio più intenso (eppure poco retorico) dell'episodio, per il resto teso ma un po' confuso e dal finale non proprio convincente. Qua e là, però, ci sono momenti imperdibili: come trascurare la sequenza in cui Stephan e Harry "brindano" con due lattine di birra, mentre subito dopo l'ex poliziotto-attore brinda sul serio in un bel ristorante con gli "amici" della vittima? (Superding)
172. UN CIRCOLO ESCLUSIVO (Kisslers Mörder)
**! Più che un circolo un bordello di lusso, come si ha più volte a ripetere nel corso dell'episodio. La madre di un ragazzetto dall'aria tonta ci lavora (un'orgia di tette e culi che non lascia spazio all'immaginazione) e lui capisce che la donna fa un mestiere non così per bene. E' il proprietario del locale che non gli va giù, un tipo viscido che farà presto una brutta fine. Chi gli ha sparato? Derrick arriva e capisce subito in che razza di "circolo esclusivo" è finito. Si affaccerà anche il vecchio nonno del ragazzo tra i sospetti, mentre la madre (che bella donna!) è il personaggio più tormentato dell'episodio, che procede con bello studio psicologico non lesinando musiche doc (si saccheggiano i Pink Floyd di "Ummagumma", con parti strumentali di "Astronomy Domine" e "Careful With That Axe, Eugene" a commento di scene ad alta tensione emotiva). Finale un po' sbrigativo ma non disprezzabile. Si noti il grande Swatch appeso nel locale, uno dei primi esemplari... Stranamente gli italiani han cambiato il titolo, che in originale è "L'omicidio di Keisler". (Zender)
**! Episodio in chiaroscuro, probabilmente uno di quelli in cui Stephan ha il minutaggio più basso; entra in scena quasi a metà film e, da lì alla fine, compare il minimo indispensabile. Con Harry, poi, praticamente non pervenuto. La storia in sé non presenta particolari elementi di originalità, tanto nella trama - rapporti famliari complicati da sesso e gelosia - quanto nelle location, incluso il circolo che, di fatto, è un bordello ultra kitsch. Tuttavia, una protagonista all'altezza (la sempre bella Evelyn Opela), alcuni buoni caratteristi, musiche ricercate - tra Pink Floyd e Mori Kante - e un finale a conti fatti buono consentono di rivalutare una trama a volte un po' ripetitiva. (Eresiarca)
173. SOTTO UNA CATTIVA STELLA (Der zweite Mord)
*** Appena uscita dal riformatorio, una giovane che fa l'autostop viene raccattata da una Porsche e presto condotta ad assistere ad un incontro tra spacciatori, dove diverrà la testimone dell'uccisione proprio del suo uomo in Porsche (col quale aveva da poco fatto sesso). Il killer è un ragazzetto tossico, figlio di buona famiglia, il cui fratello decide di sedurre la testimone per non farla parlare. E allora lei felice, lei in barchetta sul lago, lei al ristorante e quel povero diavolo di Derrick che prova a capire cosa diavolo vuole sto giovinotto da una ragazza tanto scontrosa e dal passato burrascoso. Un ottimo personaggio, quello di lei, e interessante seguire le trame del padre per lisciarla sperando che il figlio prima o poi le dica che si fa questo per il fratello. A pensarci bene, ma chi avrebbe mai preso il colpevole se la di lui famiglia non avesse avvicinato la testimone, che aveva abbozzato giusto un identikit di cui non era affatto convinta? Comunque così va e tragicamente finisce, con un Derrick incazzatissimo e un finale aperto che potrebbe scontentare i puristi del giallo. Pur tuttavia c'è un buon ritmo (e non è poco) e le scene sono ben costruite. Appassiona, in definitiva, e quindi va valutato positivamente. (Zender)
**! Cupissimo episodio (anche troppo) dove un testimone scomodo di un omicidio (una ragazza) viene sedotta dal fratello dell'assassino e inserita nella famiglia, ma il finale sarà molto tragico. Come già detto molto cupo fino ad arrivare ad uno straziante finale, che però poteva essere evitato. (Ciavazzaro)

* Gli ammazzano la nonna e lui non ci vede più dalla rabbia: prima di morire randellata dal solito drogato di passaggio, l'anziana aveva telefonato al nipote dicendo che l'aggressore aveva una rosa blu tatuata sul polso. Lui decide che vuol trovare l'assassino per conto suo, nonostante Derrick glielo sconsigli vivamente. Comincerà a frequentare gli ambienti della droga (immancabile la discoteca), mignotte comprese. Anzi, con una ci finisce pure a letto, mentre Derrick, più assopito che mai, si lascia condurre nel vortice della droga e finisce prima travestito da pappone in discoteca e poi al centro di una selvaggia sparatoria in un garage (azione, wow!).

*! Quando non si hanno idee fresche, sempre ricorrere a spacciatori, prostitute e discoteche. Il mantra della serie devono averlo capito anche gli attori, i quali infatti si lanciano in una prova di rara svogliatezza, a partire dal ridicolo omicida (per non parlare della ricostruzione amatoriale dell'aggressione). Ma in generale è tutta la puntata a essere infarcita di pecche marchiane (la sparatoria all'amatriciana, il padre che si accorge del figlio tossicodipendente solo una volta in commissariato, pur essendo un vegetale), che vanificano il piglio di Derrick, a suo agio in discoteca con look da lenone. (Gordon)
*** Spicca la buona interpretazione di una splendida Sissy Hofferer e anche la trama è piuttosto avvincente. Purtroppo alcune scene sono eccessivamente violente e, in particolare quelle che riguardano l'omicida con la rosa tatuata, addirittura disgustose. Ma facendo una media il giudizio sull'episodio non può che rimanere positivo. Bellissimo l'atteggiamento del nostro eroe, che con fare paterno guida, consiglia, aiuta e protegge il ragazzo (interpretato da un ottimo Jochen Horst ) che vuole indagare sulla morte della sua amata nonna e per questo finisce in gravi pericoli. Trama e cast molto validi. (Contemax 19)
175. LA VOCE DELL'ASSASSINO (Die Stimme des Mörders)
** Rapina in corso: incappucciato, il malvivente esce da una banca, parte in auto ma dopo un metro fa un incidente; esce nell'indifferenza generale, entra in un'auto che furbescamente si era appena fermata di fianco al crash, dirige le due occupanti (madre e figlia) verso la periferia. Stacco: le due sono nella neve esanimi. Che è accaduto? La più giovane si è salvata e racconta: mia madre durante il tragitto ha detto che aveva riconosciuto la voce dell'uomo (che volpe!), quello ci ha fatte fermare e ha sparato all'impazzata. Mia madre prima di morire mi ha detto che sapeva di chi era quella voce: di uno che aveva conosciuto in un ristorante. Derrick si tuffa nelle indagini interrogando il proprietario, parla col pianista e un cameriere mentre Harry fa di più: in incognito affitta una stanza e parla con chi sta lì, beccando subito un giovialone che pare aver fatto un bel po' di soldi all'improvviso. Non è la prima volta che un testimone diventa protagonista in Derrick, ma la ragazzotta di turno pare non ritrovare la voce che cerca... L'episodio era partito anche in modo interessante, ma fin da subito ci si accorge che quanto a credibilità stiamo sottozero: l'assassino che spara e fallisce il bersaglio da un metro, il fidanzato della ragazza che appena sente che lei potrebbe forse restare temporaneamente inferma se ne parte a far pitture in giro per il mondo e la molla lì senza un ciao, Harry che avverte Derrick che il pianista s'è fatto 8 anni di galera per omicidio e Derrick che dice sicuro non può essere lui... Anche soprassedendo sul surreale incidente iniziale ce n'è abbastanza per scadere nel ridicolo. Se consideriamo che anche il finale segue la linea ci si può consolare solo con una costruzione interessante nella prima parte. Piuttosto anonimo, nel complesso. (Zender)
176. UN MESTIERE PERICOLOSO (Rachefeldzug)
*! Derrick esce di casa e gli sparano. Si salva e gli mettono una bomba nell'auto. Si salva ancora e prendono a pistolettate lui e Harry. Chi vuole uccidere il solerte ispettore? Forse il padre di un giovane spacciatore che si è appena impiccato in carcere, forse qualcuno che lo chiama al distretto e gli mette su il Morricone di C'era una volta il west (che Derrick scambia per una marcia funebre) senza parlare. La situazione insomma non è allegra, e Derrick si mette in testa che a volerlo morto dev'essere proprio il padre dello spacciatore, il quale non fa mistero di ritenerlo responsabile del suicidio del figlio. L'ispettore accetta di essere scortato (con Harry che non lo molla un secondo), interroga parenti e amici dell'indiziato ma non viene a capo di molto. Uno di quegli episodi in cui si cerca a forza la suspence e un poco d'azione (ma i due, imbacuccati coi soliti cappotti e impermeabili oversize, ne sono l'esatta antitesi) trascurando decisamente il plot, stanco e privo di alcuno slancio. Si vede un po' la casa di Derrick e si scopre che l'unica cosa che Harry sa cucinare è la pastasciutta ("un italiano mi ha detto che mi daranno la cittadinanza onoraria di Milano" mah). Finale tragico... (Zender)
*! Derrick subisce un paio di attentati (pistolettate e bomba), uscendone illeso. I sospetti cadono su un finanziere, il cui figlio, arrestato da Derrick, si è impiccato in carcere. Qui la vera vittima è l'indagine, che muove i primi passi solo a metà dell'episodio (e inoltre, c'è ben poco da indagare, perchè tutto è molto chiaro). La cena col padre figlioleso, la famiglia, Derrick e Harry è un esempio di comico involontario (tutti ovviamente musoni, col padre in versione Hitler dopo una giornata no). Per ravvivare l'episodio tenteranno anche di far correre i nostri eroi (peccato che Derrick sia agile come un sofà e Harry si muova come se se la fosse appena fatta addosso). Nota di "merito" per la telefonata a singhiozzo con mega pause in perfetto stile Celentano. Poco da salvare. (Puppigallo)
*! Derrick, come già accaduto nella serie, è nel mirino di alcuni malviventi che gli tendono degli agguati. Fin qui nulla di strano, anzi, potrebbe essere lo spunto per una puntata avvincente. Peccato che entri subito in scena il mefistofelico antagonista, il quale si comporta in modo incomprensibile e lascia tuttavia intendere tutto lo svolgimento della storia, che prosegue piuttosto lentamente tra improvvisate sparatorie e vicende solo abbozzate. Si salvano solo le clamorose topiche musicali e culinarie, speriamo volute, dei nostri segugi. (Gordon)
177. UN GRIDO NELLA NOTTE (Schrei in der Nacht)
** Tutti dietro al cane poliziotto, che sul luogo dell'omicidio di una prostituta (che ha gridato abbondantemente prima di morire, per giustificare il titolo) ha trovato un cappello. Glielo fanno annusare e quello, dopo un bel viaggetto, arriva alla porta di uno stabile: l'assassino dev'essere lì dentro. Avvisa il custode (un pornomane da competizione), blocca la porta e dagli agli inquilini (ben pochi ma per forza, mica si poteva fare una puntata con venti sospetti). Un giallo classico insomma, dove Derrick e Harry (in questa puntata inseparabili, e pure in armonia con Berger) si trovano davanti a una cinquina di presunti colpevoli e a colpi d'interrogatorio devono individuare quello giusto. Peccatio che gli indizi scarseggino (siano proprio assenti, diciamo) e tutta la vicenda punti a depistare lo spettatore facendogli scegliere il sospetto prediletto in attesa della spiegazione finale. Che pare non arrivare mai tra l'altro, persi come si è tra dialoghi interminabili e l'introduzione di una bella poliziotta in borghese che ha il compito di entrare in confidenza con tutti i sospetti. Insomma, uno spunto discreto sviluppato pedestremente senza la giusta inventiva, con un colpo di scena conclusivo come soesso avviene tirato per i capelli. Resta il buon mestiere del cast, che ci fa se non altro digerire l'episodio. Bonnie Bianco e la sua "A cry in the night" si sentono nell'immancabile scena al pub e sui titoli di coda. (Zender)
*** Episodio non del tutto riuscito per via di una seconda parte che non si mantiene al livello della prima, eccellente mezz'ora. Lo spunto è molto interessante e sarà ripreso in altri episodi in cui i nostri si troveranno a indagare tra gli inquilini di un palazzo. Per i tanti appassionati della serie, un'autentica chicca è la citazione per bocca di uno dei personaggi (lo scrittore ubriacone) di un futuro, bellissimo episodio: "Siamo tutti potenziali assassini", che ha evidenti analogie con questo e un migliore sviluppo. Interessante. (Kozincev)
178. TERRITORIO PROIBITO (Die Kälte des Lebens)
** Una bella prostituta ventiduenne ritrova nei bagni degli uomini di un night il cadavere del suo pappone, accoltellato probabilmente perché era entrato con le sue donne nel territorio (proibito, per l'appunto) di un suo collega. A questo punto entra in scena Derrick, che tenta di rassicurare la protagonista, scioccata. Lei sgrana i begli occhioni verdi e tace, quasi sempre (un semivegetale, purtroppo), affascinata da Derrick. Arriva addirittura a sognare il faccione dell'ispettore di notte, a scriverne il nome sugli specchi... La sua amica gli chiede cos'ha e finalmente lei si confessa: "Credo di essermi innamorata". Nooooo! Derrick potrebbe essere suo nonno! Eppure è così. Quindi lo chiama costantemente, lo cerca, s'inventa d'aver visto i due killer e impegna Harry (molto assente) cogli identikit... Un episodio tutto centrato sulla giovane mignottella, timida e poco tagliata per il mestiere. Zero indagini, solo lavoro di protezione, per Derrick. E con quello si arriverà anche ai colpevoli, "casualmente", in un finale teso tra sparatorie impreviste... Scarsa inventiva nel copione e dimostrazione comunque della varietà degli spunti del telefilm. Ben poco da ricordare, comunque. Una puntata insignificante quanto la bella e insipida protagonista. Ci fa la sua discreta figura la più volte ripresa "Mysterious girl" del solito Frank Duval, compositore ufficiale della serie. (Zender)
** Episodio incentrato su una faccenda di prostitute e relativo protettore sconsiderato; costui, infatti, disloca due delle sue signorine a battere in un locale "chic" anziché al consueto mercato ortofrutticolo, senza però tener conto che il territorio - da cui il titolo - è proibito con tanto di… pericolo di morte. La vicenda è di quelle che a Roma sintetizzerebbero con nonchalance come "robba de' mignotte", ma siccome siamo nella gelida e professionale Monaco di Baviera tutto assume un tono più rigoroso. Dopo l’omicidio del pappone al night, entra in azione l’ispettore Derrick e, udite-udite, una delle due prostituite se ne innamora! La storia è quantomeno bizzarra e lo sviluppo, nel corso della puntata, è tutto incentrato sull'improbabilità delle situazioni in quanto la ragazza - molto carina - sotto la maschera del trucco tentatore, le classicissime calze velate e i tacchi vertiginosi è poco più che una “bambina” di soli ventidue anni. La banalità del soggetto è comunque ampiamente ingentilita dalla scorrevolezza. (Markus)
**! Due prostitute e il loro protettore si metteranno nei guai per aver osato sfidare un boss locale. L'ambientazione è quella della strada e dei luoghi di piacere per uomini in cerca di facili emozioni, ed è proprio li che Derrick andrà a sondare il terreno per venire a capo della situazione. L'atmosfera squallida e deprimente, così come i personaggi rozzi e discretamente unti, sono il valore aggiunto di un episodio che scorre via piacevolmente. (Pinhead80)
** Vicenda di lenocinio con il morto e con giovane e bella, nonché sprovveduta, prostituta infatuata del nostro beneamato ispettore. Ancora più sprovveduto sembra il suo protettore, che invade con rara ingenuità mascherata da protervia un territorio a lui interdetto: ci resterà secco. Il titolo è ambiguo, sembra alludere, anche, a un'altra interdizione, ovvero l'eventuale relazione pericolosa tra Derrick e la lucciola (a un certo punto la ragazza sembra proprio cotta): prevarranno l'istinto paterno e la guerra al crimine. L'episodio ha il suo perché torbido-teutonico e alcuni passaggi sono interessanti ma resta confinato nella mediocrità di uno svolgimento prevedibilissimo. (Faggi)
*** Episodio interessante, realistico nella rappresentazione del mondo delle prostitute e dei loro protettori; non sempre efficace, ma la resa degli attori è buona e la colonna sonora si intona felicemente con lo sguardo smarrito della giovane protagonista. Ben tratteggiate le due "ragazze di vita": una cinica e disincantata, l'altra fragile e "bambina". Piacevole. (Kozincev)
179. IL LANGUORE DELLA PAURA (Mozart und der Tod)
*! Si comincia subito: una graziosa violinista esce dalla lezione col maestro e tre disgraziati mezzi ubriachi la stuprano. Non suonerà per un bel pezzo. E nemmeno si degnerà di riconoscere i tre colpevoli durante il confronto all'americana (anche perché Derrick la sbatte di fronte al gruppo di sospetti senza un minimo di privacy...), terrorizzata dalle minacce dei tre che poco prima avevano preso a pugni il maestro di violino. Perché? Beh, perché aveva assistito alla scena e avrebbe potuto parlare. Peccato che il ragazzotto si rivela essere un autentico coniglio (col suo baschetto da artista e gli occhialini alla Trevor Horn), dispiaciuto per lo stupro ma molto più attento a non rischiare la pelle! D'altra parte anche il padre di lei le consiglia di tacere... Harry (in elegantissimo doppio petto per tutta la puntata) fa il tenerone e prova a consolare la donna, mentre per riempire un po' si caccia dentro il solito night club con donnine nude, una prostituta e luci rosse. Interessante la figura dell'informatore invece, un ex detenuto senza il quale Derrick non avrebbe fatto un passo avanti. A proposito: l'ispettore per una volta potrebbe concludere il caso semplicemente prendendo le impronte digitali lasciate su un coltello killer e confrontandole con quelle dei sospetti, ma non ci pensa nemmeno per sbaglio: avrà mai frequentato un corso di polizia? Mah... Finale con Harry e Derrick seduti ad ascoltare la violinista e il maestro fesso mentre suonano Mozart. Clap clap... (Zender)
*! Come idee e originalità siamo vicini allo zero (a meno che non sia da considerare originale che una violinista, dopo uno stupro, non riesca più a suonare). Il buon Harry simpatizza con la poveretta e schianterà contro il muro un pregiudicato che gli domanda dove abita la ragazza. L'indagine non ha guizzi, i cattivi sono caricaturali e l'unico ex galeotto che tenta di redimersi, indovinate un po' come finisce? Da ricordare Derrick che dice alla ragazza: "Lei fa l'imballatrice, ma preferisce suonare il violino". Bravo, che intuizione... (Puppigallo)

**! Davvero un pesce piccolo piccolo, il povero ladruncolo protagonista: dovunque vada, qualsiasi cosa cerchi di fare, lo trattano a pesci in faccia. Non gliene va bene una. Quando però cerca di rubare in una villa ecco che scatta la sorpresa: entra qualcuno e lui, dopo essersi nascosto, capisce che si parla di ammazzare un uomo. Tempo un giorno e l'uomo viene strozzato davvero in un albergo, con conseguente arrivo di Derrick e Harry (che subito vanno a beccare lo sfigatello il quale ovviamente nega tutto come l'ultimo dei polli). La puntata è piuttosto insolita e persino ben costruita nell'evolvere della vicenda e attorno alla riuscita caratterizzazione del giovane borseggiatore, anche se il finale è troppo affrettato (ma almeno ci vengono risparmiate le confessioni a cascata con pianti e rimorsi). C'è da scoprire chi siano i killer, che rapporti avevano coi padroni di casa, e Harry fa in tempo a fare l'ennesima castroneria fornendo tutti i dati per la perfetta rintracciabilità del testimone ai presunti killer (Harry, ma chi t'ha messo lì?). Colpa sua gli straordinari nel camping! Berger iperattivo, sottoposto tuttofare. (Zender)
*! Qui, più di un pesce piccolo, si tratta di un colossale somaro, che fa il ladruncolo senza mai riuscirci e viene trattato male, sia quando tenta i piccoli furti, che quando domanda a un passante se gli accende la sigaretta "Si compri un accendino!". Il poveretto assisterà a una riunione "particolare" e da lì inizieranno i veri problemi. L'unico, minimo motivo d'interesse è dato dal protagonista, ai limiti del fantozziano, ultrasfigato e regolarmente al momento sbagliato nel posto sbagliato. Per il resto l'indagine è quasi inesistente e Derrick, col minimo sforzo, ottiene il massimo risultato. Il finale è da non credere. Si ha infatti la sensazione che il telefilm possa durare ancora almeno venti minuti, ma mentre lo realizzavano, devono essersi accorti che stavano sforando; e così, tutto finisce in 30 secondi, con mitica frase del protagonista. Nota di merito per Derrick, che invita a pranzo il ladruncolo e, mentre questi si appresta a mangiare, gli tuona: "Adesso lascia stare i wurstel e ascoltami con attenzione!". (Puppigallo)
*** Anni fa, quando vidi per la prima volta l'episodio, il giovane protagonista mi ispirò un'immediata antipatia. Alla seconda e recente visione mi è apparso invece perfino simpatico, oltre che ben caratterizzato. Ma è soprattutto la sceneggiatura a funzionare: intriganti le scene e i dialoghi carpiti nella misteriosa villa, credibile lo sviluppo. Derrick e Harry qui agiscono in perfetta antitesi: il primo è al solito riflessivo e solidale con l'innocuo e sfigato ragazzaccio; il secondo impulsivo e maldestro come non mai. Gradevole. (Kozincev)
**! Sei un giovane mal in arnese, entrato in una villa per rubare e lì hai visto pianificare un omicidio (all'insaputa del proprietario)? Per te inizia una serie di sfighe ed errori e finisci dritto nelle mani di Derrick. Così capita al ladruncolo della puntata, ma per sua fortuna questo Derrick è più concreto che filosofeggiante: gli ricorda la sua pochezza (dandogli del tu), ma gli dà anche retta, consentendogli di uscirne in modo decoroso (e da vivo, rimediando a un'ingenuità totale di Harry). Episodio non male, con varie immagini di culto: gli occhiali incorniciati di Derrick (per fortuna durati poco) da interrogatorio serale, la giacca di pelle marrone (con altre lenti fumé) nella scena iconica dei wurstel, l'aria imperturbabile del portiere (anni dopo cameriere in un altro grande albergo in "Menù di festa per il signor Borgelt") e il baffo risoluto dell'uomo che ha ordinato l'omicidio (già assassino e freddo import/export d'armi in "La casa di fronte", ma finirà pure lui in hotel, portiere cerca-accompagnatrici in "Sonata di morte"). (Superding)
181. LA MOGLIE DI DIEBACH (Diebachs Frau)
*! La moglie di Diebach tradisce il marito col solito riccastro. L'uomo non si dà pace e insieme a un pastore protestante (e al di lui figlio!) arriva nella villa del rubamogli per dirgliene quattro. Ma non ne dice nemmeno due, perché né lui né gli altri sembrano uscire da uno stato di imbambolamento globale che pare coinvolgere un po' tutti, in quest'episodio (Derrick compreso). L'unico un po' sveglio è il riccastro, che crepa presto lasciando spazio alla sagra degli impagliati: dalla moglie stessa (sorta di sosia di Michael Jackson) al pastore, allo straccio umano rappresentato dal marito tradito, si fa a gara a chi parla più a fatica. Dimezzando i tempi delle risposte nei dialoghi si sarebbe difficilmente raggiunta la mezz'ora! E dire che il soggetto non sarebbe nemmeno così brutto, con i suoi colpi di scena un po' bizzarri (finale compreso), i suoi personaggi dall'atteggiamento insolito, i risvolti umani... Purtroppo è una continua sfida all'insonnia, e resistere per l'intera durata al cloroformio Derrick qui pare più difficile del solito. L'ultima scena ci mostra Harry chiedere al capo, assorto a guardare dalla finestra, il da farsi. Stephan non gli risponde, continua a guardar fuori: è la sintesi dell'episodio. (Zender)
182. UNA STRANA GIORNATA IN CAMPAGNA (Ein merkwürdiger Tag auf dem Lande)
**! Un uomo progetta e realizza in quattro e quattr'otto una rapina in banca e fugge con la moto fino a raggiungere la foresta nera. A quel punto trova un pub, ci entra, beve un birra, offre da bere a un gruppo di villici e... scompare! La moglie, allarmata dalla sua assenza, venuta a sapere della rapina confessa tutto alla polizia e chiede a Derrick di capire che fine abbia fatto il marito. Così l'ispettore se ne va in campagna e comincia a indagare (una volta tanto sul serio) sulla scomparsa del rapinatore. Entrerà in contatto col proprietario del pub e coi villici che lì avevano bevuto con l'uomo, i quali decisamente sembra che nascondano qualcosa. Con una colonna sonora che infila dentro almeno cinque o sei pezzi di "The Wall" dei Pink Floyd (le parti strumentali di "Another Brick in the wall part 1", "Outside the wall", "Run like hell" e in chiusura la splendida "Hey You", sulla quale scorrono i titoli di coda), un episodio curioso e insolito; per l'ambientazione bucolica ma anche per la vena ironica di Derrick, che si diverte a inscenare con Harry intere ricostruzioni di ciò che doveva essere avvenuto assieme ai villici. Finalmente qualche spunto da vero giallo esiste, anche se è un peccato che il finale sia l'ennesima dimostrazione di come l'ispettore si accontenti delle solite confessioni per capire come siano andate le cose quando niente ci sia che confermi davvero che le cose siano andate come ci viene raccontato attraverso i lunghi flashback. (Zender)
**** Rapina apparentemente andata a buon fine, ma la voglia di rilassarsi risulterà fatale. Puntata di ambientazione bucolica in cui si intuisce facilmente cosa sia successo. La bellezza di questo episodio, che è uno di quelli che più mi è rimasto impresso negli anni, è secondo me data dal contrasto città/campagna, dalla sgradevolezza che la quasi totalità dei personaggi emana nonché dall'umanità mostrata da Derrick e Harry. Certo, come in tanti episodi della serie l'indagine è scarsina ed è più un lasciar che le cose seguano il loro corso naturale fino all'inevitabile ammissione di colpevolezza. Memorabile, alla fine, la frase di Derrick che rivolto ad Harry lo invita a prendere le generalità di quei... "signori". Menzione d'onore per la colonna sonora, costituita all'80% da brani di "The Wall" dei Pink Floyd. (Robykeys82)
**** Episodio splendido, molto avvincente, con un'ambientazione agreste che ne fa un unicum, nella serie. Derrick qui è spigliato, sarcastico come non mai, sobriamente duro nel finale. A parte i nostri, nessun personaggio ha un rilievo particolare: è il "coro" dei campagnoli che trovano un'occasione per uscire dal grigiore della quotidianità a dominare la scena. Puntata davvero ben scritta, senza punti deboli, con una bellissima cornice musicale. (Kozincev)
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