PRE-CROCIERA (foto 1): Le prime immagini che vediamo dell’Egitto sono subito a
Giza, l’altipiano del Cairo dominato dalle celeberrime piramidi di
Cheope, Chefren e Micerino assieme alla
Sfinge.
Simon Doyle (
Simon McKorkindale) e la bella
Linnet Ridgeway Doyle (
Lois Chiles) arrivano a cavallo tra le dune del deserto proprio alla base della piramide di
Micerino decidendo di salirvi in cima. E’ una cosa che dagli anni Ottanta è stata vietata (troppi i morti e i danni alle piramidi) ma che allora era consentita e la loro scalata (ottimamente ripresa) è un bel videosouvenir di un’affascinante usanza ormai scomparsa (anche se qualcuno dice che basta pagare le persone giuste e...). Arrampicatisi fino in cima i due vengono raggiunti a sorpresa proprio lì da Jacqueline (
Mia Farrow): scenderanno dalla piramide e se ne andranno mentre
Poirot (seduto all’ombra della
sfinge, poco distante) se la ride sotto i baffi.
PRONTI ALLA PARTENZA (foto 2): Pochi minuti e i nostri sono ad Aswan, al magnifico
Sofitel Old Cataract Hotel, ancor oggi esistente e lussuosissimo. Se Giza (e quindi
Il Cairo) non sono una tappa naturale della crociera (che vede invece
Luxor o
Aswan come meta terminale del viaggio), è anche vero che molti sono i voli che permettono di anticipare la crociera con un paio di giorni al Cairo per non rinunciare all’insuperabile scenario offerto dalle tre piramidi.
Ad
Aswan i nostri si imbarcano finalmente sulla “
Karnak” (simile alle imbarcazioni che ancora oggi fanno la stessa tratta) e partono prevedibilmente in direzione
Luxor, visto che più in basso, oltre la diga di Aswan, c’è il
lago Nasser chiuso a sud da
Abu Simbel (altro luogo raggiungibile solo in aereo o in autobus). Ebbene, della tratta della crociera vediamo ben poco! Le tappe più classiche, come
Edfu o
Kom Ombo, sono ignorate in favore di
Luxor, punto classico d’arrivo di ogni crociera (più su non si sale).
PRIMA TAPPA: LUXOR (foto 3 e 4): Anzi, non è del tutto vero: la prima tappa è il tempio di Karnak a
Luxor, per l’appunto, ma quando vediamo avvicinarsi la barca per far scendere i passeggeri, quello che ci viene mostrato è
il tempio di Kom Ombo, ben distante da Karnak! Poi, con un artificio tipicamente cinematografico, il gruppo con
Poirot in testa fa per entrare a
Kom Ombo (evidentemente più suggestivo da lontano perché vicinissimo alla riva del Nilo) e si ritrova invece magicamente all’interno del
tempio di Karnak! L’entrata è inconfondibile e la prima lunga scena è girata poco dopo l’entrata, a fianco della fila unica di sfingi. Correttamente da lì ci si sposta nella celeberrima
sala ipostila (134 colonne colossali, come si diceva) dopo aver oltrepassato il colosso di
Ramses II.
Ed è in questa caratteristica e affascinante sala a cielo aperto (il tetto crollò chissà quando) che assistiamo a una delle scene più famose del film: il
lancio del masso dall’alto (improbabile riuscire ad arrivare fin lassù, in cima a colonne alte almeno 30 metri, attraverso il condotto attraverso cui passa l’omicida...).
Guillermin, conscio del fascino del posto, indugia molto all’interno della sala mostrandoci un po’ tutti i sospettati. Qualcuno dice che la sera dovrà andare ad
Abu Simbel (tappa mai compresa nelle crociere classiche e assai distante da Luxor) e un vecchio componente del gruppo s’improvvisa egittologo annunciando che ad
Abu Simbel c’è una
statua parlante, che al tramonto sembra piangere. Un altro errore geografico, visto che la statua in questione è uno dei due colossi di
Memnone che stanno invece a due passi dalla Valle dei Re (
Luxor): si diceva appunto piangesse, è vero, ma il fenomeno è dovuto solo allo spostamento della pietra.
SECONDA TAPPA: ABU SIMBEL (foto 5): Come detto, la tratta Luxor/Abu Simbel è impensabile da fare in barca, tantomeno in una giornata, mentre invece ecco che nel film la cosa riesce con estrema facilità e ci ritroviamo proprio ad
Abu Simbel, dove il magnifico tempio di
Ramses II (quello con le quattro colossali statue affiancate e sedute a fianco dell’ingresso) appare sullo schermo in tutta la sua prorompente maestà.
Simon insiste con l’errore dicendo che la statua parla: si beccherà
Mia Farrow che spunta fuori irritata e non solo parla, ma straparla! Il tempio, spostato negli Anni Sessanta di 60 metri rispetto alla sua sede naturale dove sarebbe stato sommerso a causa della nuova diga di
Aswan, era stato riaperto al pubblico e nel 1978 era ovviamente tale e quale è ora: un capolavoro dell’arte!
E’ passata meno di un’ora, nel film, ma le escursioni del gruppo sono già finite e la barca prosegue il suo viaggio (che a questo punto risulta essere indecifrabile) fino all’arrivo mentre la storia si rinchiude all’interno dei lussuosi ambienti della barca per dare spazio all’intreccio.