Scontata commedia che tanto per cambiare si diverte a ironizzare sul desiderio di maternità della donna in carriera, che ovviamente quando decide sia arrivato il momento di figliare scopre (ma va!) che il suo utero è inadatto alla bisogna. Il “contrappasso” più ovvio che si possa immaginare e che costringe la pacata Kate (Fey) a ricorrere a una cosiddetta "madre surrogata". Quest'ultima, la ribelle Angie (Poehler), è una matta esagitata che pare disinteressarsi completamente del piccolo che porta in grembo; a Kate tocca quindi cercare in ogni modo di calmarla e rasserenarla per far sì che il bambino possa nascere nelle migliori condizioni....Leggi tutto Il fatto che Angie venga poi lasciata dal suo convivente (Shepard) la porta a stabilirsi armi e bagagli da Kate aprendo un rapporto tutto scinitille che dovrebbe fornire le basi per una storia con l'ambizione di divertire. E va detto che in alcuni momenti la cosa riesce, sia per la bontà del cast, ricco anche di partecipazioni prestigiose, che per la validità di una sceneggiatura studiata con attenzione (un plauso va fatto pure al nostro doppiaggio), assistita da una regia che non perde colpi e tiene alti i ritmi. Così, pur percorrendo binari ampiamente usurati che generano scambi fastidiosamente prevedibili, il film si lascia vedere e offre quel che ci si può attendere da un'opera simile. L'approccio a temi che potrebbero contenere risvolti drammatici è comunque superficiale, confermato da personaggi caricaturali stereotipati come il boss (Martin) dell'azienda per la quale lavora Kate, in scena con perfetto look da guru moderno dell'industria (compreso di capelli bianchi e lunga coda) che ama viaggiare, sentire il respiro del mondo e ostentare un atteggiamento programmaticamente anticonformista. Steve Martin nel ruolo azzecca giusto un paio di battute (ma diverte il "segreto del successo" bisbigliato nell'orecchio ad Angie), per il resto si adatta a un personaggio insulso incidendo ben poco, nonostante un discreto numero di interventi. Va un po' meglio a Sigourney Weaver, che nel ruolo di chi deve aiutare e gestire le future madri di figli "surrogati" sbatte loro in faccia con odiosa nonchalance la propria ferilità a dispetto di un'età ormai non più verde. Una macchietta, è vero, cui però la Weaver dona simpatica dignità; così come regge bene la parte Greg Kinnear gestore di un locale specializzato in bibite sane e centrufughe che conoscerà Kate innamorandosene. La Poehler, che gioca a fare un po' la Goldie Hawn di turno, sale fin troppo sopra le righe ma accende qualche buon duetto imboccando la via della sciamannata comprensiva ma di buon cuore, nonostante tutto vicina ai problemi di Kate anche perché bisognosa di vera amicizia. Nella lotta tra i due caratteri opposti sulla quale si regge il film, spezzata appena dalle intrusioni saltuarie dei comprimari, s'infila molto dell'ipocrisia da cinema americano per famiglie col risultato di confondere BABY MAMA nel mare di prodotti simili studiati a tavolino per compiacere un determinato tipo di pubblico. Con la professionalità di Hollywood, però, per cui non ci si annoia e in fondo qualche risatina scappa. “Lady in Red” di Chris De Burgh è il brano lento adorato da Kate e odiato da tutti quelli che incontra, sia in pubblico (in discoteca) che in privato (Rob/Kinnear).
Commedia leggera giocata sul desiderio di maternità di Kate ("le altre rimangono incinta, io ottengo promozioni") che arriva ad impiantare il suo ovulo in una "mamma in affitto", Angie. Le loro diverse abitudini di vita, lo sconclusionato boyfriend della seconda e... un paio di sorpresine complicheranno la vicenda. Non si ride di pancia ma si sorride con piacere. Buone le prove delle protagoniste e un paio di comparsate di lusso, Steve Martin (il boss newage di Kate) e la Weaver (a capo dell'agenzia che gestisce le mamme).
Kate, affermata manager single, non potendo avere figli ricorre ad un utero in affitto, ma i rapporti con la "madre in prestito", la giovane e sventata Angie, le creeranno non pochi problemi. L'apparenza leggera della classica commedia degli equivoci non cela del tutto un sottofondo sociale agghiacciante, dominato dal potere del denaro e stupidamente modaiolo, anche se poi nell'epilogo finiscono per prevalere le ragioni del cuore e quella della natura. Simpatiche le protagoniste, gustose le partecipazioni di Weaver e Martin, piacione Kinnear.
Classico film dalla possibile doppia lettura: una commedia divertente, ben scritta e interpretata dalla due protagoniste (più alcune partecipazioni eccellenti) ma anche un ritratto impietoso di una condizione comune e difficile, e sul giro di affari che la voglia di maternità esercita su soggetti di vario tipo. Utile per divertirsi e riflettere.
Commedia frizzante ben interpretata dalle due protagoniste, contornate da nomi celebri impegnati in parti di contorno pazzerelle. Quello che lascia perplessi è il tema della vicenda, quel modo d'avere figli affittando l'utero di un'altra donna. E il seme? Per quello c'è un bel programma che mostra il probabile aspetto del paffuto nascituro. Inutile moraleggiare, il film intrattiene e, per quanto il finale sia intuibile già dopo un quarto d'ora, diverte anche. Basta non pensarci troppo di notte, di incubi ne abbiamo già d'avanzo.
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CuriositàDaniela • 23/12/09 17:01 Gran Burattinaio - 5937 interventi
Attrice attiva soprattutto in TV, Tina Fey ha ottenuto un gran successo durante l'ultima campagna elettorale con la sua imitazione al Saturday Night Live della candidata repubblicana alla vicepresidenza americana Sarah Palin.