Tutti gli episodi di Derrick commentati! - Stagione 07

26 Ottobre 2009

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1980 (STAGIONE 7):
 

66. ANNA, CARA ANNA (Hanna, liebe Hanna)
*! Una giovane (e bella, altrochè!) biondina arriva a Monaco alla ricerca del padre, che dovrebbe stare in un albergo ma non c'è. Passa un po' di tempo e la ragazza, preoccupata, avvisa Derrick il quale, evidentemente con del bel tempo da perdere, fa partire delle ricerche. Nel frattempo si informa sulla situazione della famiglia della biondina: la madre se n'è andata da anni, il padre vive nella semi-indigenza ed era a Monaco sostanzialmente per cercar quattrini presso l' ex-moglie (risposatasi con un benestante). Le aveva anche telefonato, ma lei aveva risposto picche. Dopo un po' salta fuori il cadavere del poveruomo e le indagini si intensificano, con Derrick che si attacca alla ragazza e cerca di capire cosa nasconda l'ex moglie. Episodio stanco, recitato svogliatamente, senza picchi in grado di farci dimenticare della lentezza narrativa che lo avvolge fin dal primo minuto. La storia non sarebbe neanche così male (almeno nella soluzione finale), ma la regia manca totalmente di nerbo e si fissa sugli sguardi assorti dell'ex moglie, sui suoi silenzi, tentando vanamente di intrigare con la comparsa di uno strano personaggio, tale Gresko, che pare spuntar fuori un po' dovunque. Dimenticabile. (Zender) 

** Una bella ragazza, giovane e biondissima, è alla ricerca del padre misteriosamente scomparso; Derrick (mosso da compassione?) è deciso ad aiutarla. L'episodio (non indegno) è tra i meno riusciti dell'annata. I personaggi non esaltano ma non sono noiosi. Si preme forse un po' troppo l'acceleratore per raggiungere velocemente l'obbiettivo patetico (il rapporto tra la biondissima e sua madre). Le indagini vere e proprie cominciano solo dopo la scoperta del cadavere dell'uomo scomparso e l'ispettore organizza le mosse; velocemente otterrà informazioni decisive e l'intrigo sarà sciolto in un finale coerente ma figurativamente discutibile. (Faggi)

** Puntata mediocre che, una volta ultimata la visione, lascia l'amaro in bocca. Stranamente, infatti, il buon vecchio Reinecker era riuscito a concepire un finale credibile e stuzzicante, nonché a destinargli tempo a sufficienza. Peccato però che nei minuti precedenti si anneghi nel tedio più totale, dovuto ai catatonici sguardi e dialoghi tra madre e figlia e al fumoso ruolo ricoperto da un certo Gresko, riconoscibile solo per la montatura degli occhiali imbarazzante. Discrete le prove di Derrick, Harry e del fido Herbert Fleischmann. (Gordon) 


67. DESIDERIO DI TENEREZZA (Unstillbarer Hunger)
** Chiamiamolo desiderio di tenerezza, verrebbe da dire... Il marito sarà anche un cuore di pietra, ma non è che si può risolvere il problema collezionando amanti a mazzi. E infatti la biondina viene spinta sotto una macchina e il marito, quando arriva Derrick, pare del tutto disinteressato: non divorziavano solo perché il divorzio “è una mostruosità” (leggermente all'antica, il nostro). E’ lui l’assassino? Mica facile: l’uomo ha un alibi di ferro, quindi il dinamico duo (si fa per dire) assilla l’anziana di casa tempestandola di domande, indagando nel passato di lei più che di lui (tanto che persino Harry a un certo punto sbotta: “Stephan, su, ma che ci frega di lei?”). A tirar su la puntata c’è per fortuna il marito: cinico, feroce, brillante, non si fa intimidire dalle insinuazioni dell’ispettore. Se non fosse per lui sarebbe una puntata da mani nei capelli, così invece... (Zender)

** Va detto subito che l'episodio non è eccezionale. Tuttavia è interessante per almeno due ragioni. Ovvero per l'atteggiamento di Derrick nel districarsi a favore della conoscenza della personalità della vittima e, soprattutto, per il personaggio del marito (uno psicopatico cornuto, in fondo). Harry brancola nel buio ma l'ispettore da un certo punto in poi sembra sulla giusta strada e infatti, nel finale, ha l'intuizione decisiva. Lo spettatore, invece, aveva capito tutto già da un bel po'. (Faggi)


68. UN'ANTICA CANZONE TEBANA (Ein Lied aus Theben)
**! Balletto a base Beatles con orchestra: uno dei due principali ballerini viene ucciso dopo che aveva preso a pugni il suo rivale in amore. La bella primadonna dello show era infatti ambita da entrambi i colleghi. Lei si dispera, il sopravvissuto si proclama innocente ma forse sa qualcosa come (incredibile) Harry suggerisce a Derrick. La giovane vive con amici del padre che chiama zii (il vecchio insegna storia egizia da cui il riferimento del titolo) e il di loro figlio che si pone immediatamente tra i principali sospettati. Meccanismo piuttosto classico (soprattutto per quanto riguarda i "colpi di scena" finali, al solito forzatissimi) per un episodio ben condotto e discretamente interpretato. Numerosi i personaggi coinvolti e quasi tutti disegnati con buon realismo. Senza eccellere particolarmente in nulla un episodio che conferma la bontà della formula più tipica della serie. Harry più coadiuvante del previsto, Derrick che come spesso capita arresta chiunque senza avere in mano uno straccio di prova: basta che tu sia un sospetto importante e una notte in gattabuia lui te la fa passare! (Zender) 

***! Una scuola di ballo prepara uno spettacolo su di una base musicale che fa scempio dei Beatles e, lesa maestà, persino di Beethoven. Due ballerini si contendono una collega e uno dei due finisce con il cranio fracassato. Episodio godibile e ben strutturato, che si distingue per la ricchezza di comprimari, tutti caratterizzati piuttosto bene e interpretati ottimamente da validi attori, alcuni dei quali ospiti della serie anche in altre occasioni. Derrick, piuttosto brusco nei confronti del principale sospettato, in un paio di occasioni viene ben imbeccato da un Harry attento e propositivo. Episodio per amanti di auto d'epoca, tra le quali si segnala una splendida Citroën DS. (Eresiarca)


69. CHI HA UCCISO JOHANN KAHL? (Tödliche Sekunde)
**! Già: chi ha ucciso il proprietario d'una ricevitoria del lotto per rapina? Il figlio di un pregiudicato aveva notato la macchina del padre sul luogo del delitto, quella sera, e lo accusa a viso aperto. Il padre è in imbarazzo, ma dice che lui era in birreria. Derrick arriva a interrogare l'uomo quasi subito, ma la vicenda pare nascondere molti segreti. Un giallo in piena regola, insomma, costruito in modo abbastanza inusuale e che spinge a voler capire bene cosa avvenne la notte dell'omicidio. Buona e realistica la descrizione dei personaggi. Regia un po' lenta, sceneggiatura modesta con qualche pausa di troppo, ma l'episodio è sviluppato bene e si fa seguire con discreto piacere. (Zender)
 
** La vicenda è in questo episodio poco chiara e lascia dubbi allo spettatore per tutta la sua durata. In questo senso, “Chi ha ucciso Johann Kahl?” è singolare, o meglio meno scontata del solito. Come spesso capita, Derrick è vittima degli eventi e delle confessioni, più che forte di una regolare logica, ad ogni modo l’incastro è perfetto. Il finale a sorpresa rinvigorisce il film (che pecca a mio avviso di una regia poco spigliata), ma resetta vicenda e personaggi fin lì esaminati... (Markus)

**** Veramente un bell'episodio nel quale l'omicidio di un tabaccaio durante una rapina diventa il pretesto per descrivere complicate (e molto comuni) relazioni familiari e tra generazioni. Spicca il difficile rapporto tra un padre pregiudicato e il figlio che, pur soffrendo, non può che sospettarlo dell'omicidio. L'azione trascorre in maniera rapida e piacevole, mentre l'indagine di Derrick, Harry e Berger trasporta lo spettatore da una casa all'altra, passando per un sordido bar, mantenendolo fino alla fine nell'attesa di conoscere l'identità del colpevole. (Eresiarca)

**! Episodio intinto d'ambiguità, svolto mantenendo desto l'interesse del giallista a formulare ipotesi sull'identità dell'assassino. La ricostruzione ambientale e la tensione emotiva hanno i tratti del messaggio inviato con verosimiglianza e l'ordito enigmistico (tanto casuale quanto fatale) dà modo di sviluppare una trama non convenzionale, con l'accento posto sul conflitto tra un padre in odore di malavita e un figlio assetato di giustizia. Derrick si muove da osservatore disincantato; il finale, considerando l'insieme, ha la giusta misura. (Faggi)

*** Un buon episodio in tipico stile giallo classico, con il colpevole a sorpresa che emerge solo alla fine. Prima di arrivare alle ultime battute, lo spettatore è inoltre coinvolto da una trama molto ricca ma altrettanto improbabile, il che guasta eccome. Le prove degli attori però, a partire dai due segugi Derrick e Harry particolarmente determinati e financo sprezzanti, convincono e lasciano nel complesso una buona impressione. (Gordon) 

**** Bellissimo episodio che parte da una premessa interessante (il figlio che riconosce l'auto del padre nei pressi del luogo di un omicidio) e che da essa poi si dipana prendendo una direzione inaspettata. Stavolta Derrick e Harry indagano sul serio, i personaggi sono ben caratterizzati, così come piacevoli sono le ambientazioni, e anche la spiegazione finale dura il giusto tempo, permettendo di assimilare la vicenda con la giusta calma. (Robykeys82). 


70. IL TRENO DA ISTANBUL (Ein Tödlicher Preis)
*! Città esotica, mezzo di trasporto... non poteva che c'entrarci la droga (eroina, of course). E infatti il furbone della situazione è un tassista a cui in stazione caricano una misteriosa valigia a bordo, senza che lui se ne accorga. L'uomo la porta a casa (dove consola la moglie ammalata) e il giorno dopo la deposita in stazione ai bagagli. Un poco di buono sale sul suo taxi e gli annuncia che la valigia è sua e la restituisse in fretta! Il tassista gli dà il biglietto del deposito ma... stacco e lo ritrovano morto nel suo taxi. Perché? Facile, s'era fregato la droga e se l'era imboscata in cucina. Il figlio del morto viene contatattato dal boss e finge di non capire. S'incontra, lo pestano... E Derrick? Derrick niente, ha ben poco lavoro: segue la cosa dall'esterno, ma siccome il figlio non gli dice nulla cerca di andare avanti da solo. Lui e Harry si vedon ben poco nell'episodio, giusto per il finale risolutore. Quindi zero indagine e scavo del personaggio del figlio, diviso tra la volontà di difendere il buon nome del padre e quella d'intascare un bel po' di soldi e salvare la pelle. Episodio classico della variante "narcos", in cui c'è solo da seguire quel che accade senza aspettarsi niente di interessante. Una puntata riempitivo insomma, di quelle per far numero... (Zender)

71. LA DECISIONE (Die Entscheidung)
*! Scambio notturno di scompartimenti in treno per ragioni di sonno (uno dei due non riesce a dormire sulle ruote): colui che accetta lo scambio viene fatto fuori e pare chiaro che si volesse uccidere l'altro. Anche perché l'altro il giorno dopo si presenta dal notaio per un'eredità e tutti i parenti che entrano lo fissano sbigottiti. Come a dire: ma come, non ti si aveva fatto fuori? Derrick, che assiste alle scenette, capisce che i familiari non gliela contano troppo giusta. Specialmente il fratello, un vecchietto squilibrato e logorroico (clamorosamente teatrale), fallito nella vita che sperava di avere dal padre defunto la carica di amministratore delegato (che va invece al fratello in gamba, il sopravvissuto). L'intero episodio è una lunga serie di colloqui soprattutto col fratello rincitrullito, che gli chiedi dov'era la sera prima e comincia da Adamo ed Eva. A causa di ciò la puntata è terribilmente prolissa e inconcludente, tanto che alla fine per chiudere l'indagine c'è bisogno della fuga colpevole davanti a Derrick (ridicola almeno quanto lo spiegamento esagerato di forze fuori dalla villa: ma che per un arresto semplicissimo si mobilita l'intero esercito tedesco?). Curioso, bizzarro (la vecchina che ascolta musica vestendosi da ballerina è scoioccante), è però tremendamente povero di contenuti "gialli". Harry si defila e tocca a Stephan beccarsi i pallosissimi ragionamenti del fratello scemo. (Zender)

*! Un criminale tramortisce il capotreno di un vagone letto, si intrufola in uno scompartimento e uccide a colpo sicuro l'occupante. Peccato che fosse avvenuto uno scambio di posti, così che il superstite si presenta la mattina seguente al testamento del padre per l'incredulità dei parenti, sui quali è però pronto a mettere la mano sul fuoco. I sospetti tuttavia inevitabilmente ricadono sul fratellastro geloso e squilibrato, che si dilungherà in tediosi sproloqui per tutta la puntata, talvolta coadiuvato da una ex-ballerina alquanto eccentrica. Per il resto mancano sia pathos sia un impianto giallo decente, il che porta a un finale tanto scontato (la solita rivelazione, mai una volta che l'ispettore ci arrivi da solo, alla soluzione!) quanto improbabile, considerato lo spropositato dispiegamento di forze. (Gordon) 


72. LA MORTE CERCA ABBONATI (Der Tod sucht Abonnenten)
**!  Derrick nell'intimità di casa si mangia una mela, ma in strada una drogata urla. Stephan esce, la salva da due tizi che la voglion trascinare in auto e se la porta sul divano, dove la prende a sonori ceffoni per calmarla. Quando la lascia un attimo per chiamare qualcuno, lei fugge e va a impiccarsi in un bar. Indagini nel mondo dell'eroina, come già capitato, con Derrick e Harry alle prese con giovani ambigui, che non voglion parlare, o drogati marci come la migliore amica della vittima. Ma sotto c'è di più, con il fratello della morta che arriva da fuori per spaccare il mondo e salvare il salvabile (ovvero l'amica a pezzi). Episodio teso, privo di ogni sfumatura gialla o quasi e forte di discrete interpretazioni (buona quella dello spacciatore, davvero infido). Finale un po' tirato via, come spesso accade, ma episodio accettabile con qualche simpatica punta di cattiveria (anche da parte dello stesso Derrick, che col giovane spacciatore fatica a controllarsi). (Zender)

**! Il finale frettoloso (non cotto a puntino) rovina un episodio che altrimenti sarebbe stato ottimo. Va detto che la versione italiana della prima messa in onda manca di alcuni frammenti; non indispensabili per la trama, ma molto utili per la resa drammatica. Si tratta di un dramma tragico, infatti, tinteggiato di giallo, con al centro l'eroina (veicolo di morte al quale abbonarsi; il titolo restituisce una metafora azzeccata). La regia vispa, non anonima, capace di tocchi espressivi e le interpretazioni rese con trasporto - spiccano la giovane e bella tossica e lo spacciatore-esteta dalla faccia di lupo -, sono valori che non passano inosservati. Derrick volitivo e risoluto, adeguatamente spietato; Harry, emotivamente coinvolto, collabora con piglio energico. (Faggi)

**! Un episodio discreto incentrato, guarda un po' che stranezza, sul mondo dei tossicodipendenti. Il nostro ispettore sembra avere una calamita per certi soggetti, dal momento che deve sventare un episodio di spaccio, con annesso rapimento, proprio sotto casa sua. Per il resto la puntata si trascina senza grandi sorprese né acuti gialli, ma si salva per le interpretazioni convinte del cast, in particolare di Derrick e Harry, molto arrembanti nelle indagini. D'altronde quando Stephan vede degli spacciatori, specie se strafottenti come questo, si infiamma. (Gordon) 
 
 
73. IN UNA FATTORIA 
(Auf einem Gutshof)
*! In una fattoria, di notte, una donna si affaccia a un vetro che qualcuno ha appena rotto: parte un colpo di pistola che la sfiora. La cosa bella è che lei dice di aver visto bene in faccia il killer: suo marito! Quello rincasa poco dopo bel bello e si vede accusato di tentato omicidio. Ohibò! Ma come? Viene chiamato Derrick che chiede alla donna se è certa di ciò che ha visto. Come no, fa lei, era lui. Però quello nega e rinega... un bel casino insomma. L'intero episodio gira intorno al tremendo sospetto, all'ombra del dubbio... a un tipico plot hitchockiano insomma, e bravo è l'accusato a non far trasparire la verità. E' l'unica qualità dell'episodio però, per il resto insabbiato in dialoghi pesanti e indagini pressoché nulle che portano l'ispettore a interrogare personaggi insulsi. Tutto si sviluppa nella direzione più ovvia e al contempo con una quantità tale di assurdità che non rende giustizia a una serie altrove ben più coerente. Anche il finale ha dell'incredibile, quanto a ingenuità. Ben poco da salòvare, in definitiva. Ci si annoia non poco... (Zender)

**** Episodio sui generis, in particolare perché Derrick e Harry, questa volta, non indagano su di un omicidio ma sul tentato omicidio della proprietaria di una bella e antica fattoria fuori Monaco, dove si svolge buona parte dell'azione. Atmosfera più teatrale che cinematografica, con un numero ristretto di location e pochi attori co-protagonisti attorno ai quali si concentra immediatamente l'intera vicenda. Tra questi meritano una citazione Horst Buchholz - molto convincente nel ruolo del principale sospettato che si dichiara innocente - e Ellen Schwiers, che ha forse perduto la sua giovanile bellezza ma non certo fascino ed eleganza. Molto divertente la cena bavarese di Derrick e Harry in una piccola locanda prossima alla fattoria. (Eresiarca)

** Nella placida campagna bavarese si consuma un tentato omicidio assai sospetto. La vittima infatti accusa il marito, che l'avrebbe però mancata da pochi metri. Per il resto della puntata assistiamo a soporiferi dialoghi tra i vari membri della famiglia, assai compatta nel voler cacciare il cognato, in cui non si capisce bene dove si vada a parare. Piuttosto piatta pure l'indagine, da cui scaturisce un finale a dir poco improbabile in quanto a fesseria dell'omicida. Simpatiche le ambientazioni rurali. (Gordon)


74. IL TESTIMONE YUROWSKI (Zeuge Yurowski)
** Yurowski, impiegato d'una grossa ditta, deve tornare di notte in sede a prendere degli incartamenti dimenticati. Entra, saluta il guardiano ma si sente un rumorino provenire da un'altra stanza. E' una fiammossidrica, lo capiscon tutti meno i due interessati. Il guardiano, perplesso, sale alla stanza da dove sente provenire il rumore e lo fan secco. Yurowski è rimasto giù e un criminale in fuga gli passa davanti a viso scoperto: è la sua segretaria, che gli intima pur di non parlare o stendono lui e la sua famiglia. Yurowski è terrorizzato e a Derrick dice di non aver visto niente, ma lo si capisce chiaramente che tace per la paura, e difatti l'intero episodio verte sui tormenti di quest'uomo spaventato, che confessa ai figli di aver visto uno dei criminali ma di non poterlo dire o ammazzano tutti. E i figli? Vergogna papà, vai alla polizia! Ma lui niente, tiene duro e magari fa le avance alla bella segretaria che tranquillamente continua a pascolargli in ufficio come se niente fosse. Discreta l'interpretazione del protagonista, modesto il finale con inseguimento a pistole spianate (ma che mira, Stephan!), però insomma... non si può basare l'intero episodio su un'unica idea stiracchiandola in modo tanto vergognoso... (Zender)

*** Il conflitto interiore tra l'obbligo di denunciare il crimine di cui si è stati involontari spettatori e la paura delle conseguenze è un topos ricorrente nella serie. Nulla di nuovo, insomma; eppure l'episodio merita la visione non soltanto per la qualità degli interpreti (soprattutto lo scorbutico e sfortunato protagonista) ma per il sottotesto che resta in superficie per poi svelarsi nella seconda parte: è l'infatuazione per la bella segretaria o lo scrupolo per l'incolumità dei propri familiari a prevalere nell'animo di Yurowski? Concorre alla buona riuscita dell'episodio la presenza prima comprensiva poi più risoluta di Derrick. (Kozincev)

*** Una rapina notturna in una grande azienda finisce con la tragica morte del custode dello stabilimento. Va meglio all'impiegato che lo accompagnava, Yurowski, ma fino a un certo punto: avendo riconosciuto uno dei malviventi ora teme per l'incolumità sua e della famiglia. Nonostante l'intera vicenda ruoti attorno al dilemma interiore dell'uomo, i quasi sessanta minuti scorrono via bene, grazie alla buona interpretazione del protagonista (Bernhard Wicki) e di alcuni dei comprimari - i familiari, la segretaria - e anche ad un po' di azione che, in una serie notoriamente posata come Derrick, acquista una enfasi ancora maggiore. Affascinanti e malinconici, come sempre, gli interni girati nelle case della piccola e media borghesia bavarese. (Eresiarca) 


75. UNA FORTE INQUIETANTE PERSONALITA' (Eine unheimlich starke Persönlichkeit)
*! L'uomo è il solito imprenditore dal piglio deciso che sta sulle palle a tutti, moglie cornificata e figlio inetto compresi. D'altra parte li tratta come pezze da piedi, si può anche capire... Non è un caso insomma se, uscito da casa dell'amante, si ritrova una pallottola nel cuore. "C'è qualcuno che lo voleva morto?" chiede l'ispettore. "Decine e decine di persone", risponde la moglie, "per lei non sarà un caso facile". In realtà sappiamo bene che per Derrick il caso si concluderà con la solita confessione libera-tutti, e questa volta a fronte di indagini scarsissime che non avrebbero cportato di per sè a un bel niente. Per fortuna della polizia il rampollo di famiglia è decisamente instabile e facilita il compito. L'episodio sembra durare molto poco perché accade giusto il minimo indispensabile, senza che si riesca a suscitare interesse e considerato soprattutto che l'unico personaggio che sembrava poter attrarre la nostra attenzione è disgraziatamente proprio la vittima. Dialoghi gonfi di banalità e sceneggiatura scadente. Poco da ricordare insomma, e anche il finale, per chi ha un'infarinatura derrickiana di base, risulterà ampiamente prevedibile. (Zender)

*! Episodio quasi teatrale, sia per la scarsità di ambientazioni e di personaggi coinvolti nella trama che per l'enfasi data a dialoghi e silenzi. Il titolo fa riferiemento alla vittima, un facoltoso e borioso industriale attorno al quale ruotano la giovane amante, la moglie umiliata, il figlio inetto e una governante presbite. Harry prova a prendere in mano le prime indagini bloccando senza motivo un ascensore al cui interno era transitata la vittima. Poi è Derrick che interviene, adocchia e persegue il sospetto numero uno, fino alla tanto sospirata confessione. Episodio non indimenticabile e, oggettivamente, piuttosto prevedibile fin dalle prime battute. (Eresiarca)


76. PRICKER (Pricker)
** Pricker è un omino dall'aria innocua, ma sta in carcere. Quando lo trasferiscono, il suo cellulare viene assaltato da criminali convinti di liberare un altro carcerato che invece aveva avuto un cambio sul programma di viaggio. Pricker coglie la palla al balzo e fugge comunque, rifugiandosi da due donne, madre e figlia, che lo accolgono e lo trattengono in casa da loro per... compassione! Episodio insolito per la mancanza di un vero omicidio su cui indagare. Qui si tratta più che altro di una doppia caccia all'uomo, da parte della polizia e dei criminali (che Pricker ha visto in faccia e potrebbe denunziare). Salta fuori la moglie (un'indossatrice) del carcerato non-liberato, ma ci si concentra molto sul rapporto tra Pricker e le donne che lo ospitano. Curioso, senza dubbio, ma non pare un vero Derrick (finale con irruzione a pistole spianate per i due ispettori, tra l'altro) e in conclusione si ha l'impressione di aver assistito a un episodio piuttosto insulso, privo di mordente e di idee, in cui la componente gialla è del tutto assente. (Zender)

*** Da un carcere nei dintorni di Monaco un uomo viene mandato per un processo ad un tribunale in città con il cellulare della polizia carceraria. Durante il tragitto (più precisamente in una strada che attraversa la Foresta Nera), un gruppo di banditi armati assalta il furgone. Durante la sparatoria, il carcerato coglie l’occasione per fuggire nella foresta indenne. Passato qualche tempo la polizia inizia a cercarlo, ma nel frattempo l'uomo riesce a convincere due donne che abitano in una casa isolata a tenerlo nascosto. La fortuna per lui è che queste sono madre e figlia e la signora è vedova, dunque lui verrà trattato come l’uomo tanto atteso… Episodio ben costruito e piuttosto divertente per via del trattamento da “nababbo” che il carcerato ottiene nella casa delle due donne. Un fatto curioso che ha dell’incredibile. In ogni caso puntata deliziosa. (Markus)

*** Puntata che alterna sapientemente azione e momenti più pacati e riflessivi, con il rapporto tra Pricker e le due donne che dopo l'iniziale diffidenza cresce di intensità e affetto. Molto belle le scene in casa, nelle quali si respira un'aria di semplicità e tempi andati. Finale a lieto fine, almeno parziale, come non sempre capita nella serie. (Robykeys82)


77. UNA CANDELA PER L'ASSASSINO (Dem Mörder eine Kerze)
** Qualcuno sveglia un prete nella notte, giusto per mostrarci che quel prete è Horst Frank, vecchia conoscenza del nostro cinema ed eroe di tanti spaghetti western! Questo qualcuno si confessa e il giorno dopo salta fuori un cadavere. Derrick, che trova il prete sul luogo del delitto, comincia a chiedersi che ci faccia lì, ma come sempre capita nella serie i preti son più muti dei mafiosi (ah, il segreto confessionale!) e Horst non fa eccezione. Qui come per tutto l'episodio si mostrerà riluttante e di nessuna utlità nelle indagini. Per fortuna un altro indizio c'è: il morto, prima di decedere causa pistolettata, ha lasciato un foglio con su scritto "Scuola". Eccoci così alle prese coi soliti studenti fastidiosi e supponenti, che facevano da modelli per il fotografo morto. Tra di loro c'è anche una ragazza ridotta ahilei a semivegetale, e si capirà presto perché. Episodio che riunisce molti dei luoghi comuni della serie (la classe, il segreto confessionale, la stordita causa stravizi eccessivi...) e procede un po' col pilota automatico. Detto di Horst Frank semimuto ci si può concentrare sugli altri o magari sulla canzone tormentone riproposta in tutte le salse appena c'è uno stacco musicale: è "Angel of mine" di Frank Duval. Da ricordare un Derrick molto vizioso: fuma sigarette ed entra nei cinema porno sedendosi ad assistere imperterrito con la scusa delle indagini ("E' un film per adulti, tu devi restare fuori", dice al povero Harry). (Zender)
 
*** Solito prete che non può parlare causa impedimenti deontologici, ma almeno in questo caso non viene rapito o minacciato, pur essendo fonte, lungo l'episodio, di estenuanti (per lo spettatore) dialoghi che ovviamente non concludono nulla. Come in molti altri casi in Derrick si fa perno qui sull'etica della vendetta: in che misura e in quali circostanze essa è o non è giustificabile? Qui certamente non ci si può esimere da compassione (classicamente intesa) nei confronti dell'assassino e della ragazza che è vera vittima della vicenda, in questo più che in molti altri episodi; tanto più se si considerano il comune diritto ad una felicità ingiustamente interrotta e la violenza egoista e interessata che finisce per armarne una seconda, maggiore forse ma assai meno tragica. Il tutto è trattato con il solito tocco delicato (e la solita lentezza) della serie, che affida al non detto (nel quale trova senza dubbio uno dei maggiori punti di forza) la gran parte del proprio fascino. (Qed)

**! Per Derrick, che risolve la maggior parte dei suoi casi grazie alle confessioni degli assassini di turno, il logico contrappasso è trovarsi alle prese con un prete a cui il segreto confessionale proibisce di rivelare l'identità del colpevole. Episodio godibile - con validi attori che interpretano i principali comprimari - nel quale un tenero amore tra liceali va in frantumi quando si scontra con una realtà fatta di cupidigia, eccessi, violenza psicologica e reale. Oggettivamente è difficile non imputare una certa leggerezza a Derrick (e soprattutto ad Harry) nel lasciarsi sfuggire il colpevole mentre sono intenti l'uno a guardare un film porno in un cinema di bassa lega e l'altro, lasciato fuori, a fumarsi una sigaretta. Cosa avranno scritto sul rapporto di fine indagine? (Eresiarca)

**! Niente da dire, l'episodio parte subito col piede giusto. Tra Horst Frank nel ruolo di un prete cravattato e reticente (ah, che bello il segreto confessionale), un giovanotto socio del morto assai sospetto e una classe che si muove all'unisono intorno al suo alfiere sfacciato, Derrick e Harry si ritrovano una bella gatta da pelare, che sembra però poter regalare soddisfazioni allo spettatore. Peccato che la trama scivoli nei soliti cliché della serie, i quali portano al ricorrente epilogo tragico, evitabilissimo se i nostri segugi non si fossero distratti un po', il che comunque ce li rende più simpatici. (Gordon) 


78. Il CONTO NON TORNA (Eine Rechnung geht nicht auf)
**! Preparativi per la rapina, ma la rapina nulla c'entra con la puntata. Conta invece che di ritorno dal bar lo scassinatore del gruppo (che ha bevuto) non rispetti uno stop e crei un incidente mortale. Muore la donna al volante e il marito, che annaspa fuori dall'auto, non viene portato in un ospedale ma direttamente investito per evitare che parli. Lo decide il capo del gruppo, arrivato lì poco dopo. Nessuno dirà nulla e la polizia mai arriverà a loro, questo il facile piano. Ma lo scassinatore ha il cuore d'oro e va a parlare coi tre figli rimasti orfani e la prozia chiamata per sostituire i genitori morti. Li aiuta finanziariamente, finché Derrick ben presto lo becca e capisce tutto. Il capo del gruppo, spietato, ovviamente ritiene l'uomo un imbecille e agirà di conseguenza. Episodio ben condotto, dalla sceneggiatura solida nonostante chi conosca la serie capirà ben presto come andrà a concludersi ogni singola scena. Personaggi comunque credibili e un Derrick in buona forma. Uno degli episodi che ben fanno comprendere qualità e difetti della serie, tipicissimo e comunque positivo. (Zender)

*** Un episodio carico di umanità (non che sia una novità in Derrick) e di una tristezza che avvolge come una nebbia lo scorrere dell'azione a partire dall'incidente che origina l'episodio fino alla sua fine. Stephan è qui alle prese con il più difficile dei suoi compiti: quello di comunicare a tre bambini, suoi vicini di casa, la morte repentina di entrambi i genitori. Non c'è una vera caccia al colpevole, dato che questo - in realtà colpevole solo in parte - si consegna spontaneamente ed (in)volontariamente nel momento in cui decide di avvicinare ed aiutare i bambini rimasti orfani, suscitando la sospettosa curiosità di Derrick. Date le premesse, il finale pur facendo giustizia non riesce a ricomporre la malinconia e il senso di impotenza che accompagna il fermo immagine e l'inizio della sigla finale (Eresiarca)

*** Come spesso accade nella serie, non ci troviamo di fronte a un efferato criminale bensì a un ladruncolo insicuro che causa un incidente stradale mortale. Peccato che i suoi complici, ben più carismatici e potenti, non vogliano impicci. La storia si dipana quindi in maniera piuttosto telefonata ma comunque solida, così da non annoiare lo spettatore che già pregusta il classico finale derrickiano. Non deludono neppure le prove dei vari protagonisti, in particolare di un ispettore particolarmente empatico verso i fanciulli rimasti orfani. (Gordon)
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