Film amaro, acerbo, violento e crudo. Ma anche sensibile e dalla storia romantica. Strepitosamente girato a Los Anegeles che offre una cornice stranamente solare ad una storia altresì cupa sulla tossicodipendenza. Un Val Kilmer perfetto nella sua parte, magistralmente truccato nei suoi finti tatuaggi, forse uno dei migliori film di Kilmer (dopo the Doors e Heat-la sfida). Aderentissimi alle rispettive parti anche gli attori componenti il cast. Lontano dai grigiori di Trainspotting, rimane comunque una pellicola di grande impatto.
Film un po' trascurato che non è nient'affatto male. Tutta la pellicola è sorretta da un valido Kilmer tatuato e marcio (ha i suoi buoni motivi). La storia in sè e per sè non esula dal classico canovaccio americano fatto d'ingiustize (quindi vendetta) ma non per questo annoia. Gustosa la fotografia. Un film decisamente simpatico sopratutto in confronto a quello che spesso gira in tv e nei cinema!
Un uomo dalla doppia vita, in un delirio di perdizione e ricerca della vendetta contro l'omicida della moglie. Film cupo e disperato (anche troppo), rappresenta una delle prime prove da regista di D.J. Caruso; il pregio principale è l'ottima ricostruzione ambientale unita all'azzeccata scelta del cast: il protagonista è un ottimo Val Klmer, in una delle prove più convincenti della carriera. Il limite del film è quello di una sceneggiatura ripetitiva e priva di "colpi d'ala".
Noir dalle tinte fosche e dalle atmosfere decadenti discretamente riuscito. Merito di un Kilmer decisamente in parte e della mano di Darabont come produttore che, oltre al resto, riesce a tirare nel progetto una serie di caratteristi niente male: D'Onofrio, Sarsgaard, Guzman, Goldberg. Personaggi ben riusciti e tutti funzionali al plot indicano una sceneggiatura che anche senza essere il massimo dell'originalità è lineare e ben strutturata. Bella anche la colonna sonora.
Sembra solo un drogato strafatto costretto a fare l'informatore per due poliziotti che lo trattano come una pezza da piedi, ma le apparenze ingannano... Thriller molto violento in cui il protagonista è impegnato in un triplo gioco le cui finalità vengono rivelate man mano che procede la narrazione. Discreta la prova di Kilmer, ma più che il suo personaggio risaltano il truce spacciatore con il naso finto interpretato D'Onofrio ed il tossico dolce ed ingenuo di Sarsgaard. Ogni tanto affiora la maniera e la voce off è ridondante, ma nel complesso il film si fa seguire con interesse.
MEMORABILE: La "ricostruzione" dell'omicidio di Kennedy con l'automobilina telecomandata a bordo della quale sono piazzati quattro piccioni.
Un po' Tarantino e un po' thriller dark vecchio stile, tutto sommato interessante soprattutto perché la trama ha in serbo varie svolte non troppo prevedibili. Kilmer è perfettamente calato nella parte, attorniato da buoni attori come un "gustoso" D'Onofrio. Il ritmo qualche volta rallenta, salvo ravvivarsi con alcune sequenze grottesche (il furto delle feci di Bob Hope è molto divertente) e poi con un finale teso e montato ottimamente. Un classico segnale dell'influenza tarantiniana sui primi anni Duemila, ma buono.
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