Cinque ex commilitoni decidono di uccidere e derubare un potente boss della droga sudamericano. Ovviamente il piano non scorrerà liscio. Una piacevole sorpresa Netflix, con un action ben girato, dal ritmo sostenuto e coinvolgente anche grazie a una trama semplice che lascia ampio spazio alle interazioni tra i personaggi. Qualche discreto twist qua e là, un cast corale indivinato e qualche buona sparatoria. Le due ore di durata scorrono fluide e nel complesso non delude.
Un buon film d'azione, con una notevole durata ma con approccio dinamico e mai stancante. La trama è alquanto abusata se vogliamo, ma il cast e la caratterizzazione dei personaggi, seppur minima, riesce a dare una vita propria all'intero svolgimento che, tra momenti più tranquilli e altri di pura azione, riesce a essere sempre interessante. Bellissime alcune location, interessanti alcuni strappi improvvisi che fanno guadagnare punti. Piacevole.
MEMORABILE: Quando si vede Hunnam sullo schermo si spera sempre di vedergli tirare fuori il gilet dei Samcro.
Artista versatile (i suoi film hanno affrontato diversi generi), il regista Chandor dirige una storia che parla di un furto ad un boss del narcotraffico compiuto da ex militari americani. Il tema non è nuovo ma il film è ben realizzato, anche per la scelta delle suggestive location del continente sudamericano. Gli attori sono ben scelti ed offrono una buona prova corale, sebbene la sceneggiatura caratterizzi i personaggi in modo alquanto basico. Nel complesso una pellicola piacevole e ben fatta.
Cinque militari delle forze speciali USA metteno a segno un grosso colpo ai danni di un boss del narcotraffico, ma questa volta per guadagno personale e non per servizio. Buona confezione ma, a parte le suggestive ambientazioni andine, ben poco da salvare in questo film di un regista che, variando fra vari generi, aveva finora offerto prove interessanti: personaggi di scarso spessore oppure mal definiti, action di routine, trama prevedibile (a parte una dipartita improvvisa), il tutto condito da una ipocrisia difficile da digerire che sfocia in un epilogo "edificante" assai fasullo. Deludente.
Tipico esempio di risultato minore della somma degli addendi, con un Chandor poco interessato alla componente action ma che non spinge nemmeno le caratterizzazioni dei personaggi o le riflessioni sul tema della cupidigia. A parte lo scontro sulle rocce bianche, ogni porzione del film sembra migliorabile: i primi 50 minuti sono aria fritta, poi inizia un percorso, sia paesaggistico che mentale, che non viene sfruttato del tutto, con interpretazioni impantanate e un finale svogliato. Fotografia e varietà delle location ok.
Cinque ex militari USA rapinano con successo un cartello della droga ma dopo un incidente con l'elicottero durante la fuga si ritrovano nel bel mezzo della giungla sudamericana con tante borse piene di dollari; trasportarle sarà un grosso problema. Buon action made in Netflix dal ritmo sostenuto che fa del suo lato migliore la bella ambientazione. La prima parte, quella della rapina, non è nulla di eccezionale, mentre la seconda è davvero ottima. Buono il cast e per nulla scontati i colpi di scena. Assolutamente un buon film.
Il peso dei soldi. Carico dei più insorreggibili sulla coscienza, zavorra delle più rischiose su un elicottero. Assecondando la sempre trionfale equazione "piano semplice + ingordigia = esito disastroso", Chandor non si contenta di prendere al lazo lo spettatore: gli pratica il bondage più estremo, con nodi e snodi dai quali è un orgasmo essere stretti. Alta spettacolarità grigliata da quel profondissimo respiro iperclassico che fa dell'epica apice e della tragicità omerica cinema eccelso. Foraggia la Bigelow, una che di rapine col botto e ambigui confini tra bene e male la sa lunga.
MEMORABILE: Nessuno crede agli asini che volano: la smentita qui dispensata è da brividissimi.
Il merito principale del film è quello di saper intrattenere per un paio d'ore senza cali di tensione, la quale si mantiene sempre su buoni livelli una volta iniziata "l'impresa". La sceneggiatura sa sempre riaccendere l'attenzione dello spettatore quando sembra essere arrivata ad un punto morto. Tutto (quasi) di routine, con però un colpo di scena ed una certa metaforicità a cui il regista ci ha già abituato in passato, ma ben fatto. Il finale può sembrare patetico e fuori luogo ed in parte lo è, ma tutto sommato, visti i soggetti, non è così inverosimile come si potrebbe pensare.
Derivativo e con una miriade di copia e incolla presi da altri film di genere, il film non riesce quasi mai a decollare. Eppure Chandor aveva un cast scintillante, a disposizione. Un insieme di prime donne e caratteristi capaci come raramente capita di vedere insieme nei film moderni. Figure quasi bidimensionali quasi mai approfondite, nonostante qualche flashback evocativo. Finale ad effetto che poi tanto ad effetto non è. Della serie siamo killer ma abbiamo un cuore. Mah...
J.C. Chandor HA DIRETTO ANCHE...
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Io ricordo il modo di dire "darsi alla busca", che tradotto suonerebbe più o meno come "tirare a campare procurandosi guadagni di qualsiasi provenienza".
DiscussioneZender • 10/04/19 07:23 Capo scrivano - 49134 interventi
Sì, meglio cambiare certi termini dialettali, perché anche io ero convinto che fosse un errore, Daniela. Conosco il termine buscare un sacco di botte, ma usato così non l'avevo proprio mai sentito. Possiamo mettere "interesse"? O cosa?
DiscussioneDaniela • 10/04/19 09:09 Gran Burattinaio - 5940 interventi
Zender ebbe a dire: Sì, meglio cambiare certi termini dialettali, perché anche io ero convinto che fosse un errore, Daniela. Conosco il termine buscare un sacco di botte, ma usato così non l'avevo proprio mai sentito. Possiamo mettere "interesse"? O cosa?
Ok per interesse o guadagno, come ho già scritto in risposta a Didda ignoravo che si trattasse di un termine d'uso solo locale.
DiscussioneZender • 10/04/19 09:40 Capo scrivano - 49134 interventi
Sì sì, ma non è un problema. Messo interesse allora, grazie,
L'ennesima produzione Netflix che spreca un buon potenziale.
Ne ho viste diverse, e non so se dipenda più dai mezzi finanziari o dai tempi produttivi, ma a parte "Storie di un matrimonio", "Sulla mia pelle" e un film sui warlord africani di qualche anno fa non ne ricordo altre sopra la media.
Quando si parla di film, il bollino "Produzione originale Netflix" per me non è proprio invitante.
DiscussioneDaniela • 4/03/20 00:21 Gran Burattinaio - 5940 interventi
Capannelle ebbe a dire: a parte "Storie di un matrimonio", "Sulla mia pelle" e un film sui warlord africani di qualche anno fa non ne ricordo altre sopra la media.
beh, almeno aggiungi Diamanti grezzi, che anche tu hai apprezzato :o)
PS: Ci sarebbero poi anche Roma, La ballata di Buster Scruggs, Dolemite Is My Name...
Daniela ebbe a dire: Capannelle ebbe a dire: a parte "Storie di un matrimonio", "Sulla mia pelle" e un film sui warlord africani di qualche anno fa non ne ricordo altre sopra la media.
beh, almeno aggiungi Diamanti grezzi, che anche tu hai apprezzato :o)
PS: Ci sarebbero poi anche Roma, La ballata di Buster Scruggs, Dolemite Is My Name...
concordo, molte produzione hanno deluso ma hanno anche "partorito" fior di film, ci aggiungerei anche quello di Scorsese....
Giusto, Diamanti grezzi e Occhio per occhio sono venuti bene, film frizzanti e non troppo stereotipati. E non posso dire di averli dimenticati ;-)
Mentre Scorsese e La ballata di Buster Scruggs per me sono esempi di grossi nomi che, in un certo senso, hanno fatto il compitino rispetto alla loro cinematografia.
DiscussioneZender • 4/03/20 09:33 Capo scrivano - 49134 interventi
Ok, ora si parla del film in questione però o si passa su davibook.