Il primo premio si chiama Irene - Documentario (1969)

Il primo premio si chiama Irene
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Anno: 1969
Genere: documentario (colore)
Cast: (n.d.)
Note: Sottotitolo: "Danimarca - L'incredibile realtà della nuova morale". Sceneggiatura di Massimo Felisatti, Fabio Pitorru e Bruno Todini.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/01/11 DAL BENEMERITO FAUNO
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Marcolino1 9/02/17 19:32 - 553 commenti

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"Le cicogne in Danimarca si sono estinte perché le donne prendono la pillola": l'ironica frase racchiude il moralismo verso un paese molto più avanti dell'Italia, gemello della Svezia e Ragazz,i come Scattini, si chiede se sia inferno o paradiso. Gli spunti sono buoni ma la regia è lenta e statica rispetto ad altri mondo movie. La solitudine amletica dei danesi viene associata al suicidio e la droga diventa strumento del potere schiavizzante. In fondo anche la perfezione ha il suo negativo rovescio, mentre il caos del Belpaese è fin troppo evidente.
MEMORABILE: Il suicidio della ragazza programmato da due anni; I bambini della scuola d'infanzia col tesserino identificativo.

Fauno 12/01/11 16:14 - 2212 commenti

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Una documentazione splendida e molto attendibile su usi e costumi del popolo danese, allora come ora ben più avanti culturalmente della media europea. Chiaro che il rovescio della medaglia a bruciare troppe tappe in troppo poco tempo può risultare deleterio e perfino letale. Alcune profezie dello speaker si sono avverate in pieno! Un po' squallidino il concorso, che ha molto più del latino che dello scandinavo (specie la frase del vincitore)...
MEMORABILE: Andersen, Amleto, il menestrello coi cuori, la scena nella cabina telefonica, il bagno delle giovani nudiste.

Dusso 27/11/13 16:33 - 1566 commenti

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L'anno precedente fu la Svezia, quindi non poteva mancare la Danimarca per un mondo movie decisamente ben riuscito (anche se come al solito qualcosa si poteva tagliare). Prodotto da Dino De Laurentis colpisce non nelle parti più prevedibili (pornografia, liberta sessuale) ma per altri episodi narrati (come quello dei vecchi costretti a lasciare le proprie case). Chiaramente alcune cose sono spinte per fare presa sul pubblico dell'epoca, ma la distanza anni luce della Danimarca rispetto al nostro Belpaese è ancora oggi molta. Belle le musiche.

Panza 10/01/17 17:05 - 1842 commenti

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Rappresentazione della cultura finlandese abbastanza esagerata e sensazionalista (sulla libertà concessa ai ragazzi, a esempio) per stupire il pubblico dell'epoca affascinato dalla libertà sessuale di quella nazione. Il commento è a volte fastidioso (la tirata contro la pornografia è odiosa), ma c'è un certo fascino nelle riprese paesaggistiche e qualche parte non stantia esiste (il prologo, i matrimoni gay o l'apparizione dell'Amleto "moderno"). La lotteria citata nel titolo non doveva essere una novità, visto che c'era già in Casanova '70...

Ronax 25/08/18 00:57 - 1255 commenti

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La produzione di De Laurentiis garantisce al film una sobrietà e una qualità tecnica sconosciuta agli altri "mondo" coevi, ma la fuffa di fondo è sempre la stessa. La Danimarca degli anni '60 viene ancora una volta presentata con gli occhi strabici della mentalità italica, insistendo parossisticamente solo su alcuni aspetti, peraltro poco credibilmente ricostruiti ad arte e passando in secondo piano il livello di evoluzione culturale e civile di questo Paese, distante dal nostro anni luce, oggi come 50 anni fa. Bella fotografia di Toni Secchi.
MEMORABILE: L'amplesso nella cabina telefonica sotto gli occhi indifferenti dei passanti.

Noodles 17/11/22 09:25 - 2233 commenti

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Siamo dalle parti del mondo movie, ma questo documentario, pur essendo nel complesso gradevole, manca delle immagini scioccanti e delle curiosità, vere o finte che siano, che il genere solitamente mostra. In realtà il documentario vorrebbe scioccare con le immagini dell'atteggiamento libero dei danesi ma erano altri tempi, e oggi la voce narrante suona come insopportabilmente bigotta. La sceneggiatura è un minestrone e si passa rapidamente dai porno shop a Hans Christian Andersen con nessi troppo leggeri. Guardabile, ma troppo confuso e invecchiato rispetto ai nostri tempi.

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