Con la veloce e abile regia di Vaughan (Notte brava a Las Vegas) anche una storia molto drammatica come questa di John Crowley (Fraser) padre che cerca una cura per i due figli affetti dal morbo di Pompe, acquista velocità e ritmo alternando scene strappalacrime ad altre divertenti (sempre nei limiti del genere) con un risultato più che buono. Fraser se la cava, ma a rubare la scena è il mitico Harrison Ford, ancora in piena forma e ottimo nel ruolo dello scienziato che aiuterà Crowley a trovare la terapia giusta.
Ci sono film che lasciano allo spettatore tempo e voglia di far qualcos'altro e questo non fa eccezione: storia scontata e recitazioni grigie lo rendono infatti poco avvincente. L'unico personaggio interessante appare dopo un'ora ed è il funzionario aziendalista (interpretato da Harris) che ci permette di riflettere sulle dinamiche commerciali che stanno dietro al lancio di un farmaco. Tutto il resto, direbbe il Califfo, è noia.
Ispirato ad una storia realmente accaduta, Misure straordinarie può contare su una sceneggiatura abbastanza solida (ammiccante come accade ai film di questo genere sulla commozione suscitata nello spettatore dal tema dei bimbi malati) e sul carisma di un divo un pò decaduto come Harrison Ford (anche produttore). Il resto è routine sebbene discretamente realizzata ma senza grandi "picchi" emotivi.
La notizia più brutta a due bambini: la Malattia di Pompe non lascia speranza. Ma un padre determinato tutto può. Una storia che accende il dibattito sui medicinali, le case farmaceutiche e le strutture sanitarie. Una vicenda che colpisce duro perché a patirne le conseguenze gravi sono coloro che a quell'età dovrebbero correre, saltare e giocare con i loro coetanei. Fraser e la Russell sono molto convincenti ma il fuoriclasse è Harrison Ford, con i suoi dubbi, i musi lunghi ma anche il sorriso soddisfatto a risultati ottenuti. Emozionante.
Una malattia genetica rara, una diagnosi atroce, un padre che non si rassegna all'assenza di cure: inevitabile, dato il soggetto, il confronto con L'olio di Lorenzo, anch'esso ispirato ad una storia vera. Confronto che va a tutto discapito del film diretto da Vaughan: piattamente didascalico nelle parti informative, poco coinvolgente in quelle drammatiche per le carenze di sceneggiatura e la modestia delle interpretazioni di Fraser e Russell. Ford offre una prestazione professionale, ma neppure il suo personaggio riesce ad emergere dagli stereotipi e dalla mediocrità ricattatoria.
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