Gestarsh99 • 18/03/11 18:02
Vice capo scrivano - 21546 interventi Quel nano infameTra i vari "women in prison" in voga nei primi anni settanta, questa è sicuramente la pellicola che meno corrisponde ai classici canoni del particolare sottogenere cui appartiene.
The sinful dwarf è pertanto una scoperta insolita e bizzarra, oltre che l'unica regia del danese
Vidal Raski.
LA TRAMAOlaf, trentenne affetto da nanismo e personaggio di rara malvagità, ha come principale occupazione giornaliera quella di girovagare per le strade del suo paesino in cerca di giovani ragazze da catturare, schiavizzare, drogare e costringere alla prostituzione.
Qui sotto l'attore
Torben BilleNel prologo lo vediamo adescare senza scrupoli una ragazzina che gioca sul marciapiedi, prospettandole giocattoli e pupazzetti in regalo. Fattosi seguire sin dentro casa, l'infame nanerottolo le assesta a tradimento una violenta bastonata sulla testa e la trascina all'interno di una oscura cella segreta, nella quale tiene segregate anche altre due prede femminili (già rese eroinomani e in perenne stato di crisi d'astinenza). La laida topaia in cui il nostro vive e che condivide assieme alla madre sfregiata (una soubrette di cabaret in disarmo) è una misera pensioncina a zero stelle che i due utilizzano come copertura per il loro basso esercizio postribolare. Una coppia di giovani sposi, capitata lì per caso, ne sperimenterà le crude conseguenze...
Per dirla tutta, il livello "weird" di questo film non giustifica affatto, a parer mio, tutto l'alone di fama e curiosità che avvolge la pellicola, dovuto forse più a una locandina alquanto maligna e inquietante.
Tecnicamente e per stile, l'opera di
Raski ricorda molto da vicino un altro prodotto scandinavo dell'epoca, ben più crudele e riuscito, ossia quel
Thriller - En grym film dello svedese
Bo Arne Vibenius. Parecchie le loro similitudini formali: macchina da presa il più possibile statica, montaggio alla boscaiola (trad: fatto con l'accetta), rozzissimi inserti porno (entrambi i film difatti uscirono nelle sale in doppia versione, hard e soft).
D'altronde le finalità "exploitation" sono evidentissime e surclassano di gran lunga i pochi elementi orrorifici presenti: ragazze-schiave sempre nudissime, con tutto il proprio "corredo genetico" in bellissima mostra; sequenze di sesso e stupro biecamente appaiate a motivetti arrembanti e ironici (alternate, con un divertente utilizzo del montaggio, a immagini di ciò che accade all'esterno della "camera proibita").
Ciò che non convince, oltre alla mancanza di un qualsivoglia guizzo geniale e inatteso da parte dell'autore, è la completa incapacità del reparto interpreti. Il personaggio del nano Olaf soprattutto (l'attore
Torben Bille, presente anche in altri erotici danesi del periodo) risulta troppo accentuato e caricaturale nelle sue smorfie, nei suoi ghigni, nel suo forzato e fintissimo incedere zoppicante; poco credibile anche nella sequenza in cui violenta la giovane sposina col manico del suo bastone (!!!).
Decisamente spassosi invece i numeri da cafè-chantant che madre e figlio pianista riesumano per allietare i pomeriggi dell'unica anziana amica (di bevute) che fa loro compagnia.
Vista la delirante sigla iniziale, con protagonisti tutti i pupazzi a molla del nano sparsi per casa, il potenziale per un film memorabile c'era tutto....
Purtroppo però
The sinful dwarf resta soltanto un cult a metà.
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