Buiomega71 • 24/09/22 10:20
Consigliere - 27170 interventiMitchell prende la coralità altmaniana al servizio di quello che, alla fine, è un porno gay glamour, con scene di sesso non simulate e hardcore degne di Bruce LaBruce e Jean-Daniel Cadinot (il terzetto che ci da dentro, tra fellatio e rimming, messo in scena con toni umoristici, prende per sfinimento e non è affatto divertente, almeno per quel che mi concerne), e riempie il suo film (comunque coraggioso e sincero, questo è un atto dovuto sicuramente) di un guazzabuglio di infinite chiacchiere sul sesso, sui rapporti di coppia, sull'orgasmo femminile, sul disagio e la solitudine, vecchie almeno quanto il cucco (Mike Nichols, con
Conoscenza carnale, aveva già detto tutto già del 1971, in tal proposito)
La provocazione fine a se stessa ben studiata a tavolino per scardinare l'ipocrisia (l'auto sesso orale -ma già Ron Jeremy lo praticava in
Lips di Paul Vatelli-i discorsi della travestita sull'uso del sangue mestruale, il momento "gerontofilo" con l'ex sindaco di New York, la mega orgia che lascia ben poco all'immaginazione, ma basterebbe quella oleosa-e pre yuzniana- filmata da Alex De Renzy in
Pretty Peaches per mettere tutti a tacere-, schizzi di sperma sulle pareti-ma Todd Solondz in
Happiness c'era arrivato prima-, peni in erezione, masturbazioni maschili e femminili-quest'ultima previo dildo elettrico, ammucchiate gaye, ovetti birichini infilati nella vagina e premuti alla bisogna-con la sequenza slapstick del telecomando trafugato che francamente non riesce a essere così comica come Mitchell avrebbe voluto, che pure qui Shin'ya Tsukamoto aveva fatto ben altro in
A snake of June-, effusioni lesbo-ma timidissime se confrontate con i rapporti strong omosex maschili-e poco attraenti lesbiche che cianciano del nulla nel
Tempio della fica, sottoprodotto della factory wharoliana) ma che risulta un pò aria fritta di cose e situazioni ormai già sdoganate da tempo (
Stonewall mica è passato invano) dove non manca l'esibizione queer/canora alla
Hedwig-con un musicista con barbetta che assomiglia in modo impressionante ad un giovane Stanley Kubrick-
, in un finale di ostentata allegria alla "tutti insieme appassionatamente" non poco abominevole e rivoltante (non per il sesso, sia chiaro, ma per l'impronta buonista da voltastomaco, con quella banda musicale parafelliniana che entra in scena facendo un gran fracasso e manda quel poco di interessante a remengo).
A Mitchell va riconosciuto il coraggio sicuramente, qualche buon momento visivo molto suggestivo (Sofia che parte per un viaggio mentale "orgasmico" dentro una foresta impervia, per ritrovarsi davanti una panchina newyorkese che da sul mare aperto, il blackout,
La finestra sul cortile in chiave gaya), attimi drammatici intensi (l'annegamento dell'uomo anziano nella piscina, il tentato suicidio ancora nella piscina), ma che poi si risolvono in un nulla di fatto, la bellissima canzone sui titoli di coda e la bravura del cast di sconosciuti (anche se, come personaggi, parecchio antipatici dove non si riesce a empatizzare o a provare emozioni, forse, solo la mistress tormentata e sola di Severin regala qualche barlume emotivo).
Terribile la New York in CG stile Pixar, omaggio all'amico Gus Van Sant citando
Belli e dannati come modello per far marchette omo e un'intelaiatura da commedia "andersoniana" che non diverte e non riesce, in nessun modo, a essere simpatica o gradevole (infatti, quelli che funzionano, sono i momenti drammatici, ma centellinati col contagocce).
Di film sulla libertà sessuale ne è pieno il panorama cinematografico e Mitchell non si inventa nulla di così trasgressivo o di rottura (come vorrebbe far credere, visto che nemmeno il porno nel cinema "mainstream", nel 2006, era più una novità), in una pellicola, che se non fosse per le scene di sesso esplicite, finirebbe dritta nel dimenticatoio nel mare magnum dei prodottini indie.
A questo punto molto meglio un sano porno della golden age settantiana.
Giacomovie, Domino86, Bubobubo
C.candy27, Pinhead80
Pigro, Lucius, Buiomega71
Mascherato