Buiomega71 • 9/05/15 09:22
Consigliere - 27197 interventiNOTTI E NEBBIE DEL GIAPPONE
La solfa pare sempre quella: fantasmi femminili lungocriniti e vendicativi, che appaiono alle spalle e urlano con gli occhioni spalancati e che non hanno pace finchè non si risolve il misterioso bandolo della matassa.
Se questi clichè degli horror giappo avevano già frantumato gli zebedei già dopo i tre
Ringu, Kurosawa riesce abilmente a trasformare il suo racconto di fantasmi dolenti e soli in qualcosa di diverso
Primo immerge la storia in un ambientazione cupa, opprimente, plumbea, quasi da postatomico, con non poche atmosfere e umori tarkovskijani (gli squallidi interni delle case, gli acquitrini negli edifici decadenti, gli esterni grigi, brulli e fangosi), poi dà al suo protagonista (il detective Yoshioka) un aria trasandata, sudaticcia, malinconica, sdrucito come l'Alain Delon de
La Prima notte di quiete
L'elemento principale e ancora l'acqua, e l'inizio dell'assassinio della ragazza in rosso, annegata in un fetida pozzanghera in un desolato campo fangoso, e un incipt che già inchioda alla poltrona
Le apparizioni dello spettro della donna in rosso, che con occhi perennemente sbarrati, fluttua bavianamente e emette un urlo acuto e intenso, pari solo a quello di Alan Bates ne
L'australiano e mette più di un brivido
L'indagine poliziesca pare classica e risaputa, ma c'è di sottofondo un alienazione e un senso di solitudine imperante, che getta uno sguardo nichilista e disperato sul destino di (tutti) i protagonisti
Un fatiscente manicomio abbandonato che si erge lungo le sponde del porto di Tokyo, ossa umane amorevolmente riposte in una borsa, fantasmi che si sentono soli (come erano soli in vita), morti per solitudine e indifferenza che si vendicano su chi poteva aiutarli e non l'ha fatto, colpendo e vendicandosi negli affetti più cari delle sue "vittime" (un dottore e suo figlio, una segretaria e il suo uomo-omicidio, questo, nella vasca da bagno, non molto dissimile da uno in
Freeze Me-un fidanzato e la sua ragazza, il poliziotto stesso...)
Finale quasi apocalittico (Tokyo deserta con folate di vento, quasi romeriana) e la chiusa finale sul fantasma della ragazza che grida-ma non emette alcun suono-e davvero da pelle d'oca.
Kurosawa si lascia andare a pacchianate che sfiorano il ridicolo involontario (il fantasma della ragazza che spicca il volo nei cieli di Tokyo che manco
Superman) e ad alcune "cravenate" (il fantasma che arriva a picco e risucchia il collega di Yoshioka in una bacinella d'acqua, la donna fantasma che "esce" dalla crepa nel muro), ma riesce a tenere desta l'attenzione e a regalare più di un brivido
Tra incubo e veglia, scosse di terremoto, solitudine dolorosa e follia, la macchia sul muro, la fotografia in BN, le ossa, Kurosawa si dimostra narratore sopraffino e il suo j-horror risulta, alla fine, una spanna sopra tutti gli altri.
Da vedere rigorosamente a mente lucida.
"
Io sono morta, dovete morire tutti"
Undying
Mdmaster, Daniela, Buiomega71
Rufus68