Discussioni su Panni sporchi - Documentario (1980)

di Giuseppe Bertolucci con (n.d.)
  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 31/03/08 DAL BENEMERITO MARKUS
  • Clicca sul nome dei commentatori per leggere la loro dissertazione
  • Grande esempio di cinema:
    Schramm, Marcolino1
  • Davvero notevole!:
    Markus, Pigro
  • Quello che si dice un buon film:
    Fauno, Kikoz

DISCUSSIONE GENERALE

6 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Markus • 10/12/09 09:50
    Scrivano - 4775 interventi
    Pigro, ne hai per caso una copia decente? La mia si vede malissimo...
  • Pigro • 10/12/09 16:59
    Consigliere - 1661 interventi
    No, mi dispiace... Ho dato adesso una rapida occhiata in internet e vedo che c'è disponibile il torrent di TNT: è forse quella che hai anche tu? Altrimenti non saprei ora dove recuperarla.
  • Schramm • 28/02/14 17:05
    Scrivano - 7694 interventi
    non mi ha inquietato né angosciato, ma è certamente molto forte e altrettanto curiosa la stazione di milano vista come bolla tunnel girone ora purgatoriale ora infernale -ma sempre con quel che di puro e paradisiaco- di un'umanità che costitusce la materia fecale del capitalismo e il fallimento assoluto del socialismo reale (il "trafiletto" visivo dedicato a marx è l'unica panoramica sulla milano bene o piccolo borghese al di fuori della stazione) e la dark side di un'italia ben poco faber

    mi domando quanti di questi attori non professionisti della vita (il cast volendo è aggiornabile, sono tutti nominati negli end-credits) siano ancora in vita. chi si è salvato, chi da quella stazione non ne è mai fuoriuscito, chi ancora la bazzica.

    tutto sommato, è preferibile vederlo sul vecchissimo passaggio raitre, sporco, corrotto, invecchiato, malandato come il moribondo -e al contempo vitalissimo- microcosmo che rappresenta.
    Ultima modifica: 28/02/14 17:08 da Schramm
  • Markus • 28/02/14 19:11
    Scrivano - 4775 interventi
    Un film che ha ancora il suo fascino malgrado gli anni passati e i ritmi un po' lenti. Ho trovato un po' forzati i dialoghi dei giovani, in quanto si vede che il regista li incitò a conversare tra loro per arrivare a un minutaggio decente e forse ad esporre dei concetti legati al loro mondo, con il risultato che alcune conversazioni risultano stucchevoli. Molto più sincere e dunque più convincenti invece le esternazioni di matti, drogati e barboni. La stazione centrale di Milano oggi è molto cambiata e più pulita di un tempo.
    Ultima modifica: 1/03/14 02:13 da Markus
  • Schramm • 28/02/14 19:17
    Scrivano - 7694 interventi
    sì ho avuto anch'io fin da subito l'impressione che alcuni momenti fossero staged (compreso il primo con il beone che trova oggetti ben precisi nel cestino attorno ai quali soliloquiare), la voice over del regista (quasi identica a quella di romano battaglia) me l'ha quasi fatto sembrare un cinico-tv meno grottesco e più serio. ma vi sono anche, quale contrappeso, molti momenti di sconcertante o buffissima spontaneità.

    di fondo resta comunque incredibile non tanto l'impressione di un universo altro, quanto che questa altera casba di reietti si raccolga proprio come accoglienza di una milano invece asettica e per bene (come mostrata nel segmento marx).
  • Pigro • 28/02/14 20:03
    Consigliere - 1661 interventi
    Mi dispiace, ma non lo ricordo bene. L'ho visto tanto ma tanto tempo fa e quello che ricordo sono più che altro le sensazioni che ho provato: in effetti sarei curioso di rivederlo, chissà che effetto fa oggi...
    Sul fatto che non sia una presa diretta "pura", ma che ci siano momenti costruiti, non mi sembra che sia un gran problema, soprattutto se poi tutto ciò è funzionale all'opera nel suo complesso. Se penso agli pseudo-documentari del Maestro del docufilm, cioè Flaherty, non mi sconvolgono gli artifici. Anche perché un documentario è sempre un'opera di narrazione, e perciò una sorta di fiction... Il punto, per un documentario, non è la spontaneità o l'oggettività, ma è andare a segno raccontando schegge del reale. E questo mi sembra ci riesca molto bene. Anche perché trasforma mitopoieticamente il non-luogo della stazione, e i suoi abitatori li fa diventare personaggi...