E' uno degli spunti più abusati dal cinema di ogni tempo (la guardia che scorta il prigioniero da un luogo all'altro), e non basta trasferirlo nell'italia del 1943 per renderlo interessante. Anche perché la coppia protagonista (Neri Marcorè e Vincenzo Salemme) fa tutto quello che ci si aspetta in questi casi senza aggiungere molto di proprio. In special modo Marcorè, prigioniero di un ruolo più rigido di lui (il carabiniere), si sposa purtroppo con l'anonimato complessivo dell'opera (nata da un’idea del compianto Sergio Citti, cui il film è dedicato). Salemme invece, più estroso di natura, tratteggia meglio il suo personaggio...Leggi tutto di truffatore da quattro soldi, arrestato vicino a L'Aquila (da dove il film parte) e destinato alle carceri di Venezia (dove il film arriva): l'animo poetico da attore, decaduto a suggeritore quindi a truffatore per necessità, gli si legge bene nelle espressioni e nella gestualità, e appare naturale che la fidanzata del carabiniere (Elena Russo), aggiuntasi ai due dopo aver saputo che la meta del viaggio sarebbe stata Venezia, provi un debole per lui e i suoi modi compiti. L'Italia della Resistenza e degli ultimi rigurgiti nazifascisti è descritta didascalicamente, senza guizzi, e al film resta solo una certa grazia accompagnata dalla buona direzione del cast. Piccola parte per Marco Messeri (uno dei personaggi incontrati per via) e pregevole esibizione canoro zingaresca per Tosca. Non un film brutto ma senz'anima, piatto come la storia (qualunque) che va a raccontare.
Discreta commedia italiana. La trama non è nulla di originale e la regia a tratti risulta un po' piatta, però il film scorre piuttosto bene. Inoltre sia Marcorè che Salemme funzionano e le musiche sono piacevoli e abbastanza azzeccate. Nulla di entusiasmante, ma si può vedere tranquillamente.
Innocua ma gradevole commedia italiana questa del quasi esordiente Cimpanelli. Sceneggiatura coerente e piuttosto ben scritta, regia efficace ma sopratutto un affiatato gruppo di attori; Marcorè rivela il talento già dimostrato nei film di Avati e Salemme rivela una verve inaspettata per questo genere di film dando il giusto tono dolceamaro al film, come dimostrato dal riuscito finale.
Tipico road movie italiano. Una commedia con punte drammatiche che fa i conti con la storia. Due bravi attori (Marcorè misurato, Salemme bravo ma troppo esuberante), una buona riscostruzione storica, una certa cura realizzativa, ma niente di più. La storia si trascina via stancamente con la falsa attesa di un qualcosa che non arriva. Anzi alla fine arriva una delle soluzioni drammatiche più abusate dal cinema italiano per questo genere di film (La Grande guerra, Il sorpasso, fino alla vita è bella). Finalone dai toni avatiani. Vedibile ma superfluo.
Un momento tragico della storia d'Italia durante la Seconda Guerra, l'8 settembre 1943, raccontato attraverso personaggi quasi inconsapevoli del momento e "impegnati" al di là di ogni ragionevolezza a espletare con serietà i loro ruoli, l'uno Carabiniere e l'altro piccolo truffatore. Nell'apparente leggerezza della storia si consumano tutte le brutalità della guerra e all'interno le storie personali dei protagonisti che acquistano sempre più coscienza con il progredire del loro viaggio. Buon lavoro di regia e ben interpretato, qualche ingenuità.
MEMORABILE: Raoul dice: "...i cittadini che accettano di farsi governare da un impostore, sono più colpevoli di chi li governa".
Ottimo film italiano che ricorda classici come La grande guerra; giocato per buona parte con leggerezza e tono da commedia si apre poi in un finale bellissimo dalla drammaticità inaspettata. La coppia Salemme-Marcorè funziona, anche se il primo risulta sicuramente più incisivo; ricco anche il cast di contorno (dalla brava Russo alle partecipazioni di Messeri, Burruano e Tosca). Buona la ricostruzione storica, da vedere assolutamente.
Tra lo storico (è l'8 Settembre 1943) e il road movie all'italiana, una commedia agrodolce e davvero molto gradevole. Il film ha si una storia semplice, ma ha anche riferimenti veritieri per quel che riguarda le brutalità della guerra e la triste situazione che il belpaese stava vivendo, nella fattispecie in quei tristissimi anni, con momenti di grande cinema. Davvero ottimi gli interpreti: un misurato e magistrale Marcorè e un Salemme leggermente sopra le righe ma ugualmente molto bravo. Finale bello e amaro. Da vedere.
Un tema eternamente drammatico come la guerra declinato in chiave di road-movie. Tre individui (carabiniere con fidanzata a seguito e mezzo delinquente) volgono verso Venezia tra furti, rapine e truppe fasciste coi fucili spiegati in costante agguato. Un sistema decadente quando non proprio distrutto si palesa agli occhi dell'eterogeneo gruppetto come palestra ideale per ripensare al proprio modi di intendere presente e futuro. Girato tra Puglia e Lazio (malgrado cartelli equivoci), rappresenta una poesia degli umori realmente emozionante.
MEMORABILE: Il biglietto per tre "perzone" rilasciato da un fantastico Burruano.
Un omaggio di Cimparelli alla classica commedia italiana, prodotto con garbo e delicatezza. Trama di certo non originale (del resto è dura inventare cose nuove), la pellicola si lascia vedere volentieri per la buona fotografia, i buoni dialoghi e le valide interpretazioni di Marcorè e Salemme (un po' meno "napoletano" del solito).
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DiscussioneRambo90 • 14/01/11 03:09 Pianificazione e progetti - 444 interventi
Scusate, un altro dubbio simile a quello di Cado dalle nubi... in questo film dove sta Gianni Cavina ????