Buiomega71 • 12/08/21 10:21
Pianificazione e progetti - 25046 interventi Rassegna estiva
EsoticaErotica
Un'estate al tropico dei sensi Al di là della vera o presunta paternità del film (se la Arsan lo ha diretto io sono Charles Manson) di cui se ne danno testimonianze dirette sul book di
Nocturno dedicato a Assonitis, questa fotocopia (nemmeno troppo sbiadita) dell'Emmanuelle jaeckiniano vive, almeno nel primo tempo, di suggestioni visive esoticheggianti davvero notevoli (a tal proposito bellissima la scena dell'arrivo sull'isola dell'imbarcazione che trasporta Laure e compagnia, con gli indigeni che gli accolgono con fiaccole lungo le rive, al tramontar del sole), tra fascinosa fotografia flou (del grandissimo Piazzoli) e l'orecchiabile ost micalizziana.
L'inizio sul trenino da strada, tra palme e vista sul mare, sembra preludere al folklore turistico della Solana Beach
Tentacoli, per poi sostarsi in un auditorium dove la Belle (novella Emmanuelle di una bellezza quasi irreale) è "vittima" di un cunninlingus lesbo che , come giustamente sottolinea il Buono nel suo commento, anticipa quello più ludico del primo
Scuola di polizia, con close up finale sulla bocca spalancata di Laure/Belle al culmine dell'orgasmo.
L'atmosfera magica da mille e una notte si sposta in una villa, dove la Belle nuota in una piscina in notturna (che sembra l'antitesi di quella marina con la Boccardo ghermita dalla piovra in
Tentacoli), prima di abbandonarsi tra le braccia di Cliver.
Il taglio da fumettone erotizzante, almeno nella prima parte, continua tra amore libero e Cliver che si compiace di dare in pasto a chiunque la sua Laure, che va in giro senza mutandine mostrando il pelo a tutti (cultissima la scena della partita di tennis, dove Cliver zooma con la sua telecamerina alla
Occhio selvaggio sulle intimità della Belle, scoprendo che sotto il gonnellino niente), incuriosendo anche una ragazzina in un negozio di oggestitica locale. E il culto dell'amore senza gelosie continua tra case trasportabili/galleggianti, fino al momento più bizzarro del film, il travestito che pilota l'elicottero sopra i grattacieli di Manila e ama fare all'amore in volo inserendo il pilota automatico (sarà un reflusso puramente capzioso, ma mi è venuto in mente
Stridulum. E a proposito di
Stridulum, c'è pure un miserello attacco di pennuti ai danni della guida guardona sull'isola).
Alcune scelte di regia non banali, che pare rimandino alla teoria della visione profetizzata da Michael Powell nell'
Occhio che uccide (gli amplessi sembrano troncati sul nascere e noi, da spettatori voyeuristici non è concesso nulla, in realtà verranno riprodotti sullo schermo di una piccola sala di montaggio, mentre Cliver a la Belle amoreggiano, e sul video appare quello che ci era stato negato in precedenza: la Belle che copula con due omoni barbuti nella piscina della villa, sull'elicottero con il travestito che maneggia Milagros-la sua amante filippina- e la Belle che le monta sopra per poi prodigarsi in una fellatio, e ancora la Belle in un focoso congiungimento carnale con un indigeno), quasi un film nel film, in un cortocircuito metacinematografico non poi così banale.
La Belle si spoglia senza problemi, mentre la Arsan (terribile come attrice) si abbandona ai piaceri di saffo con la legnosa Starck (la moglie di Guerrini), suggellando la passione tra le due con la lingua della Arsan che guizza nell'orecchio della Starck, carezze, slinguate e statuari nudi integrali.
Nel secondo tempo, purtroppo, inoltrandosi nella giungla alla ricerca della tribù dei Mara (che vengono citati per quasi tutto il film praticamente) il film si affloscia e perde il suo fascino, tra tremendi dialoghi filosofici da quattro soldi, escursioni e nuotate, tanto che sembra di assistere ad un
Cannibal Holocaust senza efferatezze.
Finalone con la comparsa della tribù come di prassi in questo genere di film, la Belle che si accoppia orgiasticamente con alcuni membri dell'etnia Mara (una via di mezzo, candidamente soft, tra
Emanuelle nera e una scena simile che verrà in
Antichrist) e che se ne esce libera e trasformata, pittata ben prima della Janet Agren di
Mangiati vivi e seguendo le orme della Margaret Nolan di
Agente 007 missione Goldfinger. Chiusa sulla solita frasona filosofeggiante che lascia il tempo che trova.
Una svolta "adventure" fiacca e convenzionale che mina le buone intenzioni, di un esotico/erotico che è la quintessenza delle teorie arsaniane, ammantato da attimi visivi suggestivi e da un primo tempo seducente e ammaliante (anche se non c'è poi tutto stò gran trombare, in linea con il soft tenue dell'epoca) con una Belle sbarazzina che però non ha l'intensità che aveva (o che avrà) in
Velluto neroUn pò parco il gineceo, con la sola Belle a farla da padrona (la Arsan oltre che terribile come attrice e , francamente, anche poco attraente, tanto che il transex di Pierre Haudebourg è molto più bello).
Cultissimo il momento della doccia in coppia tra Cliver e la Arsan (tutti e due immortalati in nudi integrali) con lui che filosofeggia e lei che si insapona la patatona.
Per l'irreversibile feticismo del sottocritto le zeppe indossate dalla Belle sono già un must, e quando Cliver glie le sfila si arriva all'apoteosi (nemmeno un annusatina o assaggino? Ignobile!)
Assonitis o non Assonitis, in alcuni frangenti cova sotto una regia raffinata e estetizzante.
La vhs della
Video Ciak dovrebbe essere integrale (durata effettiva riportata in home video), anche se resta il sospetto di tagli sull'accoppiamento lesbo tra la Arsan e la Starck (come denotano alcune foto di scena "esplicite" mancanti nel film).
Homesick, Daidae
Alexpi94, Buiomega71
Faggi
B. Legnani