Schramm • 16/03/18 12:25
Scrivano - 7836 interventi Fauno ebbe a dire:
tutt'al più è un giallo tradizionale ma del thriller neanche lontano parente.
di strettamente tradizionale non so cosa ci vedi: per caso, per scelta, per asineria, per un accidente chiamato perverse logiche distributive nostrane, per un misto delle quattro, è una contravvenzione a tutto quanto v’è di ortodosso, di classico, di usuale nel genere, e più per esteso contravviene anche al genere stesso strettamente codificato e inteso, e al cinema tutto. sembrerebbe piuttosto essere andato a sbattere malamente contro il cinema passando con sensibile fatica per porte (il giallo, il thriller, lo psycho-drama) troppo strette per il suo corpo.
difatti non mi sembra lontano parente neanche della settima arte, anche se si trova in essa inciampato, e affaticato a rialzarsi.
Fauno ebbe a dire:
Come tu ben sai io guardo ai contenuti e lascio parecchio perdere la tecnica
…facendo a mio rispettoso e umile avviso non proprio bene, dato che in ogni ambito creativo le due cose si determinano alimentano amplificano (in questo caso, annullano) vicendevolmente, ed è esattamente grazie a un dato e preciso accorgimento tecnico che puoi beneficiare di una trovata arguta come quella della foto che ti fa fare snap! e dire
anvedi apperò. la tecnica si può combattere, sabotare, snobbare, ma c’è sempre malgrado le volontà o nolontà dell’autore. poi magari è usata da aprirci un'inchiesta, ma c'è, e nella digestione critica di tutti ha il suo peso. senza, non hai un film, non hai proprio nulla. una tecnica malandata e/o trasandata come quella di questo film porta a una narrazione sfasata, deviata, che non si cura della linearità e della comprensibilità e che si capta accidentalmente a singhiozzo, e ciò a me pare, per tornare sui passi del quote precedente, qualcosa di lontano costellazioni da un giallo
tradizionale: tenendosi saldo alla tassonomia, Buio ha difatti chiamato in causa la commedia; io andrei anche di ampi passi più in là o più di lato, sospettando la parodia, se non l’autoparodia.
Fauno ebbe a dire:
Se però tiri in ballo La verità secondo Satana di Polselli sono io che mi sganascio, perché siamo su due universi differenti.
certo che sì e d’altra parte io non son qua a dire che i film suoi e quelli di bergonzelli pastore proia scotese o ippolito son uova fatte e covate dalla stessa gallina, né che linguaggi e specifici siano identici. li ho inanellati per dare a daniela esempi di strutture pericolanti divertenti da esplorare sapendo che possono rovinarti addosso. più prosaicamente, li ho adunati nella stessa truppa per l’altissimo tasso di delirio sintattico e sinottico dato proprio da un abc della tecnica continuamente stuprato. ciascuno di loro ha quella che tu definisci una “dimensione peculiare fuori da tempo spazio tempo e logica”, e ciascuno la esplicita in modi uguali e diversi. uguali per delirio, diversi per riformulazione linguistica, per grammatica del delirio e della farneticazione e della catastrofe filmica dove la logica e la ratio pagano alla romana il conto di tutti. per cui non capisco tanto presentat-arm.
keigel si può benissimo collocare in questa zona rossa, e il bello è che sei proprio tu ad ammetterlo quando osservi
Fauno ebbe a dire:
ed è pure credibile alla lontana
ma anche alla vicinissima, anzi, alla più intimamente psichica, come si può credere a un sogno, a un miraggio da eccessiva calura, a un’allucinazione da febbre alta o da abuso di cannabis, a una traveggola da stanchezza estrema. la carne del film sta tutta lì.
e più si cerca di aggrapparsi al plot, più questo –pur sembrando lineare e coerente- assume la cifra di una presa cantonata, i contorni dell’evanescenza, dell’inconsistenza – ed è la tecnica fuor d’ogni criterio a smentirlo, e a discuterne il rincorso realismo.
peraltro trovo molto curioso che proprio tu che insorgi per il “maltrattamento” riservato a certi autori sia il primo a classificare questa genia autori
minori, quando per me si tratta di autori del tutto super partes, incodificabilii, appartenenti a una genealogia a sé.
stante che c’è sempre delirio e delirio: ci sono film brutti fatti male e film brutti anatroccoli disfatti bene, che sono cigni in fieri. keigel lo reputerei tra questi.
Fauno ebbe a dire:
Più che altro è il titolo che è potentissimo per un film alla fin fine comune...
continua a sfuggirmi che ci trovi mai di così comune in un film che ospita al suo interno (per fare l’esempio più clamoroso, e che da solo vale tutta la tratta) un inseguimento che si infischia soavemente della più microscopica soluzione di continuità, passando dai tetti alla strada, dal centro commerciale al magazzino, con la protagonista che ora arriva da destra, poi da sinistra, con lui che le sta sempre davanti, precedendola come fosse flash gordon o teletrasportato da brundle, come se i raccordi li avessero creati estraendo i rulli a sorte… e questo per fare l’esempio più eclatante di sconquassi e schiaffi alla percezione e sgambetti alla logica che non trovi neanche nell'argento più anarchico o nel fulci più stanco.
Ultima modifica: 16/03/18 13:13 da
Schramm
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