Buiomega71 • 14/09/19 10:12
Consigliere - 27344 interventiSberleffo al noir, "presa in giro" del più classico dei generi cinematografici, grottesco, delirante e surreale nei dialoghi (zeppi di turpiloquio), bizzarro nella messa in scena, insomma un'opera anomala e fuori dagli schemi prestabiliti che trasuda la strabordante personalità ingombrante e provocatoria del suo autore, lo scrittore Norman Mailer (al suo quarto film dopo una tripletta di opere sperimentali e "invisibili").
L'autore di "
Il nudo e il morto" mette in piedi (con i soldi del duo Menahem Golan e Yoram Globus, forse tra i produttori più inclassificabili e coraggiosi degli anni 80) una sorta di "giallo" stravagante e tragicomico, quasi impossibile da riassumere (le amnesie, i doppi, tripli giochi macchiavellici verso il finale paiono una matrioska senza senso, dove contano solo i soldi e la droga) che si barcamena tra più generi, lambendo la commedia dell'assurdo, il thriller a spizzichi e bocconi, le crisi interiori, i parapiglia sessuali, le storielle d'amore e infino l'horror.
Le location fredde e plumbee che fanno sembrare la cittadina costiera del Massachusetts una gelido e tetro paesello della terra d'Albione, dove, in chiaroscuri lynchiani (curioso come Mailer anticipi certe coordinate twinpeaksiane) e gorghi d'intrigo paranoici e complottistici polanskiani (un
Chinatown sotto mescalina), Mailer ci infila dentro un pò di tutto: balzane sedute spiritiche, innumerevoli tirate di coca, scambi di coppia, umiliazioni sessuali (la Fisher che delizia con la bocca O'Neal e poi se la fanno davanti al marito di lei, un ricco omossessuale che li prega di smettere), poliziotti sadici, maniaci e omofobi dalla doppia personalità che fumano marijuana (Wings Hauser in una delle sue migliori performance, e che se non venisse prima, avrei giurato che King ne abbia attinto per lo sceriffo assassino de
La zona morta), teste mozzate infilate in un sacco nero e nascoste nel bosco, macabri corpi nudi femminili decapitati tenuti a bagnomaria in un pozzo e tirati fuori alla bisogna (un pò come il cadavere in formaldeide della
Casa dalle finestre che ridono), dandy richissimi con la passione dello spaccio, ciniche e avide femme fatale pronte a tutto, tradimenti, corna, svolte narrative improvvise (in tre sull'auto della polizia, lo sparo in bocca, le richieste assurde della mogliettina viziosa e parecchio puttana) e , caso forse più unico che raro visto in un film, il cattivone che, durante la resa dei conti, viene colto da un...ictus!
Solo Mailer poteva concepire un film così sgangherato e stravagante, dove l'amoralità regna incontrastata, in un coacervo di personaggi loschi e poco raccomandabili, improbabili ex attrici porno, finte medium che delirano dei fantasmi di "due puttane uccise", occultamento di cadaveri come se piovesse e racconti di pirati saccheggiatori che fanno venire in mente
Fog
Innumerevoli dialoghi, ora balzani, ora volgarissimi, che nemmeno il teatro dell'assurdo, narrazione impazzita a flashback, tette, cocaina, macheti, teste mozzate, aggressioni notturne, fornicazioni, misoginia, serial killer, lettere rivelatrici (da antologia le esclamazioni scurrili di O'Neal sulla spiaggia, una volta aperta la missiva dal contenuto poco piacevole-riguardante la libertina mogliettina-consegnatole dalla Rossellini) e dove tutti si massacrano bellamente a vicenda.
Imperfetto, scriteriato, dissennato, ma pervaso da un'atmosfera perversa e misteriosa che avvolge, intrippando nella sua ragnatela d'inganni e non lasciando indifferenti.
Gran cast femminile (ottima la Rossellini, italiana vendicatica quando occorre) e di squisita puttanaggine la Stipe e la Fisher, dove anche il lesso O'Neal ricopre uno dei suoi ruoli migliori (in pratica l'alter ego di Mailer).
Candidato prescelto, all'epoca, insieme a
Isthar ai "razzie", è un film coraggiosissimo, puramente autoriale, difficilmente incasellabile, simpatico nella sua "follia" narrativa, dove Mailer deride il "nero" in tutte le sue sfumature, prendendosi bonariamente gioco anche dei suoi spettatori, come se a Mailer l'aspetto "giallo" interessi assai poco, concentrandosi di più sulle nevrosi e sulle psicologie, ora malate, ora sopra le righe, dei suoi personaggi (vedi il rapporto padre/figlio o quello Rossellini/O'Neal).
Francis Ford Coppola è produttore esecutivo, John Bailey dà il suo contributo alla suggestiva fotografia, mentre Angelo Badalamenti firma le musiche più brutte e anonime della sua carriera.
Per chi ama un certo tipo di cinema fuori dai soliti canoni (se proprio lo stile di Mailer ricorda un pò quello di Nicolas Roeg ) come se Raymond Chandler fosse passato sotto la supervisione di un Roman Polanski completamente sbronzo e sotto l'effetto dell'LSD.
E dopo aver letto la tumultuosa biografia wilkipediana dello scrittore, capisci che solo lui poteva fare un film così.
Da noi uscito solo per l'home video, esattamente sei anni dopo.
Buiomega71
Herrkinski