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Discussioni su Girlfriend in a coma - Documentario (2013)

  • TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/02/13 DAL BENEMERITO PAULASTER
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  • Grande esempio di cinema:
    Tarabas
  • Quello che si dice un buon film:
    Pigro, Galbo
  • Non male, dopotutto:
    Paulaster

DISCUSSIONE GENERALE

6 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Capannelle • 24/02/13 15:44
    Scrivano - 3932 interventi
    Per Pigro: non ho capito se secondo te Emmott ha raffigurato bene la situazione italiana, con equilibrio intendo.
  • Pigro • 25/02/13 09:41
    Consigliere - 1708 interventi
    Secondo me l'ha raffigurata bene dal suo punto di vista, cioè dal punto di vista di un liberal anglosassone. Il film è tutto incentrato su due grandi fulcri, che per un liberal come lui sono giustamente centrali per comprendere l'Italia oggi: da una parte il dilagare del populismo berlusconiano che si innesta sull'ignavia storica degli italiani, e che quindi porta al declino; dall'altra, lo spirito imprenditoriale e creativo, che può salvare il paese. È chiaro che rimangono fuori molte questioni (per esempio, non si affrontano mai i temi della qualità del lavoro o degli anziani), perché Emmott punta tutto sulla gravità della situazione. Da questo punto di vista, il titolo è fondamentale: Emmott è come uno che si affaccia sul letto di una ragazza in coma e si chiede cosa l'ha ridotta così e come potrebbe ritornare alla vita.
    A quel punto, poco conta l'equilibrio con cui si raffigura: ciò che conta è capire il male e trovare le cure immediate, che per Emmott non è altro che una sana economia d'impresa. E, conseguentemente, è quasi ovvio che il grande salvatore sembrino essere Marchionne e Monti... D'altra parte, questo film non è un'inchiesta, non ci sono approfondimenti: c'è solo un ritratto dell'Italia attuale, a volo d'uccello.
    In termini più generali, il film è molto bello, anche da un punto di vista cinematografico: molto ben curato, con una bella scansione narrativa, con l'idea (straordinaria, secondo me) di trovare in Dante la chiave per la comprensione dell'oggi. E poi ho trovato molto positivo che tra le chiavi di salvezza dell'Italia ci siano le donne e ci sia la cultura.
    Per tornare alla tua domanda, è anzi meglio che non ci sia equilibrio: Dante Alighieri lo leggiamo e ammiriamo non perché ci ha presentato con correttezza i punti di vista dei politici del suo tempo, ma perché si è incazzato di brutto e con il suo sguardo partigianissimo ci consente ancor oggi di capire meglio il suo tempo, e perfino il nostro.
  • Capannelle • 25/02/13 10:09
    Scrivano - 3932 interventi
    Economia d'impresa ma soprattutto il concetto di responsabilità, roba trasversalmente sconosciuta.
    Trovo interessante il riferimento a Dante ma dalle tue parole non vorrei che l'analisi politico-sociologica rimanesse in superficie, come spesso accade ai commentatori stranieri.
    E comunque mi sa che a breve, dopo le prime proiezioni elettorali, ci sarà da aggiungere un nuovo capitolo... "tsunamico".
    Ultima modifica: 25/02/13 10:09 da Capannelle
  • Pigro • 25/02/13 18:57
    Consigliere - 1708 interventi
    Già.......

    Ad ogni modo, io l'ho visto in una delle rarissime sale italiane in cui l'hanno proiettato, ma se qualcuno è interessato, ho visto che è scaricabile in download a 3,90 euro sul sito di Repubblica fino al 13 marzo: http://temi.repubblica.it/iniziative-girlfriend-in-a-coma/
  • Tarabas • 25/02/13 21:11
    Segretario - 2069 interventi
    Lo stanno dando anche su Sky Cult.
  • Graf • 25/07/18 13:36
    Fotocopista - 902 interventi
    E’ morto Sergio Marchionne, il grande manager abruzzese (quasi mio compaesano) che ha dovuto profondamente cambiare le relazioni industriali in Italia per adattarle ai mutati presupposti economici internazionali imposti dalla globalizzazione. Non ha salvato l’auto italiana - dopo la grave crisi del 2008, l’ Italia è l’unico paese del G7 a perdere l’industria dell’auto –ma ha salvato migliaia di posti di lavoro italiani (oltre che quelli statunitensi della Chrysler). Ha saputo pensare in modo differente e a guardare oltre la punta del suo naso. Credo che la formazione filosofica l’abbia aiutato in questo senso. Non chiara, fino adesso, la tragica dinamica delle cause che hanno portato l’amministratore delegato di FCA alla morte; ma una domanda mi sorge spontanea: ma la malasanità esiste anche in Svizzera? Ora, con il top manager FCA quasi tutto in mano straniera, se fossi un dipendente italiano FCA comincerei a preoccuparmi….
    Sergio, riposa in pace. Una prece.
    Ultima modifica: 26/07/18 03:40 da Graf